Giuliano Ferrara
“Io, laico, applaudo questa denuncia”
[GIA. GAL.]
Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, condivide il monito del Papa contro l’educazione sessuale?
«Sì. Questi corsi obbligatori nelle scuole sono una delle bandiere della stupidità occidentale. Non parlo a difesa della fede come fa il Papa e, diversamente da lui, non ho alle spalle duemila anni di ragione, però mi solleva sentirlo denunciare la sconcezza asettica e obbrobriosa dell’educazione sessuale obbligatoria. Il giorno della rielezione di Bush sul “New York Times” l’opinionista liberal Maureen Dowd attribuì quella vittoria al voto di suo fratello che aveva scelto il candidato repubblicano dopo che a scuola alla figlia di otto anni avevano insegnato a mettere un preservativo a un cetriolo».
Ma così Benedetto XVI non ostacola la prevenzione?
«E infatti è un’espressione orrenda della nefasta cultura della medicina, della prevenzione esasperata. E’ la stessa degenerazione culturale che criminalizza gli hamburger. Rispetto all’educazione sessuale obbligatoria era meglio ciò che accadeva in passato quando del sesso si parlava in famiglia attraverso le favole oppure in strada. E con un po’ di pratica in più. Anche stavolta il Papa ha avuto la sfacciatagine, il coraggio di impugnare la ragione per affermare nello spazio pubblico mondiale il contenuto e il significato della fede cristiana, una fede che assume alcuni principi liberali del tempo moderno senza sottomettersi alla sua deriva nullista».
Le associazioni gay e i Radicali lo accusano di oscurantismo...
«Il Papa ha la sapienza di impugnare la ragione occidentale ovvero il deposito laico del migliore illuminismo cristiano nel momento in cui un postmodernismo banale delegittima la nozione di verità ed esorcizza la realtà anteponendole una falsa coscienza del soggetto, un’ideologia settaria e al fondo estremamente intollerante. Come sempre lo criticano i portavoce istituzionali di una cultura i cui pilastri etici globali sono gli spermicidi, l’aborto moralmente indifferente, la pianificazione familiare coatta del sesso dei nascituri, la selezione eugenetica della vita e la sua riproduzione artificiale come mezzo a scopo di ricerca, fino all’eutanasia. E appunto, le lezioni di sesso ai bambini delle scuole elementari. Chiunque la pensi diversamente viene non già messo in discussione ma irriso e censurato come retrogrado. Il Papa crede nella sobrietà dei costumi, in una sessualità umana orientata alla costruzione di significati vitali e non alla distruzione dell’amore nella caricatura del piacere».
© Copyright La Stampa, 11 gennaio 2011 consultabile online anche qui.
Gianni Gennari
“Io, teologo, cacciato per un corso al liceo”
[GIA. GAL.]
Teologo e giornalista Gianni Gennari, teologo, ha una rubrica quotidiana su Avvenire, il giornale della Cei
Gianni Gennari, teologo, lei è a favore dell’educazione sessuale nelle scuole?
«Sì. Il Papa non condanna l’educazione sessuale, mette in guardia dalla “imposizione” di corsi che in contrasto con la volontà dei genitori (titolari del diritto di educare i figli) presentino la sessualità in modo non rispettoso della visione cristiana. Messa così questa imposizione è veramente una minaccia alla libertà delle famiglie, e non solo a quella religiosa. Dunque non posso essere in disaccordo con il Papa, a meno che non si intenda fargli dire no ad ogni discorso di educazione sessuale nella scuola. Viviamo nella società di Internet e di una Tv poco rispettosa della realtà femminile. E’ inaccettabile non solo dal Papa e dai cattolici un’educazione "imposta" dallo Stato a tutti, scavalcando le famiglie e con contenuti contrari alla visione ebraico-cristiana della sessualità».
Il sesso a scuola resta tabù?
«In passato si è giunti a discorsi irragionevoli che bandivano dalla scuola ogni trattazione del genere, anche con le dovute garanzie di serietà e di pluralismo ideale. E’ per me un tema doloroso: nel 1979 una decisione del mio ordinario, il cardinale Ugo Poletti, mi tolse il nulla osta all’insegnamento della religione nel liceo Giulio Cesare, di Roma, e nessuno mi ha mai dato ufficialmente la motivazione della punizione: quando il preside, Tomassini, chiese al Vicariato il perché gli fu risposto da mons. Paolo Gillet, titolare dell’Ufficio Scuola, che "le ragioni del provvedimento appartenevano esclusivamente al rapporto di coscienza tra il professor Gennari e il suo Ordinario", che però si è guardato bene dal renderle note anche a me. Nei fatti ho saputo poi che la ragione decisiva era stato il fatto che, avendo deciso il Consiglio di Istituto di istituire un corso di educazione sessuale per le Terze Liceo, e solo per esse, io avevo detto che sarei stato disponibile per la parte relativa alla religione cattolica. Bastò questo per il fulmine che arrivò a cielo del tutto sereno».
