Il Papa commosso tra i piccoli malati
Ai bambini del Gemelli: la mia preghiera e il mio affetto per darvi forza nella sofferenza
Il rettore Ornaghi: «Una grande dimostrazione di tenerezza da parte del Pontefice»
DA ROMA
SALVATORE MAZZA
Commozione, tanta. E non solo dei bambini, o dei loro genitori.
S’è commosso anche lui. Il Papa. Succede, in un reparto pediatrico. Facilmente. S’è commosso nel salutare i bambini, e nel consegnare i doni che aveva portato per loro.
«Qualche regalo – ha detto – proprio perché sentiate, attraverso un piccolo segno, la simpatia, la vicinanza, l’affetto del Papa».
E, soprattutto, per dire che «Dio stesso ha voluto venire sulla terra per mostrarci quanto ci vuole bene, e si è fatto bambino come voi per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto».
Il pomeriggio di Benedetto XVI al Policlinico «Agostino Gemelli» dell’Università Cattolica è trascorso così, tra emozione e festa. Alla vigilia dell’Epifania «anche per fare un po’ come i Magi, che portarono a Gesù dei doni, oro, incenso e mirra, per manifestargli adorazione e affetto». Arrivato puntuale alle 17.15, accolto dal cardinale vicario di Roma Agostino Vallini, dal rettore dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi e da tutta la dirigenza dell’ateneo, papa Ratzinger s’è subito recato a visitare il dipartimento di pediatria, accompagnato dal direttore dell’unità Costantino Romagnoli, fermandosi con tutti i 53 ospiti attualmente ricoverati nelle tre sezioni, consegnando a ciascuno un regalo – carillon e peluche per i più piccoli, libri per i più grandi – e con i loro genitori. Un momento «a dir poco commovente – avrebbe raccontato più tardi lo stesso Romagnoli – su ogni bambino si è soffermato, ha chiesto ai medici come stava e come intendevano curarlo. E in particolare si è commosso guardando le incubatrici dei prematuri, perché li ha visti infinitamente deboli». Dal reparto Benedetto XVI s’è quindi trasferito nella hall del Policlinico universitario, dove s’è svolta la parte pubblica della visita. A salutarlo, a nome di tutti, è stata Francesca, adolescente in carrozzina affetta da spina bifida e ricoverata presso il centro specializzato del Dipartimento, che, inaugurato qualche anno fa, Benedetto XVI ha voluto ieri benedire. «Caro Santo Padre, a nome di tutti i bambini del Gemelli: benvenuto, sono emozionata, ma anche tanto contenta di questa tua visita», ha detto Francesca nel dargli il benvenuto. «Anche noi – ha aggiunto con commozione la ragazza – abbiamo bisogno di incontrare Gesù. Il nostro cielo si era fatto scuro di nuvole minacciose. Oggi si accende la luce della stella: una speranza nuova. Per questo ti ringraziamo, Padre Santo». Quindi è stato papa Ratzinger a prendere la parola, a concludere quella che Ornaghi ha definito «una giornata bellissima una grande dimostrazione di tenerezza da parte del Santo Padre verso i bambini, soprattutto quelli in condizioni difficili che sono il segno della bellezza della vita. Questo momento suggella il rapporto tra il Pontefice e il Policlinico Gemelli». Tanto più, come sottolineato dal direttore del policlinico Cesare Catananti, «con le parole di sostegno e di incoraggiamento per l’impegno che tutto il personale ogni giorno profonde nella cura dei malati».
A ricordo della visita, i pazienti pediatrici del Centro per la spina bifida hanno regalato a Benedetto XVI tre statuine raffiguranti i Magi, in terracotta e stoffa pregiata, parte della collezione «Antiche meraviglie» realizzati in unico esemplare dall’artigianato artistico lucano di Franca Daria di Grassano (Matera). Inoltre il rettore dell’Università Cattolica ha donato al Papa una riproduzione anastatica dello spartito autografo del compositore italiano Licino Refice del Mottetto «Tu es Petrus».
Durante la visita al reparto di pediatria l’Associazione dei genitori dei bambini prematuri del Gemelli (Genitin) ha inoltre regalato al Papa una maglietta con il logo dell’associazione e la scritta «Nati per vivere», che «il Pontefice ha apprezzato molto», ha detto ancora Romagnoli, raccontando che Benedetto XVI «ha subito preso la maglietta, che aveva la scritta tradotta in diverse lingue, tra cui il tedesco, e se l’è messa al braccio». Fra le molte persone presenti all’evento anche l’attore Tullio Solenghi, testimonial di molte campagne sulla spina bifida, per il quale «la visita del Papa testimonia l’importanza che la prevenzione e la conoscenza di questa malattia hanno acquisito negli ultimi anni».
© Copyright Avvenire, 6 gennaio 2011
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1 commento:
Foto bellissima. Sguardo celestiale. Grazie
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