sabato 15 gennaio 2011

La salma di Papa Wojtyla non sarà esumata. Ma la bara verrà trasferita in San Pietro vicino alla Pietà (Scaramuzzi)

La salma non sarà esumata
Ma la bara verrà trasferita in San Pietro vicino alla Pietà


di IACOPO SCARAMUZZI

— CITTÀ DEL VATICANO —

SEI ANNI e ventinove giorni, meno di madre Teresa di Calcutta.
Giovanni Paolo II sarà beato a tempo di record. E sarà il suo successore, Benedetto XVI, a celebrare la messa di beatificazione il prossimo primo maggio, che per la Chiesa è la festa della Divina misericordia. Ieri il Papa ha firmato il decreto che fa ascendere agli onori degli altari un Pontefice che ha regnato per quasi 27 anni ed è assurto a protagonista della storia del Novecento. È storico, del resto, anche il fatto che un Papa tedesco beatifichi un Papa polacco: paesi in guerra nella seconda guerra mondiale, ora uniti dal comune filo della memoria di Wojtyla.
A spianare la strada a Giovanni Paolo II è stato il miracolo della guarigione di una religiosa francese. Dopo avere invocato la sua intercessione, suor Marie Simon Pierre nel 2005 è guarita in modo improvviso e scientificamente inspiegabile dal morbo di Parkinson. È quel che hanno accertato dapprima i medici incaricati dal Vaticano, poi i teologi e infine i vescovi e i cardinali della Congregazione per le cause dei santi. Che poi hanno consegnato l’incartamento a Ratzinger per la firma.
FESTEGGIANO i fedeli polacchi e tutti i devoti di Wojtyla. La bara di Giovanni Paolo II sarà trasferita — senza esumazione — dalla grotte vaticane alla basilica di San Pietro, vicino alla Pietà di Michelangelo. Il Vaticano deciderà nelle prossime settimane il suo giorno nel calendario dei santi e beati. Quel che è certo è che per l’evento affluiranno a Roma centinaia di migliaia di persone.
Che Benedetto XVI tenesse alla beatificazione del suo predecessore è stato chiaro fin da subito. Dieci giorni dopo essere eletto Papa dispose l’abrogazione dei cinque anni prescritti per l’avvio di un processo di beatificazione.
L’iter è filato, però, meno liscio del previsto.
Se al momento del funerale in piazza San Pietro in molti invocarono «Wojtyla santo subito», a un certo punto, l’anno scorso, sembrò che il Papa polacco non sarebbe divenuto neppure beato. «Colpa», ufficialmente, del miracolo.
Alcuni medici posero in dubbio che la suora francese fosse effettivamente affetta da Parkinson. In realtà, c’erano problemi più grossi. Nessuno metteva in discussione la figura complessiva di Wojtyla.
Il pontificato, però, era molto recente. E non mancavano ombre. Qualcuno ha parlato di fondi neri inviati dal Vaticano all’opposizione polacca al regime comunista. Negli ultimi mesi, poi, gli altri scandali che hanno investito la Santa Sede — i casi di pedofilia, le indagini sugli immobili di Propaganda fide e sui conti anonimi dello Ior — hanno messo in luce errori e scorrettezze dell’entourage wojtyliano.

SOSPETTI inconsistenti, per Ratzinger. «Nessuno sconto è stato fatto nelle procedure e negli accertamenti, il processo canonico è stato particolarmente scrupoloso», ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, precisando che «non sono tanto le opere» di Wojtyla, quanto «la loro sorgente spirituale, la sua fede, la sua speranza, la sua carità» a farlo divenire beato.

© Copyright Quotidiano Nazionale, 15 gennaio 2011 consultabile online anche qui.

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