domenica 23 gennaio 2011

Il discorso del Papa alla Rota Romana nel commento di Franca Giansoldati

Il Pontefice: «Evitare nozze superficiali e facili annullamenti»

CITTA’ DEL VATICANO

Pochi matrimoni in chiesa, troppe separazioni, eccessive nullità matrimonali. Il Tribunale della Rota Romana è intasato e l’andazzo non va bene.
Papa Ratzinger prende atto della situazione negativa e striglia i giudici rotali puntualizzando tre aspetti chiave. Primo: «nessuno», tantomeno i futuri sposi, possono «vantare il diritto a una cerimonia nuziale». Chi vuole sposarsi all’altare lo deve fare nella piena consapevolezza che «non vi è che un solo matrimonio» nella vita, «autentica dinamica coniugale di vita e amore», ed è per sempre.
Secondo, se i parroci si trovano di fronte a fidanzati impreparati cristianamente ad affrontare questo passaggio, hanno il dovere di negare loro il sacramento che «non puo’ essere esercitato nel caso in cui sia evidente che non sussistono le premesse per il suo esercizio». Terzo: i corsi prematrimoniali e il necessario periodo di preparazione al matrimonio non è una trafila burocratica, un mero «atto formale», la cui naturale conclusione è «il nulla osta» alla cerimonia nuziale.
Papa Ratzinger rammenta che l’aspetto giuridico è intrinsecamente legato all’essenza stessa del matrimonio sicchè «il diritto a sposarsi va visto in tale prospettiva». Va da sè che nelle parrocchie occorrerebbe avere maggiore serietà sia nell’autorizzare la cerimonia di nozze che, successivamente, nei tribunali diocesani, nell’esaminare eventuali richieste di nullità.
Benedetto XVI è preoccupato di invertire la tendenza negativa. Per questo ha ripetuto che «si deve interrompere nella misura del possibile, il circolo vizioso che spesso si verifica tra un’ammissione scontata al matrimonio, senza un’adeguata preparazione e un esame serio dei requisiti previsti per la sua celebrazione, e una dichiarazione giudiziaria talvolta altrettanto facile, ma di segno inverso, in cui lo stesso matrimonio viene considerato nullo solamente in base alla costatazione del suo fallimento». Tutta colpa del vento del relativismo che soffia forte e fa crollare molte unioni iniziate con le migliori intenzioni, come ha riconosciuto anche il decano della Rota, monsignor Stankiewiz. Impera una mentalità «divorzistica, licenziosa e laicista».
FRA.GIA.

© Copyright Il Messaggero, 23 gennaio 2011

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