Le cose sono cambiate?
«Ancora oggi mi incontro, dopo 31 anni, con parecchi ex alunni del Giulio Cesare, anche in gruppi che si rivedono dopo tanti anni, in amicizia grata e fraterna. Non credo, e non posso credere, che queste parole del Papa, di questo Papa che ha insegnato con molta chiarezza la vera libertà cristiana possano essere intese come una condanna dell’educazione sessuale».
© Copyright La Stampa, 11 gennaio 2011 consultabile online anche qui.
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6 commenti:
Ma, per favore ... montare tutto questo teatrino sull'educazione sessuale, interviste comprese, quando bastava leggere il testo.
Sono disgustata.
Alessia
Proprio ieri sera ripensavo a quando Ferrara insieme alla moglie conduceva quella trasmissione sul Sesso forse su La7 o mediaset. Ho un ricordo della moglie languidamente seduta su una poltrona!!! Secondo me ha ragione Gennari: il Papa non è contrario ai corsi in sé (anche ai corsi per i fidanzati se ne parla) ma al taglio che in certi casi viene dato.
Ferrara batte Gennari 10 a 0.
Fate un giro nella scuola italiana e vedrete che la storia del cetriolo o della banana non è una barzelletta.
Se da noi la situazione è meno peggio che altrove è solo perchè qualche genitore provveduto ed insegnanti "coraggiosi" tentano di limitare i danni, dato che per fortuna) la sedicente "educazione all'affettività" non è ancora obbligatoria e curricolare.
Comunque, io sono d'accordo con la posizione che De Rita ha espresso oggi sul Corriere. Il problema vero è che la scuola non può essere ridotta a cpontenitore di tutte queste sedicenti "educazioni" parcellizzate: stradale, ambientale, alla salute, all'effettività e via così. Si riducono tutte ad essere un prontuario di "istruzioni per l'uso".
Evidentemente il professor Gennari, o meglio l'ex professor Gennari, era un insegnante di Religione Cattolica (IRC) e, come tutti i docenti di IRC era chiamato dalla Scuola ad insegnare ciò che la Religione Cattolica insegna, e non le loro opinioni! (magari interessanti, innovative…)
Infatti lo Stato nell’organizzare la Scuola pubblica (gestita dallo Stato o da altri Enti, ma sempre pubblica rimane), riconoscendo che la Religione Cattolica ha avuto ed ha una grande importanza nella ‘costruzione’ della italianità (storia, arte, musica, scienza, comportamenti…) sente la necessità che tutti gli studenti italiani sappiano almeno ‘qualcosa’ del cattolicesimo; si rivolge quindi alla Chiesa Cattolica per essere ‘fornito’ di ‘esperti’ di cattolicesimo doc. (Poi sappiamo che le diocesi per i motivi più diversi ‘promuovono’ oves et boves’ al rango di IRC!!).
Quando poi un IRC si rivelasse non adeguato all’insegnamento della Religione Cattolica, l’Ordinario ha il dovere e gli viene riconosciuto dallo Stato il diritto di togliere la abilitazione all’Insegnamento della Religione Cattolica, evidentemente il prof. Gennai non è stato ritenuto adeguato a continuare in tale incarico pubblico ma anche ecclesiale: forse lui potrebbe dirci il perché!
E speriamo che su Avvenire sia ‘ortodosso’ nel suo cattolicesimo!
Approfitto per dire che l’IRC è un insegnamento, non una catechesi, anche se magari i contenuti possono essere gli stessi: diversa è la finalità! Infatti se a catechesi si ha come obiettivo il suscitare, l’alimentare e l’accrescere la fede nei confronti di Cristo Figlio di Dio unico Salvatore dell’uomo, nell’IRC l’obiettivo è CONOSCERE, NON CREDERE, per questa ragione è doveroso, spiegare, interrogare e valutare…
Però lo Stato italiano, per una delle sue frequenti incoerenze, dopo aver solennemente proclamato l’importanza del cattolicesimo per l’Italia, lo rende oggetto di scelta!! In questo privando i non avvalentisi di un oggettivo strumento di conoscenza! Cioè venendo meno alla ragion d’essere della scuola!
Bassiano Perini, Laureato in storia moderna, teologia e scienze politiche, per scelta insegnante IRC ora in pensione.
anche Gennari ha detto cose sensate, ma ha parlato un po' troppo di se stesso
A proposito sul cartaco c'è una pagina intera intitolata "Santità fugga lo spirito di Assisi" .
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