mercoledì 18 maggio 2011

Il Papa: Il Signore non vuole la morte del malvagio, ma che si converta e viva; il suo desiderio e' sempre quello di perdonare, salvare, dare vita, trasformare il male in bene (Izzo)

PAPA: 40MILA FEDELI LO ACCOLGONO IN PIAZZA SAN PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 mag.

Benedetto XVI e' in piazza San Pietro per l'Udienza Generale. All'incontro partecipano circa 40mila fedeli, dei quali solo 13mila avevano ritirato nei giorni scorsi il biglietto presso la Prefettura della Casa Pontificia annunciando cosi' la propria presenza.
Ma le immagini riprese dall'alto mostrano gremiti i quattro settori centrali della piazza e molti fedeli sono in quelli laterali, tanto che la jeep bianca del Pontefice ha compiuto un ampio giro consentendo cosi' ai fedeli di vedere da vicino il Papa e di salutarlo con applausi, bandiere e striscioni.

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PAPA: DIO NON VUOLE MORTE DEL MALVAGIO MA CHE SI CONVERTA E VIVA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 mag.

"Il Signore non vuole la morte del malvagio, ma che si converta e viva; il suo desiderio e' sempre quello di perdonare, salvare, dare vita, trasformare il male in bene".
Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso all'Udienza Generale di oggi.
La riflessione del Pontefice e' partita dal tema della preghiera di intercessione, ricordando il tentativo di Abramo di salvare Sodoma e Gomorra dal castigo di Dio. Il Patriarca, ha ricordato, "non si limita a domandare la salvezza per gli innocenti. Abramo chiede il perdono per tutta la citta' e lo fa appellandosi alla giustizia di Dio".
"Cosi' facendo - ha osservato il Papa teologo - mette in gioco una nuova idea di giustizia: non quella che si limita a punire i colpevoli, come fanno gli uomini, ma una giustizia diversa, divina, che cerca il bene e lo crea attraverso il perdono che trasforma il peccatore, lo converte e lo salva. Con la sua preghiera, dunque, Abramo non invoca una giustizia meramente retributiva, ma un intervento di salvezza che, tenendo conto degli innocenti, liberi dalla colpa gli empi, perdonandoli".
Per Abramo, ha rilevato Ratzinger, "ovviamente non si possono trattare gli innocenti come i colpevoli, questo sarebbe ingiusto, bisogna invece trattare i colpevoli come gli innocenti, mettendo in atto una giustizia 'superiore', offrendo loro una possibilita' di salvezza, perche' se i malfattori accettano il perdono di Dio e confessano la colpa lasciandosi salvare, non continueranno piu' a fare il male, diventeranno anch'essi giusti, senza piu' necessita' di essere puniti". Si tratta di una richiesta di giustizia che Abramo esprime nella sua intercessione, "una richiesta che si basa sulla certezza che il Signore e' misericordioso". "E' il perdono - ha ricordato in proposito Benedetto XVI - che interrompe la spirale del peccato, e Abramo, nel suo dialogo con Dio, si appella esattamente a questo".
Abramo, infatti, "non si limita a domandare la salvezza per gli innocenti. Abramo chiede il perdono per tutta la citta' e lo fa appellandosi alla giustizia di Dio". "Cosi' facendo - ha chiarito il Papa - mette in gioco una nuova idea di giustizia: non quella che si limita a punire i colpevoli, come fanno gli uomini, ma una giustizia diversa, divina, che cerca il bene e lo crea attraverso il perdono che trasforma il peccatore, lo converte e lo salva. Con la sua preghiera, dunque, Abramo non invoca una giustizia meramente retributiva, ma un intervento di salvezza che, tenendo conto degli innocenti, liberi dalla colpa gli empi, perdonandoli".
Secondo il Pontefice, chiedendo al Signore se davvero sterminera' il giusto con l'empio "Abramo mette davanti a Dio la necessita' di evitare una giustizia sommaria: se la citta' e' colpevole, e' giusto condannare il suo reato e infliggere la pena, ma sarebbe ingiusto punire in modo indiscriminato tutti gli abitanti. Se nella citta' ci sono degli innocenti, questi non possono essere trattati come i colpevoli. Dio, che e' un giudice giusto, non puo' agire cosi'". E poi, mano mano, Abramo "fa diminuire progressivamente il numero degli innocenti necessari per la salvezza". Cosi', per l'intercessione di Abramo, "Sodoma potra' essere salva, se in essa si troveranno anche solamente dieci innocenti.
E' questa la potenza della preghiera. Perche' attraverso l'intercessione, la preghiera a Dio per la salvezza degli altri, si manifesta e si esprime il desiderio di salvezza che Dio nutre sempre verso l'uomo peccatore". Il messaggio per l'uomo di oggi, ha sintetizzato Papa Benedetto, e' chiaro: "non e' il castigo che deve essere eliminato ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell'amore che porta gia' in se' il castigo".
Ma serve "una trasformazione dall'interno, un qualche appiglio di bene, un inizio da cui partire per tramutare il male in bene, l'odio in amore, la vendetta in perdono". Per questo i giusti devono essere dentro la citta' di Sodoma e Gomorra, e Abramo continuamente ripete: "forse la' se ne troveranno". Insomma, "e' dentro la realta' malata che deve esserci quel germe di bene che puo' risanare e ridare la vita". "E' una parola", ha detto a braccio il Papa, rivolta "anche a noi" affinche' "nelle nostre citta' si trovi il germe di bene, che facciamo tutto perche' ci siano non solo dieci giusti per far vivere e sopravvivere le nostre citta' e per salvarci da questa amarezza interna che e' l'assenza di Dio. E nella realta' malata di Sodoma e Gomorra quel germe di bene non si trova". Ma la misericordia di Dio nella storia del suo popolo si allarga ulteriormente.
Se per salvare Sodoma servivano dieci giusti, il profeta Geremia dira', a nome dell'Onnipotente, che basta un solo giusto per salvare Gerusalemme". Dunque, ha sottolineato Benedetto XVI, "la bonta' di Dio si mostra ancora piu' grande.
Bisognera' che Dio stesso diventi quel giusto.
E questo e' il mistero dell'Incarnazione. Il giusto ci sara' sempre perche' e' Lui.
L'infinito e sorprendente amore divino sara' pienamente manifestato quando il Figlio di Dio si fara' uomo, il Giusto definitivo, il perfetto Innocente, che portera' la salvezza al mondo intero morendo sulla croce". Allora "la preghiera di ogni uomo trovera' la sua risposta, allora ogni nostra intercessione sara' pienamente esaudita".
E, auspica il Papa, "ci insegni ad aprire sempre di piu' il cuore alla misericordia sovrabbondante di Dio, perche' nella preghiera quotidiana sappiamo desiderare la salvezza dell'umanita' e chiederla con perseveranza e con fiducia al Signore che e' grande nell'amore".

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1 commento:

laura ha detto...

Catechesi appassionata, accorata, coinvolgente.
Una meditazione sul valore della preghiera e sulla fede nella Misericordia di Dio. Commovente l'appello a pregare per la Cina. Papa Benedetto è sempre più grande