Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Troppe nozze facili
Il Papa chiede uno stop
Duro richiamo di Benedetto XVI: “La cerimonia non è un diritto”
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Il lassismo della Chiesa favorisce i fallimenti matrimoniali, quindi non si potranno più ammettere coppie alle nozze senza preparazione e senza esaminare i «requisiti».
Benedetto XVI condanna il «circolo vizioso» tra le ammissioni al sacramento e il boom di dichiarazioni di nullità nei tribunali ecclesiastici. Basta al matrimonio religioso per tutti pur di riempire le chiese.
Dirsi sì sull’altare non è un diritto né «un messaggio ideologico», perciò altolà papale alle nozze e agli annullamenti facili. «Nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale», ammonisce il Papa davanti alla Sacra Rota riunita nell’udienza annuale. Sposarsi in chiesa è un «diritto» solo per chi crede nel «matrimonio cristiano».
I giudici ecclesiastici non emettano nullità di matrimoni basate solo sulla «constatazione del fallimento». Benedetto XVI tra esigenze pastorali e diritto canonico stigmatizza le nozze celebrate in chiesa solo perché più scenografiche di un matrimonio in comune e l’aumento delle sentenze di nullità emesse dai tribunali ecclesiastici. Un «vademecum» sul matrimonio cristiano che impone ai tribunali ecclesiastici di trasmettere un «messaggio univoco» su ciò che in esso è essenziale. Non esiste «un matrimonio della vita e un altro del diritto», bensì un solo matrimonio, «vincolo giuridico reale tra l’uomo e la donna, un vincolo su cui poggia l’autentica dinamica coniugale di vita e di amore».
Per questo «nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale» ma va assicurato il diritto a «celebrare un autentico matrimonio». Che farà allora la Chiesa per evitare che «impulsi emotivi o ragioni superficiali inducano i due giovani ad assumere responsabilità che non sapranno poi onorare» e per difendere matrimonio e famiglia «da ogni possibile equivoco sulla loro verità»? Benedetto XVI insiste sulla «cura particolare» da porre nella preparazione al matrimonio. «Impera una mentalità divorzistica, licenziosa e laicista contro la dignità sacramentale del matrimonio», denuncia il decano della Rota romana, Antoni Stankiewicz.
Accertare che nulla si opponga «alla valida e lecita celebrazione delle nozze» non è un fatto «formalistico» o «burocratico»: bensì una «occasione pastorale unica» per dialogare con i fidanzati e analizzarne la «vocazione umana e cristiana al matrimonio». Una azione pastorale di questo tipo, a giudizio di papa Ratzinger, aiuta anche la «prevenzione delle nullità matrimoniali». A quanti nella Chiesa si occupano di questi temi il Papa chiede di «adoperarsi affinché si interrompa, nella misura del possibile, il circolo vizioso che spesso si verifica tra un’ammissione scontata al matrimonio, senza un’adeguata preparazione e un esame serio dei requisiti previsti per la sua celebrazione, e una dichiarazione giudiziaria talvolta altrettanto facile, ma di segno inverso, in cui lo stesso matrimonio viene considerato nullo solamente in base alla costatazione del suo fallimento».
È vero, argomenta il Pontefice, «che non tutti i motivi di un’eventuale dichiarazione di nullità possono essere individuati oppure manifestati nella preparazione al matrimonio», «ma, parimenti, non sarebbe giusto ostacolare l’accesso alle nozze sulla base di presunzioni infondate, come quella di ritenere che le persone sarebbero generalmente incapaci o avrebbero una volontà solo apparentemente matrimoniale». «Il Pontefice ha ribadito una questione basilare: la sincerità della richiesta del sacramento del matrimonio come scelta unica e irrevocabile - osserva il cardinale di Curia Achille Silvestrini - L’azione pastorale della Chiesa deve garantire la necessaria assistenza nella preparazione al matrimonio e alla vita familiare».
“TROPPI ANNULLAMENTI Il Pontefice richiama i giudici a vigilare sull’eccesso di sentenze di nullità”
“ESAME PREVENTIVO Più attenzione deve essere dedicata alla preparazione e alle intenzioni degli sposi”
“50 mila cause”
“In tutto il mondo in tanti si rivolgono alla Sacra Rota per l’annullamento Una causa ogni sessantadue matrimoni celebrati in chiesa”
“94 per cento”
“È la percentuale di cause che finiscono con l’annullamento del vincolo matrimoniale Il numero di cause è in costante aumento negli ultimi venti anni”
© Copyright La Stampa, 23 gennaio 2011
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