venerdì 14 gennaio 2011

Asia Bibi: per l’"intelligence" pakistana non è sicura in carcere (Radio Vaticana)

Asia Bibi: per l’"intelligence" pakistana non è sicura in carcere

Nessuna misura speciale di sicurezza è stata presa per proteggere la vita di Asia BibI, la cristiana condannata a morte per blasfemia: lo afferma una relazione dei Servizi di intelligence provinciali al proprio quartier generale. Asia Bibi è stata condannata da un tribunale di primo grado nel novembre 2010, in seguito ad accuse poco credibili. La donna ha subito numerose minacce di morte. Un leader religioso - riferisce l'agenzia AsiaNews - è giunto a offrire una somma di denaro a chiunque la uccida. Le minacce sono divenute sempre più reali dopo l’assassinio del Governatore del Punjab, Salman Taseer, che aveva preso le difese della donna e criticato la legge sulla blasfemia. Il governo centrale aveva chiesto a quello provinciale di prendere misure speciali di sicurezza, ma la richiesta è rimasta inevasa. Asia Bibi è nel reparto femminile del carcere di Sheikhupura insieme ad altre 15 detenute. Una donna poliziotto assicura il controllo all’interno, e cinque agenti si occupano della vigilanza all’esterno della perimetro. Due pattuglie di motociclisti pattugliano i dintorni della prigione. La relazione afferma che “gli agenti non sono vigilanti, la maggior parte del tempo sono assenti, specialmente i motociclisti”. Il rapporto suggerisce che Asia Bibi sia inviata nella prigione femminile di Multan, dove “le condizioni di sicurezza sono migliori, per prevenire la possibilità di un attacco o di un incidente imprevisto”. Intanto, il Ministro per le minoranze Shabaz Bhatti, che ha criticato spesso di recente la legge sulla blasfemia, ha detto di essere diventato, dopo l’assassinio di Salman Taseer “Il bersaglio più alto” dei possibili assassini. “Durante il caso di Asia Bibi ho ricevuto costantemente minacce di morte” ha detto Bhatti. “Dall’assassinio di Salman Taseer…questi messaggi mi giungono anche in forma pubblica”. Bhatti e i suoi alleati dicono che la legge sulla blasfemia è spesso usata per regolare conti personali. Bhatti sostiene che delle fatwa sono state emanate contro di lui da leader islamici estremisti a cui si permette di diffondere impunemente messaggi violenti. (R.P.)

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