sabato 1 gennaio 2011

Benedetto XVI alla preghiera del "Te Deum": vicini a chi soffre, il futuro è un tempo di speranza (R.V.)

Benedetto XVI alla preghiera del "Te Deum": vicini a chi soffre, il futuro è un tempo di speranza

“Il Dio eterno è entrato e rimane nel tempo dell’uomo. Vi è entrato e vi rimane con la persona di Gesù che è il Salvatore del mondo”. Lo ha detto ieri sera il Papa, nella Basilica Vaticana, durante i Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, seguiti dal tradizionale Te Deum. Nella sua omelia, Benedetto XVI ha invitato i fedeli a guardare ancora al futuro con speranza, nonostante le tante sofferenze del tempo presente, prima tra tutte la precarietà in cui si trovano molte famiglie. Al termine della celebrazione il Santo Padre ha sostato in preghiera davanti al presepe in Piazza San Pietro. Il servizio di Cecilia Seppia:

Al crepuscolo di un anno denso di eventi, Benedetto XVI invita i fedeli innanzitutto a rendere grazie al signore per ogni cosa ricevuta e prima ancora per la Grazia in persona che è Cristo Gesù. Nessun bilancio, nessun proposito, semplicemente l’essere grati a Dio per ciò che Egli ci ha donato, consapevoli che questa gratitudine possa aiutarci a riscoprire un grande valore iscritto nel tempo:

“…Scandito nei suoi ritmi annuali, mensili, settimanali e quotidiani, esso è abitato dall’amore di Dio, dai suoi doni di grazia; è tempo di salvezza. Sì, il Dio eterno è entrato e rimane nel tempo dell’uomo. Vi è entrato e vi rimane con la persona di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, il Salvatore del mondo”.

“L’Eterno entra nel tempo fin dalla creazione e lo rinnova alla radice, liberando l’uomo dal peccato”, afferma il Pontefice, ma è solo con la venuta di Cristo e con la sua redenzione che si arriva alla pienezza dei tempi, come scrive l’Apostolo Paolo al capitolo 4 della lettera ai Galati: con Gesù il tempo si fa pieno, giunge al suo compimento, acquista quel significato di grazia e salvezza rinnovatrice che diviene manifesto con il Natale.

“Il nostro tempo umano è sì carico di mali, di sofferenze, di drammi di ogni genere – da quelli provocati dalla cattiveria degli uomini a quelli derivanti dagli infausti eventi naturali –, ma racchiude ormai e in maniera definitiva e incancellabile la novità gioiosa e liberatrice di Cristo Salvatore”.

Certo che nel Natale ci sia l’invito a ritrovare e riscoprire la presenza di Dio nella vita di ogni giorno, il Santo Padre pensa a tutti coloro che sono nel bisogno:

“Un ricordo speciale va a quanti sono in difficoltà e trascorrono fra disagi e sofferenze questi giorni di festa. A tutti e a ciascuno assicuro il mio affettuoso pensiero, che accompagno con la preghiera”.

Il Papa si rallegra per come sta procedendo il programma diocesano, per la “capillare azione apostolica” in cui la Chiesa di Roma è impegnata, sostenendo tutti i battezzati a testimoniare la bellezza della fede. Incoraggia i “Centri di ascolto del Vangelo”, saluta con favore le tante iniziative di evangelizzazione e missione, ribadisce la centralità dell’Eucarestia che è luogo privilegiato dell’ascolto della Parola di Dio. Infine il pensiero del Papa va a chi attraverso il servizio e il volontariato, spinto dalla carità, dona la sua vita per aiutare gli altri.

“…Ricordo in particolare la visita che ho compiuto all’Ostello della Caritas alla Stazione Termini dove, attraverso il servizio e la generosa dedizione di numerosi volontari, tanti uomini e donne possono toccare con mano l’amore di Dio. Il momento presente genera ancora preoccupazione per la precarietà in cui versano tante famiglie e chiede all’intera comunità diocesana di essere vicina a coloro che vivono in condizioni di povertà e disagio. Dio, infinito amore, infiammi il cuore di ciascuno di noi con quella carità che lo spinse a donarci il suo Figlio unigenito”.

Ancora il Santo Padre invita a guardare al futuro e a farlo con quella speranza che è la parola finale del Te Deum, certi di essere sostenuti e accolti dalle braccia di Maria.

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