sabato 1 gennaio 2011

Messaggio del Presidente Napolitano al Papa: Mi unisco al Suo accorato appello affinché tali forme di cruenta discriminazione contro i Cristiani abbiano a cessare, nel fermo convincimento che i diritti dell'Uomo vadano ovunque promossi, difesi e rispettati

Messaggio del Presidente Napolitano al Papa in occasione della Giornata mondiale della Pace

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, ha inviato a sua Santità Benedetto XVI, il seguente messaggio:

"L'annuale celebrazione della Giornata mondiale della Pace ha fornito a Vostra Santità l'occasione per porre all'attenzione dell'umanità intera l'essenziale tema della libertà religiosa, la cui attualità è resa ancor più manifesta dagli efferati episodi di violenza e dalle persecuzioni che hanno colpito, e tuttora interessano, la Comunità cristiana in varie aree del mondo e particolarmente in Iraq. Mi unisco, in proposito, al Suo accorato appello affinché tali forme di cruenta discriminazione abbiano a cessare, nel fermo convincimento che i diritti dell'Uomo vadano ovunque promossi, difesi e rispettati.

L'Italia, che si appresta a celebrare il 150mo anniversario dell'unità nazionale, può dirsi orgogliosa di considerare la libertà religiosa parte integrante della propria identità culturale. L'inviolabilità di questo diritto è stata ratificata dai padri della Costituzione repubblicana laddove, fra i principi fondamentali, è stato sancito che 'tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge'. Nell'Italia del dopoguerra, devastata da due conflitti mondiali e segnata dal totalitarismo, veniva difatti più che mai avvertita la necessità di garantire la massima tutela delle libertà e dei diritti fondamentali dell'Uomo, al fine di assicurare al Popolo italiano un futuro di pace e di prosperità durature.

In molte parti del mondo assistiamo, ancora oggi, alla drammatica e sistematica violazione delle libertà individuali, di fronte alla quale non si può restare inerti. Auspico, in proposito, che il Suo rinnovato appello alla pace induca la Comunità internazionale ad una profonda riflessione, anche rispetto alle azioni da intraprendere nei confronti di quei Paesi che negano ai loro cittadini la libertà di professare il proprio credo.

L'Italia, convinta sostenitrice dei profondi valori sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, non farà mancare la propria voce, in ambito internazionale, affinché la libertà di religione venga tutelata, in ogni possibile circostanza. Fermo è il nostro convincimento che la via per la convivenza pacifica fra i popoli passi anche attraverso il consapevole rispetto delle diversità culturali, che devono rappresentare una fonte di arricchimento reciproco e non, invece, di divisione e di conflitto.

Il Suo alto monito rispetto ai crescenti pregiudizi presenti in Occidente - e nella stessa Europa - nei confronti dei cristiani assume inoltre, per noi italiani, una forza ed un significato ancor più pregnanti. L'Italia ha dato prova di grande sensibilità nella valorizzazione del retaggio storico, culturale e morale rappresentato dalla tradizione cristiana europea. L'apprezzamento che Ella ha inteso manifestare al Governo italiano, per il tramite del nuovo Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, non può che rafforzare la sintonia con l'Italia nella comune battaglia per il rispetto e il riconoscimento della dimensione sociale e pubblica del fatto religioso, sia nel nostro Continente che nel resto del mondo.

Nel Suo messaggio per la celebrazione della giornata mondiale della Pace, Ella ci ha inoltre ricordato che i cristiani 'sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede'. Questo allarmante dato non può che rafforzare la nostra convinta azione a favore delle numerose comunità cristiane che subiscono oggi prevaricanti discriminazioni in diverse aree del nostro pianeta.

Con queste parole di speranza e nella certezza di rappresentare i più profondi sentimenti del popolo italiano Le rivolgo, Santità, un fervido e sincero augurio per la prosecuzione della Sua missione apostolica e nell'approssimarsi delle Festività di fine anno Le rinnovo i più sinceri e calorosi auguri di un sereno Natale e un Felice Anno Nuovo".

Roma, 1° gennaio 2011

Sito Ufficiale della Presidenza della Repubblica

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