Te Deum, affidare a Gesù questo tempo
DA ROMA MIMMO MUOLO
Il tempo umano, pur «carico di mali e sofferenze », è pieno della presenza di Cristo. Per questo il Papa, nel Te Deum di fine anno, ha voluto ribadire, a nome di tutta la Chiesa, il grazie al Signore che «ha redento l’uomo dal peccato» e ha invitato i fedeli a testimoniare l’amore di Dio, specie verso i più bisognosi. Come di consueto, il rito solenne si è svolto nella Basilica vaticana, gremita da oltre 6mila persone. C’erano tra gli altri il cardinale vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini, i vescovi ausiliari, e tra le autorità cicili, anche il sindaco della capitale, Gianni Alemanno.
Il Pontefice li ha salutati espressamente, nel suo discorso, ma non ha omesso di ricordare «quanti sono in difficoltà e trascorrono fra disagi e sofferenze questi giorni di festa». «Il momento presente – ha aggiunto papa Ratzinger in un altro passaggio della sua omelia – genera ancora preoccupazione per la precarietà in cui versano tante famiglie e chiede all’intera comunità diocesana di essere vicina a coloro che vivono in condizioni di povertà e disagio. Dio, infinito amore, – ha quindi esortato – infiammi il cuore di ciascuno di noi con quella carità che lo spinse a donarci il suo Figlio unigenito ». Il realismo nel valutare i chiaroscuri del mondo non deve però far dimenticare che con la nascita di Cristo, siamo ormai nella pienezza del tempo, «ossia alla salvezza rinnovatrice portata di Gesù a tutti gli uomini». Così Benedetto XVI ha sottolineato: «Il nostro tempo umano è sì carico di mali, di sofferenze, di drammi di ogni genere – da quelli provocati dalla cattiveria degli uomini a quelli derivanti dagli infausti eventi naturali –, ma racchiude ormai e in maniera definitiva e incancellabile la novità gioiosa e liberatrice di Cristo salvatore». Proprio nel Bambino di Betlemme, ha infatti aggiunto il Pontefice, «possiamo contemplare in modo particolarmente luminoso ed eloquente l’incontro dell’eternità con il tempo, come ama esprimersi la liturgia della Chiesa. Il Natale ci fa ritrovare Dio nella carne umile e debole di un bambino. Non c’è qui forse un invito a ritrovare la presenza di Dio e del suo amore che dona la salvezza anche nelle brevi e faticose ore della nostra vita quotidiana? Non è forse un invito a scoprire che il nostro tempo umano – anche nei momenti difficili e pesanti – è incessantemente arricchito delle grazie del Signore, anzi della Grazia che è il Signore stesso?».
Per questo, insieme al grazie per l’anno appena concluso, il Papa ha voluto incoraggiare la sua diocesi a «vivere fedelmente la vocazione ricevuta» e a «testimoniare la bellezza della fede ». «Anche a Roma – ha detto, infatti, – c’è bisogno di rinnovato annuncio del Vangelo, affinché i cuori degli abitanti della nostra città si aprano all’incontro con quel Bambino che è nato per noi».
© Copyright Avvenire, 2 gennaio 2011
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