Le stragi di cristiani offendono Dio
Il dolore di Benedetto XVI e l'invito a non rispondere con la violenza. Il rettore dell'università islamica critica il Papa ma a Il Cairo riprende il dialogo interreligioso.
Maurizio Piccirilli
«Un vile gesto che offende Dio e l’umanità», sono le parole che dai Palazzi vaticani sono rimbalzate in ogni angolo della Terra. Il profondo dolore del Papa per le nuove persecuzioni. Benedetto XVI è tornato, nell'Angelus di ieri, a ricordare la strage di cristiani ad Alessandria d'Egitto e altri episodi di violenza di cui sono vittime i cristiani nel mondo. Parole dure che non hanno mancato di scatenare critiche di alcuni esponenti islamici. Il grande imam di Al Azhar, sceicco Ahmed El Tyeb, una della massime figure dell'Islam, ha contestato le dichiarazioni del Papa sulla necessità di difendere i cristiani definendole «intervento inaccettabile negli affari dell'Egitto». «Perché il Papa non ha chiesto la protezione dei musulmani quando venivano massacrati in Iraq?», si è chiesto El Tayeb. L'imam ha polemicamente evidenziato quella che definisce «una visione sbilanciata su musulmani e cristiani che rischiano di essere uccisi in tutto il mondo».
Ma nell'omelia del 1° gennaio Benedetto XVI si era rivolto ai «responsabili del mondo» affinché difendano la libertà di religione, qualsiasi essa sia. Nonostante la critica a caldo, lo sceicco Ahmed El Tyeb ha lavorato con il patriarca copto di Alessandria, Shenouda III, per cercare un dialogo tra le popolazioni delle diverse confessioni. Al termine dell'incontro a Il Cairo le due autorità religiose hanno annunciato la creazione di un comitato paritetico che s'incontrerà su base settimanale per ridurre tensioni settarie. Il governo egiziano, a partire dal presidente Hosni Mubarak, ha insistito sul fatto che l'attentato verrà perseguito come un attacco all'intero paese e non solo alla minoranza cristiana. Gli attacchi ai cristiani nella regione della Mezzaluna fertile sono finalizzati al loro esodo. Motivi più politici che religiosi ma sfruttati dagli integralisti jiadisti per seminare morte. Purtroppo in Egitto è scoppiata la ribellione copta. Almeno dieci cristiani copti sono rimasti feriti in scontri con la polizia durante le manifestazioni al centro de Il Cairo scoppiate dopo l'attentato nella chiesa dei santi di Alessandria nel quale sono morte 21 persone. La polizia ha usato i manganelli per disperdere i manifestanti che tentavano di superare il cordone delle forze di sicurezza sul lungo Nilo vicino al ministero degli Esteri. In varie parti del Paese i copti hanno manifestato la loro rabbia. Nella provincia meridionale di Assiut, almeno 2mila copti hanno partecipato a una manifestazione di protesta contro il governo, accusato di non proteggerli abbastanza. A Il Cairo circa 150 persone hanno invece manifestato a favore dell'unità fra egiziani cristiani e musulmani, al grido di «Un paese, una nazione», oppure «Lunga vita alla mezzaluna e alla croce».
Ma nella stessa capitale egiziana decine di copti hanno assalito l'automobile di Ahmed al Tayeb, rettore dell'università di al Azhar reduce dall'incontro con il patriarca. La polizia egiziana ha arrestato 17 persone ritenute coinvolte nell'attentato alla chiesa di Alessandria. Persone collegate con il gruppo «Al Mujaheddin» che ha rivendicato la strage. Parlando alle migliaia di persone presenti in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha però invitato a scegliere la strada della non violenza: «Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l'umanità intera. Davanti a questa strategia di violenze che ha di mira i cristiani e ha conseguenze su tutta la popolazione, prego per le vittime e i familiari e incoraggio le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo». Le parole del Papa sono condivise da molte persone anche di fede islamica: ogni atto di terrore e di violenza offende innanzitutto Dio e l'umanità è assai diffuso. L'Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii) ha espresso «dolore e orrore» per l'attentato, invitando «tutta la rete di moschee che fa riferimento alla nostra Unione a pregare per le vittime e affinché quella criminale provocazione fallisca.
© Copyright Il Tempo, 3 gennaio 2011 consultabile online anche qui.
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