mercoledì 16 novembre 2011

Pedofilia, la Santa Sede commissaria la Comunità delle Beatitudini. Coinvolto anche il fondatore

Pedofilia/ Vaticano commissaria comunità carismatica francese

Coinvolto anche il fondatore della comunità delle Beatitudini

Roma, 16 nov. (TMNews)

Un lungo e dettagliato comunicato stampa in cui la Comunità delle Beatitudini prende atto con "lucidità, umiltà e pentimento" dei "gravi delitti" che un gruppo "ristretto" di suoi membri, tra cui il fondatore, ha commesso in materia di abusi sessuali al suo interno. Il documento è stato diffuso ieri sera dalla Francia ed è firmato dal Commissario pontificio nominato in maniera straordinaria dalla Santa Sede nel 2010, il padre domenicano Henry Donneaud, e dal Consiglio generale della Comunità.
Fondata nel 1973 in seno alla più ampia corrente del Rinnovamento Carismatico, la Comunità delle Beatitudini ha conosciuto nei suoi primi tre decenni di vita, una rapida crescita che l'ha portata a fondare più di 66 case nei cinque continenti. E' stata poi riconosciuta nel 2002 dalla Santa Sede. E'da quell'anno - si legge nella ricostruzione fatta dal comunicato - che cominciano ad apparire le prime "fragilità, errori e derive".
Nel comunicato si parla di tre casi: il primo è quello di Pierre-Etienne Albert, molto vicino al fondatore della Comunità delle Beatitudini, Ephraim Croissant. Pierre-Etienne Albert fu accusato di pedofilia nel 2003 e reo confesso nel 2008. Altro capitolo doloroso affrontato nel comunicato chiama in causa lo stesso fondatore della Comunità, Ephraim, per i "delitti contro la morale della Chiesa" da lui commessi ai danni soprattutto delle "sorelle" che vivevano nella sua Comunità. "Il suo prestigio di fondatore carismatico - si legge nel comunicato - unito alla seduzione della sua parola, ha condotto la maggior parte delle sue vittime a lasciarsi abusare". Nel comunicato si parla infine di Philippe Madre, cognato di Ephraim che gli successe alla guida della Comunità come primo moderatore generale. In seguito a numerose denunce depositate contro di lui, è stato dichiarato colpevole in una sentenza di prima istanza dall'Ufficio interdiocesano di Tolosa nel maggio del 2010 e immediatamente espulso dalla Comunità.

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