venerdì 3 dicembre 2010

Il Papa: non si può essere teologi nella solitudine, ma solo nella comunione (R.V.)

Il Papa: non si può essere teologi nella solitudine, ma solo nella comunione

"Non si può essere teologi nella solitudine": è quanto ha detto il Papa ricevendo stamani, in Vaticano, i membri della Commissione Teologica Internazionale al termine della loro plenaria. Benedetto XVI ha poi sottolineato che gli ideali di giustizia e uguaglianza democratica muoiono se si taglia la radice da cui sono nati: il cristianesimo. Il servizio di Sergio Centofanti.

La teologia è vera solo a partire dall’incontro col Cristo risorto, perché “nessun sistema teologico può sussistere se non è permeato dall’amore” divino. Infatti – afferma il Papa - “chi ha scoperto in Cristo l’amore di Dio, infuso dallo Spirito Santo nei nostri cuori, desidera conoscere meglio Colui da cui è amato e che ama”:

“Conoscenza e amore si sostengono a vicenda. Come hanno affermato i Padri della Chiesa, chiunque ama Dio è spinto a diventare in un certo senso teologo, uno che parla con Dio, che pensa di Dio e cerca di pensare con Dio”.

La riflessione teologica – ha proseguito il Papa - aiuta il “dialogo con i credenti di altre religioni ed anche con i non credenti” grazie alla sua razionalità. “Possiamo – infatti - pensare a Dio e comunicare ciò che abbiamo pensato perché Egli ci ha dotati di una ragione in armonia con la sua natura”. E’ necessario tuttavia che “la stessa razionalità della teologia” aiuti “a purificare la ragione umana liberandola da certi pregiudizi ed idee che possono esercitare un forte influsso sul pensiero di ogni epoca”. Inoltre – ha spiegato - “conoscere Dio nella sua vera natura”, ovvero come “fonte di perdono”, è anche “il modo sicuro per assicurare la pace” nel mondo.

In tutto questo, i teologi, perché il loro metodo sia veramente scientifico, oltre a procedere in modo razionale, devono essere fedeli alla natura della fede ecclesiale, “sempre in continuità e in dialogo con i credenti e i teologi che sono venuti prima di noi” perché “il teologo non incomincia mai da zero” . Quindi il Papa sottolinea “l’unità indispensabile che deve regnare fra teologi e Pastori”:

“Non si può essere teologi nella solitudine: i teologi hanno bisogno del ministero dei Pastori della Chiesa, come il Magistero ha bisogno di teologi che compiono fino in fondo il loro servizio, con tutta l’ascesi che ciò implica”.

“Cristo è morto per tutti, benché non tutti lo sappiano o lo accettino”, osserva Benedetto XVI. Questa fede “ci porta al servizio degli altri nel nome di Cristo; in altre parole l’impegno sociale dei cristiani deriva necessariamente dalla manifestazione dell’amore divino. Contemplazione di Dio rivelato e carità per il prossimo – conclude il Papa - non si possono separare, anche se si vivono secondo diversi carismi”:

“In un mondo che spesso apprezza molti doni del Cristianesimo - come per esempio l’idea di uguaglianza democratica, figlia del monoteismo evangelico - senza capire la radice dei propri ideali, è particolarmente importante mostrare che i frutti muoiono se viene tagliata la radice dell’albero. Infatti non c’è giustizia senza verità, e la giustizia non si sviluppa pienamente se il suo orizzonte è limitato al mondo materiale. Per noi cristiani la solidarietà sociale ha sempre una prospettiva di eternità”.

© Copyright Radio Vaticana

1 commento:

gemma ha detto...

intanto in Inghilterra si danno da fare per togliere i simboli cristiani anche dal 25 dicembre

Londra, il trionfo del politically correct
“Merry Christmas” diventa “auguri invernali”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/02/londra-il-trionfo-del-politically-correct-merry-christmas-diventa-auguri-invernali/79939/

mi chiedo solo, se la società multietnica impone questa sorta di uguaglianza nella non religiosità (anche se alla fine una religione festeggiata c'è, ed è di fatto quella pagana), come si spiega l'avere a capo di questa società il capo della chiesa cristiana anglicana? Non è anche questo discriminante? Non passerà molto tempo che per non rinunciare al trono, i sovrani dovranno rinunciare a questo titolo e probabilmete anche a questa appartenenza