martedì 4 gennaio 2011

Padre Lombardi: il Papa si batte per la libertà religiosa di tutti (Gasparroni)

Padre Lombardi: il Papa si batte per la libertà religiosa di tutti

Fausto Gasparroni

CITTA' DEL VATICANO

Nessuna volontà di alimentare la polemica dopo le critiche del grande imam di Al-Azhar alle parole del Papa, e allo stesso tempo l'invito a far sì che la solidarietà per le vittime cristiane della strage di Capodanno ad Alessandria d'Egitto sia motivo di unione contro la violenza, e non di ulteriori divisioni religiose. Pur negando qualsiasi ingerenza negli affari egiziani e ricordando che il Pontefice ha sempre condannato ogni violenza, anche contro gli islamici, il Vaticano evita di ribattere allo sceicco Ahmed Al-Tayyeb, tra le massime autorità dell'Islam sunnita, che proprio di indebita ingerenza ha tacciato Ratzinger per le sue dichiarazioni sulla necessità di difendere i cristiani, accusandolo anche di non aver «chiesto la protezione dei musulmani quando venivano massacrati in Irak». In un intervento alla Radio Vaticana, il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, sottolinea ancora la «condanna» dell'imam di Al-Azhar all'attentato alla chiesa copto-ortodossa dei Santi, nel quale sono morte 22 persone, il fatto che sia anche andato «a portare le sue condoglianze al Papa copto Shenuda»: «Non credo quindi opportuno – aggiunge – in un momento così delicato e concitato, e in cui tutti devono essere uniti contro il terrorismo, discutere su altri particolari il cui senso non ci è chiaro».
Per quanto riguarda invece la posizione del Papa, «è chiarissima, come sempre»: «Condanna radicale della violenza, vicinanza alla comunità orribilmente colpita, preoccupazione per la libertà religiosa delle minoranze cristiane, ma nel contesto della preoccupazione per la libertà religiosa di tutti, non solo dei cristiani, come ha detto nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace».
Lombardi ricorda che «il Papa ha condannato innumerevoli volte la violenza nei confronti di tutti e non solo dei cristiani», come nel recente discorso al nuovo ambasciatore iracheno, «dove parlava proprio delle vittime innocenti della violenza, sia musulmani sia cristiani».
Il portavoce vaticano pone l'accento sulla necessità che «tutti i responsabili» si impegnino «per la lotta contro il terrorismo e per la sicurezza delle popolazioni». Ma anche che «tutti gli operatori di pace, di tutte le fedi e di tutte le tendenze» si oppongano «a un disegno di odio, che evidentemente mira a dividere, a suscitare tensione, odio e conflitto».
«Occorre quindi – aggiunge – che la doverosa solidarietà per i cristiani colpiti non diventi in alcun modo occasione per alimentare un conflitto fra le religioni o le civiltà, che sarebbe deleterio». E anche «l'invito del Papa ad Assisi per il prossimo ottobre dimostra la sua volontà di ribadire il messaggio fondamentale che in nome di Dio non si può fare guerra, ma solo pace».
Sempre parlando alla Radio Vaticana, il capo dicastero per il Dialogo interreligioso, card. Jean-Louis Tauran, che proprio con Al-Azhar vanta anni di incontri bilaterali e dichiarazioni congiunte, rileva che di fronte alle stragi «debbano essere evitate due cose: la collera, che è sempre cattiva consigliera, e l'indifferenza», e che l'unica risposta possibile «è il dialogo», che «deve essere intensificato», perchè «il male si vince con il bene». E mentre il nunzio apostolico in Egitto, mons. Michael Louis Fitzgerald, spiega a Fides che «i cristiani non si sentono abbastanza protetti», anche se «si comprendono le difficoltà a prevenire gli atti di terrorismo», e che non è questo il momento di «mettersi gli uni contro gli altri, ma di lavorare per l'unità nazionale», dure parole contro l'imam di Al-Azhar arrivano da un islamologo di fama internazionale, il gesuita egiziano padre Samir Khalil Samir, che giudica «inammissibili» e «ridicole» le sue critiche al Papa.
«Ha criticato il Pontefice senza saperne nulla, guardando solo i titoli di giornale», dice su AsiaNews, ricordando tra l'altro che «innumerevoli volte» il Papa ha «condannato la violenza» e detto che «bisogna sconfiggere l'intolleranza, e smetterla di giustificare la violenza in nome di Dio. «Se anche avesse chiesto la protezione per i cristiani – chiede padre Samir -, che scandalo c'è?».

© Copyright Gazzetta del sud, 4 gennaio 2011

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