venerdì 6 maggio 2011

La visita di Benedetto XVI nel Nord-Est. La Caritas: più povertà e meno speranza nel Triveneto

Foto scattata da Suor Benedetta
La visita di Benedetto XVI nel Nord-Est. La Caritas: più povertà e meno speranza nel Triveneto

Cresce l'attesa per la visita, domani e dopodomani, di Benedetto XVI ad Aquileia e Venezia. Il Papa si recherà in una terra, il Nordest, nota per la sua capacità di produrre ricchezza. Ma negli ultimi anni la crisi economica ha colpito molte famiglie e sono anche aumentate le disuguaglianze sociali. E' quanto sottolinea, al microfono di Luca Collodi, il delegato regionale Caritas del Triveneto, don Giovanni Sandonà:

R. – Noi abbiamo riscontrato i primi evidenti segnali, come Caritas, di una cronicizzazione della povertà. Per fare un esempio semplice, chi si è rivolto agli sportelli del microcredito Caritas, diffusi nel Nord-Est, torna a chiedere aiuto dopo qualche anno. E come Caritas del Veneto abbiamo distribuito sei milioni e mezzo in poco più di due anni. Il profilo, per esempio, di chi viene a chiedere aiuto economico in Caritas è questo: persone tra i 30 e i 50 anni, per lo più italiani, con figli a carico, basso titolo di studio, che hanno per lo più un lavoro precario. Io credo che oggi ci sia davvero un gran bisogno di riprendere capacità progettuale, superando la logica di un presente che diventa assillante, che diventa un “consensualismo” a tutti i costi, un’incapacità di stare in modo adeguato sul progettare il futuro. Io credo che il Nord-Est su questo, come tutta l’Italia, sia profondamente in crisi.

D. – Quindi, il Papa a causa della crisi economica, troverà un Nord-Est più povero...

R. – E soprattutto più vuoto di speranza. Un Nord-Est che fa fatica a guardare al futuro, un Nord-Est che fa fatica a trovare un riferimento di sostanza, di valori, di modelli di vita attorno a cui scommettere un futuro, che poi vuol dire declinarlo in scelte sociali, quale il welfare, declinarlo su modelli economici – e la piccola impresa, dove sta andando, può reggere – declinarlo su modelli etici, come salvare la famiglia. Noi abbiamo una categoria di adulti – parlo di 10 mila persone che abbiamo accostato in due anni nel Veneto – che sono estremamente fragili e sembrano ormai essere per lo più espulsi: sono fuori dal mercato del lavoro. Anche a livello politico o ci riappropriamo della “mission” della politica, che è costruire il futuro, oppure ci rimettiamo ad occupare un presente, a dilaniarci dentro questo gioco di poteri, assolutamente schiacciati su un presente incapace di pensare.

D. – Quale significato ha per la Caritas del Triveneto la visita del Papa?

R. – Il Papa viene a confermare la fede, una fede che viene confermata nella logica dell’Incarnazione; una Chiesa, come diceva anche il Beato Giovanni Paolo II, che deve fare della persona umana la sua “mission”. Peraltro, di quel detto di Benedetto XVI, ripreso anche nel documento della Cei, di questa speranza che non delude, di questa speranza sostenibile, di questa speranza affidabile, io credo che ne abbiamo un grande, grande bisogno! Altrimenti ci limiteremo, braccati dalle paure, ad abitare un presente che rischia di diventare un incubo, più che una misura umana dell’esistenza.(ap)

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