Il Natale nella tradizione siro-occidentale
Quel bimbo che ringiovanisce Adamo ed Eva
di Manuel Nin
L'anno liturgico siro-occidentale celebra la "nascita di nostro Signore nella carne" dal 25 dicembre al 5 gennaio, con due feste: il 26 quella delle Congratulazioni alla Madre di Dio e il 1° la festa della Circoncisione del Signore. I diversi testi della festa sottolineano con immagini molto vive e contrastanti questo mistero del Verbo eterno di Dio, "il primo e l'ultimo, Dio e uomo, velato e manifesto; tu che mandi la pioggia e la rugiada sulla terra, adesso la figlia dell'uomo ti nutre con delle gocce di latte; tu che siedi su un trono di gloria e fai muovere tutte le cose, adesso gattoni a Betlemme come un bimbo".
Efrem il Siro, nella sua raccolta di inni sulla natività di Cristo, enumera, come in una processione davanti alla grotta di Betlemme, tutti coloro che coi loro doni annunciano i misteri della redenzione adoperata da Cristo stesso. I primi sono i pastori che "vennero a portare beni del gregge: latte dolce, carne pura, belle lodi. Divisero e diedero: a Giuseppe la carne, a Maria il latte, e al Figlio la lode. Portarono e offrirono un agnello da latte all'Agnello pasquale, un primo nato al Primogenito, un sacrificio al Sacrificio, un agnello transitorio all'Agnello vero".
Alla processione verso la grotta, Efrem fa accorrere anche giovani e vergini, anziani e vedove. E la presenza di tutte le schiere, specialmente di vedove e anziani, è collegata da Efrem ad Adamo ed Eva, invecchiati nell'attesa dell'adempimento delle promesse e rinnovati dalla nascita di Cristo: "Gli anziani proclamavano: Benedetto il bimbo che ha ringiovanito Adamo! Lui era triste al vedersi invecchiato e consunto. Benedetto il bimbo grazie al quale sono tornati giovani Adamo ed Eva!".
Alla grotta accorrono anche agricoltori, vignaioli e carpentieri che profetizzano il mistero del bambino neonato: "Vennero gli agricoltori e si prostrarono di fronte all'agricoltore della vita e profetizzarono: Benedetto l'Agricoltore dal quale sarà lavorata la terra del cuore! Vennero i vignaioli e diedero gloria al germoglio spuntato dalla radice di Iesse, grappolo vergine della vigna assetata. Vennero i carpentieri a motivo di Giuseppe presso il figlio di Giuseppe: Benedetto il tuo Figlio, il capo dei carpentieri, grazie al quale fu disegnata anche l'arca. Fabbrica un giogo leggero e dolce per coloro che lo portano".
E intorno alla grotta si affollano anche i bambini, compagni di gioco di Cristo bimbo, e soprattutto testimoni della sua realtà messianica all'ingresso a Gerusalemme: "Gridarono i bambini: Benedetto colui che ci fu fratello e compagno nelle strade. Benedetto il giorno nel quale, con rami, daremo gloria all'albero della vita che ha chinato la sua altezza verso la nostra fanciullezza".
Nell'iconografia della festa, comune alle diverse tradizioni orientali e occidentali, il bambino nato viene fasciato e collocato in un sepolcro, Maria contempla il neonato, Giuseppe, in atteggiamento riflessivo, guarda la scena nel dubbio, due donne lavano il bambino in una vasca che rappresenta un catino battesimale e, in alto, gli angeli annunciano la nascita di Cristo ai pastori e ai magi.
(©L'Osservatore Romano - 24 dicembre 2010)
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