martedì 4 gennaio 2011

Copti, Bertone media tra «falchi» e «colombe» (Galeazzi)

Copti, Bertone media falchi-colombe

Media tra «falchi» e «colombe» la Segreteria di Stato. Come di fronte al martirio in Turchia del leader dei vescovi Padovese, il braccio destro di Benedetto XVI, Bertone ha scelto il «low profile» diplomatico per non trascinare la Chiesa in uno scenario da guerra tra civiltà.

GIACOMO GALEAZZI

Timori per un Egitto post-Mubarak in mano agli integralisti, divisioni in Curia fra «falchi» che chiedono ai governi protezione per i cristiani perseguitati e «colombe» che smussano i toni puntando sul dialogo ad oltranza.
Due strategie, un unico obiettivo: tenere vive in terra d’Islam le comunità dei nuovi martiri e una millenaria presenza ecclesiastica ormai a rischio d’estinzione. Come già per la risposta «muscolare» alle violazioni della libertà religiosa in Cina il «think tank» della Chiesa più battagliera trova espressione in AsiaNews, l’agenzia missionaria del Pontificio istituto missioni estere e sostegno nell’ala «identitaria» del Collegio cardinalizio (Piacenza,Burke,Zen).
A bilanciare la «linea dura» consigliata nei Sacri Palazzi dall’influente arabista padre Samir Khalil è l’arcivescovo Michael Louis Fitzgerald, nunzio apostolico in Egitto e delegato della Santa Sede alla Lega Araba.«I cristiani non si sentono abbastanza protetti ma si comprendono pure le difficoltà a prevenire gli atti di terrorismo- afferma l'arcivescovo Fitzgerald-.
Questo momento richiede a tutti la preghiera per la pace, e di non mettersi gli uni contro gli altri, ma di lavorare per l’unità nazionale». In uno stato-polveriera che rischia la guerra civile tra cristiani e musulmani, Al Azhar accusa la Santa Sede di ingerenza negli affari interni e respinge «qualsiasi offerta di protezione straniera dei cristiani che venga dal Vaticano o dagli Usa» perché «noi siamo gente civile e non permetteremo mai lo scontro settario e religioso nel nostro paese». Parole scagliate come pietre. «Inammissibili e ridicole», insorge su AsiaNews il gesuita Samir, le critiche al Pontefice per aver reclamato tutela per i cristiani senza preoccuparsi dei musulmani uccisi in Iraq. «Se i governi del Medio Oriente non sono capaci di difenderli perché non vogliono o non sono capaci, allora il mondo deve fare qualcosa, altrimenti perdono senso l’Onu e le organizzazioni internazionali»,evidenzia padre Samir. Media tra «falchi» e «colombe» la Segreteria di Stato. Come di fronte al martirio in Turchia del leader dei vescovi Padovese, il braccio destro di Benedetto XVI, Bertone ha scelto il «low profile» diplomatico per non trascinare la Chiesa in uno scenario da guerra tra civiltà. Il cardinale Tauran, responsabile del dialogo interreligioso, esorta a «evitare due cose:la collera, che è sempre cattiva consigliera, e l’indifferenza». La strage di Capodanno è «abiezione, perversione della religione e la soluzione è il dialogo.Il male si vince con il bene». Oltretevere appare evidente la volontà di non acuire in questo momento le tensioni con il mondo islamico.«Il nunzio Fitzgerald tiene conto della situazione e delle oggettive difficoltà del governo,in Egitto come altrove, a contrastare il terrorismo- sottolinea il portavoce papale Lombardi-.D’altra parte la minoranza copta ha il diritto di essere protetta ed è significativo che proprio in questo clima di tensione il Pontefice abbia annunciato l’incontro tra le religioni ad Assisi.Il dialogo è l’unica via alla pace». Mubarak è un «interlocutore serio», sottolinea il cardinale Silvestrini, «il rappresentante in Egitto della Santa Sede ricorda al governo la protezione della minoranza copta aggredita constatando la gravità della sfida terroristica». Sulle violenze che «prendono a pretesto la religione e massacrano i fedeli,il Papa non fa distinzione fra cristiani e musulmani», precisa il direttore dell’Osservatore Romano, Vian.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=3411&ID_sezione=&sezione=

Capisco la linea di prudenza adottata dalla Santa Sede che si trova a dover gestire una possibile polveriera, ma io non sono diplomatica e, come a Ratisbona, sono pienamente d'accordo con Padre Samir.
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Diplomatico non è una parolaccia. Bisogna sforzarsi di ragionare come il Papa. Pensate se Samir fosse Papa..

Anonimo ha detto...

... quanti guai farebbe...

Anonimo ha detto...

Preferite lo scontro di civiltà? Perderemmo. Loro sono tanti, giovani e affamati mentre noi siamo pochi, vecchi e obesi. Per di più loro pregano 5 volte al giorno, mentre da noi il relativismo è imperante. Bisogna disinnescare questo scontro di civiltà non a caso teorizzato, vagheggiato ed innescato ben al sicuro dall'altra parte dell'Atlantico, riconoscendo che le vittime di questa situazione sono sia cristiane che musulmane (come le famiglie palestinesi che soffrono una interminabile e umiliante occupazione - palestinesi musulmani e cristiani, intendo).