PAPA: IMPLORO PER ITALIA DONO DELLA CONCORDIA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 dic.
Benedetto XVI assicura la sua preghiera per il nostro Paese.
In questo modo il Papa "accompagna da vicino le vicende liete e tristi dell'Italia", per la quale, ha affermato ricevendo le credenziali dal nuovo ambasciatore d'Italia presso al Santa Sede, Francesco Maria Greco, "chiedo al Datore di ogni bene di conservarle il tesoro prezioso della fede cristiana e di concederle i doni della concordia e della prosperita'".
Nel suo discorso, il Pontefice ha ricordato le imminenti celebrazioni per il 150simo dell'Unita'
d'Italia, auspicando che esse siano occasione per "una riflessione non solo di tipo commemorativo, ma anche di carattere progettuale, assai opportuna nella difficile fase storica attuale, nazionale ed internazionale".
"Sono lieto - ha aggiunto - che anche i pastori e le varie componenti della Comunita' ecclesiale
siano attivamente coinvolti nella rievocazione del processo di unificazione della Nazione iniziato nel 1861".
Il Papa ha anche sottolineato che "uno degli aspetti piu' rilevanti di quel lungo, a volte faticoso e contrastato, cammino, che ha condotto all'odierna fisionomia dello Stato italiano, e' costituito dalla ricerca di una corretta distinzione e di giuste forme di collaborazione fra la comunita' civile e quella religiosa, esigenza tanto piu' sentita in un Paese come l'Italia, la cui storia e cultura sono cosi' profondamente segnate dalla Chiesa cattolica e nella cui capitale ha la sua sede episcopale il Capo visibile di tale Comunita', diffusa in tutto il mondo".
In questo contesto, Papa Ratzinger ha voluto ricordare che "il Trattato Lateranense, configurando lo Stato della Citta' del Vaticano e prevedendo una serie di immunita' personali e reali, ha posto le condizioni per assicurare al Pontefice e alla Santa Sede piena sovranita' e indipendenza, a tutela della sua missione universale".
A sua volta, ha continuato, "l'Accordo di modifica del Concordato mira fondamentalmente a garantire il pieno esercizio della liberta' religiosa, di quel diritto cioe', che e' storicamente e oggettivamente il primo tra quelli fondamentali della persona umana".
"E' percio' di grande importanza - ha rilevato - osservare e, allo stesso tempo, sviluppare la lettera e lo spirito di quegli Accordi e di quelli che ne sono derivati, ricordando che essi hanno garantito e possono ancora garantire una serena convivenza della societa' italiana".
Per Benedetto XVI, "quei patti internazionali non sono espressione di una volonta' della Chiesa o della Santa Sede di ottenere potere, privilegi o posizioni di vantaggio economico e sociale, ne' con essi si intende sconfinare dall'ambito che e' proprio della missione assegnata dal Divino Fondatore alla Sua comunita' in terra". "Al contrario - ha concluso - tali accordi hanno il loro fondamento nella giusta volonta' da parte dello Stato di garantire ai singoli e alla Chiesa il pieno esercizio della liberta' religiosa, diritto che ha una dimensione non solo personale, perche', come riafferma il Concilio Vaticano II, la stessa natura sociale dell'essere umano esige che egli esprima esternamente gli atti interni di religione, comunichi con altri in materia religiosa e professi la propria religione in modo comunitario".
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PAPA: L'ITALIA SI CONSERVI CRISTIANA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 dic.
Le radici cristiane, che "da secoli fanno parte del patrimonio storico e culturale dell'Italia, non possono essere negate, dimenticate o emarginate; l'esperienza di questi 150 anni insegna che quando si e' cercato di farlo, si sono causati pericolosi squilibri e dolorose fratture nella vita sociale del Paese".
Lo ha affermato il Papa nel discorso al nuovo ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, che oggi ha presentato le credenziali. Benedetto XVI ha richiamato in proposito "l'importanza dei Patti del Laterano e dell'Accordo di Villa Madama, che fissano le coordinate di un giusto equilibrio di rapporti, del quale si avvantaggiano la Sede Apostolica cosi' come lo Stato e la Chiesa in Italia".
Per il Papa tali intese "hanno il loro fondamento nella giusta volonta' da parte dello Stato di garantire ai singoli e alla Chiesa il pieno esercizio della liberta' religiosa, diritto che ha una dimensione non solo personale, perche' la stessa natura sociale dell'essere umano esige che egli esprima esternamente gli atti interni di religione, comunichi con altri in materia religiosa e professi la propria religione in modo comunitario".
"La liberta' religiosa - ha ricordato il Pontefice al neo ambasciatore d'Italia tornando sul tema da lui scelto per la Giornata Mondiale della Pace del prossimo primo gennaio - e' un diritto oltre che del singolo, della famiglia, dei gruppi religiosi e della Chiesa". E dunque "lo Stato e' chiamato a tutelare non solo i diritti dei credenti alla liberta' di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione e delle comunita' religiose nella sfera pubblica".
Per il Papa teologo, proprio "il retto esercizio e il corrispettivo riconoscimento di questo diritto consentono alla societa' di avvalersi delle risorse morali e della generosa attivita' dei credenti". "Per questo - ha sottolineato - non si puo' pensare di conseguire l'autentico progresso sociale, percorrendo la via dell'emarginazione o perfino del rifiuto esplicito del fattore religioso, come ai nostri tempi si tende a fare con varie modalita'".
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