lunedì 3 gennaio 2011

La Chiesa, con Benedetto XVI, sta riscoprendo l’urgenza mistica dell’Incarnazione e ciò ha stupito il mondo laico anglosassone e la stessa Curia (Iannuzzi)

Su segnalazione di Alessia leggiamo:

La ricerca della Mistica

Benedetto XVI calibra la dottrina sull'etica come esito delle fede.

Raffaele Iannuzzi

«Per spiegare un tale disastro, un disastro mistico, un disastro di mistica, bisogna che un errore di mistica sia stato commesso. Nessuno può negare il disastro». Parola di Charles Péguy, in Véronique. Dialogo della storia e dell’anima carnale, 1912.
Papa Benedetto non ha negato il disastro, da lui previsto, a cominciare dal celebre Rapporto sulla fede, del 1985. Da questa consapevolezza deriva una linea di forza, anche metodologica. Essa scaturisce linearmente dal Mistero dell’Incarnazione, dal cuore del Natale, appena celebrato in ogni parte del mondo: il Verbo si è fatto carne.
Il viaggio in Gran Bretagna ha mostrato la potenza spirituale e intellettuale di un magistero umilmente fedele all’Incarnazione ed allo scandalo da quest’ultima prodotto. Scandalo intellettuale, teologico, culturale, etico e politico. Scandalo come pietra d’inciampo e condizione di possibilità per ripristinare la detonazione urgente, immanente al mistero di un uomo, Gesù di Nazareth, che - fatto unico e irripetibile nella storia -, a un certo punto della vicenda umana, si dice Dio. Quanto realizzato nel mondo anglosassone è frutto della cristianità: il messaggio del Papa è passato. La Chiesa, fascio di opposti e contraddizioni, è tenuta in piedi da più di duemila anni dalla forza di questo avvenimento.
A partire da questa coscienza nasce e rinasce il cristianesimo. Che è, insieme, senso della tradizione e principio-speranza, già nel presente.
La Chiesa, con Benedetto XVI, sta riscoprendo l’urgenza mistica dell’Incarnazione e ciò ha stupito il mondo laico anglosassone e la stessa Curia. Guardare al futuro da questa angolazione equivale a rileggere la storia e le possibilità umane. In un mondo dilacerato dal nullismo occidentalista - che ben poco ha a che fare con la civiltà occidentale autentica, cristiana e laica -, il Papa sente pressante il richiamo non tanto o soltanto della ragione e dell’intellighenzia, come in troppi si ostinano ancora ad affermare, quanto del dolore del singolo, nella sua disperazione e nel suo soverchiante disincanto.
La mistica è quel modo di vedere la storia collettiva ed individuale come un movimento di segni e contraddizioni da ricondurre a Dio, cioè alla salvezza. Non sono ancora cessate le polemiche sugli scandali sessuali nella Chiesa e mai cesseranno, perché chi non ha altri principi oggettivi di riferimento trova nel Nemico la sua ragion d’essere. È la debolezza di un laicismo d’accatto, privo di padri e madri, senza radici, à la carte. La Chiesa non si trova né si troverà spiazzata di fronte ai problemi degli individui, alle scelte etiche ed alle responsabilità private e politiche.
Oggi solo la Chiesa sa dare risposte all’uomo senza radici, né padri. Un lavoro che continua, con nuove ragioni, nell’anno che abbiamo appena accolto. La bioetica sta convertendosi in ideologia di massa, perfino in certi gruppi clericali. Ebbene il Papa sta riorientando la dottrina e ricentrando l’etica come esito della fede e della mistica. La stessa idea della vita come dono da salvaguardare, dal concepimento alla morte, scaturisce dalla fede nel Dio che si è fatto carne. Se si riduce tutto a procedure e/o polemiche, si riduce anche il movente primo, cioè la mistica. La globalizzazione sta diventando sempre più questione di fede, religione, diritti naturali e diritti civili.
La «Caritas in veritate» ha già detto molto su questa realtà. Ma da ora in avanti, la cristianità ha il compito storico di rideclinare l’idea di uomo nella cornice di un mondo unificato, ma non per questo unificante. L’universalità sarà la chiave da accogliere e non sarà un compito facile, perché l’economicismo - tanto marxista quanto vulgatamente liberista - affronta ancora la realtà contemporanea con accenti deterministici. Quasi fosse scritto sulle tavole della legge che la Cina, priva del concetto di persona, debba prevalere come monolite ideologico, non soltanto come sistema socioeconomico, sul resto del mondo, Occidente ed Europa in primis. È un trend che qualificherà il futuro. Tutto dipenderà da come sarà tematizzato e affrontato.
Anche sul piano della trasparenza, come la riforma delle finanze vaticane sta documentando. Trasparenza in casa propria per poter poi discutere di quella altrui. Il coraggio laico, frutto della cristianità mistica di un Papa obbediente ed umile. Un uomo che, con Newman, legge i segni dei tempi come «modernità interiore», mandando in soffitta una vetusta e ormai incomprensibile querelle clericale Moderno-Antimoderno.

© Copyright Il Tempo, 3 gennaio 2011 consultabile online anche qui.

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