domenica 26 dicembre 2010

Il Messaggio "Urbi et Orbi" del Santo Padre nell'approfondito commento di Salvatore Izzo

PAPA: LIBERTA' RELIGIOSA PER MEDIO ORIENTE, IRAQ E CINA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

"La Nascita di Gesu' e' motivo di speranza per tutti gli uomini, soprattutto per quanti vedono offesa la propria dignita'".
Lo ha affermato Benedetto XVI nel suo tradizionale Messaggio di Natale, pronunciato dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana e trasmesso in mondovisione. Rivolgendosi agli oltre 50 mila presenti in piazza San Pietro e ai milioni che lo seguivano in tv, il Papa ha levato un vibrante appello per la pace, violata in Medio Oriente, Iraq e tante altre aree del mondo, ed ha rivolto parole di incoraggiamento ai cristiani perseguitati, in particolare in Cina, esprimendo inoltre vicinanza a quanti soffrono a causa di guerre e catastrofi naturali e a quanti sono perseguitati per la loro fede in Gesu' Cristo. Ed ha poi ricordato che il Natale "e' motivo di speranza per tutti coloro la cui dignita' e' offesa e violata, perche' Colui che e' nato a Betlemme e' venuto a liberare l'uomo dalla radice di ogni schiavitu'".
"La luce del Natale - ha invocato - risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesu' e' nato e ispiri Israeliani e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica.
L'annuncio consolante della venuta dell'Emmanuele - ha continuato il Pontefice - lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunita' cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarieta' verso di esse. Cio' - ha aggiunto Ratzinger - avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera".
Il Papa ha pregato ieri anche per coloro che in Colombia, Venezuela, Guatemala e Costa Rica hanno subito le recenti calamita' naturali. Ed ha invocato il rispetto dei dirtti umani laddove sono violati. "La nascita del Salvatore apra - ha elencato - prospettive di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur e della Costa d’Avorio; promuova la stabilita' politica e sociale del Madagascar; porti sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana”.
Nel Messaggio di Natale, Ratzinger ha infine rivolto il suo pensiero a quanti sono discriminati per la loro testimonianza evangelica.
"La celebrazione della nascita del Redentore – ha scandito – rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina ontinentale affinche' non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro liberta' di religione e di coscienza e, perseverando nella fedelta' a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza". "L'amore del 'Dio con noi' doni perseveranza - ha quindi concluso Benedetto XVI - a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della liberta' religiosa di tutti".

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PAPA: GIOIA E PACE PER ITALIA, SI RICERCHI IL BENE COMUNE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

"Gioia e pace per ogni abitante dell'amata Italia: per i bambini e gli anziani, per i giovani e le famiglie". Sono questi i "doni natalizi" invocati da Benedetto XVI per il nostro Paese dalla Loggia della Basilica di San Pietro, dalla quale ieri e' tornato ad affacciarsi come ogni 25 dicembre.
"Il Cristo, nato per noi - ha aggiunto nel saluto in italiano, prima delle 65 lingue utilizzate ieri per fare gli auguri a tutti i credenti - ispiri i responsabili perche' ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune; conforti quanti sono provati dalla malattia e dalla sofferenza; sostenga coloro che si dedicano al servizio dei fratelli piu' bisognosi”.
Prima degli auguri e della benedizione Urbi et Orbi, Papa Ratzinger ha sottolineato che il messaggio del Natale e' "sempre nuovo, sempre sorprendente, perche' oltrepassa ogni nostra piu' audace speranza". E cio' "soprattutto perche' non e' solo un annuncio: e' un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella Persona di Gesu' di Nazareth".
"La luce di questa verita' - ha scandito il Pontefice teologo rivolto ai circa 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro nonostante la pioggia - si manifesta a chi la accoglie con fede, perche' e' un mistero d’amore: solo quanti si aprono all'amore sono avvolti dalla luce del Natale". "Cosi' - ha ricordato - fu nella notte di Betlemme, e cosi' e' anche oggi" perche' "l'incarnazione del Figlio di Dio e' un avvenimento che e' accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa: nella notte del mondo si accende una luce nuova, che si lascia vedere dagli occhi semplici della fede, dal cuore mite e umile di chi attende il Salvatore". "Al tempo stesso - ha continuato - l'annuncio del Natale e' luce anche per i popoli, per il cammino collettivo dell'umanita'”.
Infatti, il Regno di Dio "non e' di questo mondo, eppure e' piu' importante di tutti i regni di questo mondo.
E' come il lievito dell'umanita': se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia". "Credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia – ha sottolineato – e' un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni".

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PAPA: LA VERITA' NON E' UNA FORMULA MATEMATICA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

"Dio non e' lontano".
Non e' uno sconosciuto, ma "ha un volto, quello di Gesu'".
Lo ha ricordato ieri Benedetto XVI parlando agli oltre 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro e ai molti milioni che hanno seguito in mondovisione la benedizione Urbi et Orbi.
"Di fronte alla rivelazione che il Verbo si e' fatto carne - ha detto il Papa - riemerge la domanda: come sia possibile? Il Verbo e la carne – infatti – sono realta' tra loro opposte, come puo' la Parola eterna e onnipotente diventare un uomo fragile e mortale?". Per Papa Ratzinger, a tale decisivo quesito "non c'e' che una risposta: l'Amore.
Chi ama vuole condividere con l'amato, vuole essere unito a lui, e la Sacra Scrittura ci presenta proprio la grande storia dell'amore di Dio per il suo popolo, culminata in Gesu' Cristo". In tutto il suo corso, "Dio non muta, Egli e' Amore da sempre e per sempre. E' in Se stesso Comunione, Unita' nella Trinita' ed ogni sua opera e parola mira alla comunione".
"Se la verita' fosse solo una formula matematica, in un certo senso - ha osservato Ratzinger - si imporrebbe da se'.
Se invece la Verita' e' Amore, domanda la fede, il 'si'' del nostro cuore". L'uomo, ha concluso, "cerca proprio una Verita' che e' Amore. La cerca il bambino come il giovane "bisognoso di trovare il senso profondo della propria vita". La cercano l'uomo e la donna nella loro maturita' e la persona anziana "per dare compimento all'esistenza terrena".

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