lunedì 3 gennaio 2011

Cristiani, agnelli in mezzo ai lupi...Il commento di Antonio Socci

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci dalla nostra Rosa.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella. Ti segnalo un OT finalmente lieto.
Il 1° gennaio i tre ex vescovi anglicani Broadhurst, Burnham e Newton hanno ricevuto Santa Eucarestia e Cresima nella Cattedrale di Westminster. Uno di loro ha scelto di essere confermato col nome di Benedetto.

http://www.catholicherald.co.uk/news/2011/01/01/three-ex-anglican-bishops-are-received-into-full-communion/

Alberto

Anonimo ha detto...

Tutto giusto, giustissimo, andava evitato peró, per me, quel riferimento ad Alessandria cristiana prima di Maometto. Alessandria è diventata cristiana facendo scorrere il sangue di cristiano non era.

Anonimo ha detto...

Cheikh Al Tayyeb, un guide religieux très politique
Le cheikh d’Al Azhar, plus haute personnalité religieuse musulmane d’Égypte, reflète un nationalisme qui se constate aussi chez les plus hautes autorités coptes
Secondo questo articolo il papa copto condividerebbe l'accusa di ingerenza mossa al Papa dell'imam Al Tayyeb
http://www.la-croix.com/article/index.jsp?docId=2451112&rubId=55352
Alessia

Raffaella ha detto...

Beh, Alessandria fu annessa all'Impero Romano (come tutto l'Egitto) dopo la vittoria di Ottaviano su Antonio e Cleopatra nel 31 a.C.
R.

Raffaella ha detto...

Ciao Alessia, purtroppo il Pope copto non e' nuovo a certe dichiarazioni.
Naturalmente se e' vero che egli e' d'accordo con l'imam.
Questa volta pero' non siamo a Ratisbona con tutto il mondo contro il Papa cattolico.
Stavolta e' lo stesso Pope che deve rassicurare i suoi fedeli.
R.

Anonimo ha detto...

Così il Foglio
http://www.ilfoglio.it/soloqui/7246
Alessia

gemma ha detto...

a parte che mi pare che il Papa abbia parlato non solo dei cristiani perseguitati in Egitto, ma anche di quelli dell'Iraq, del Pakistan, della Nigeria. Ha fatto un riferimento un pò a tutte le persecuzioni, e se magari non avesse fatto riferimento anche all'Egitto qualcuno se ne sarebbe avuto a male lo stesso, magari lo stesso papa copto. Comunque fa, per certuni sbaglia sempre, non c'è che dire.
Una cosa è certa: se il Papa non fosse intervenuto, fosse anche per le polemiche che ne sono seguite, forse oggi non ci sarebbe lo stesso interesse attorno alla vicenda, e infatti si parla solo dell'Egitto, mentre degli altri non frega nulla a nessuno. Non è che chi muore per fede in Nigeria, in Pakistan, in Sudan, in Iraq, dove anche oggi una donna cristiana è stata uccisa in casa sua, o ovunque, abbia un cuore diverso

Anonimo ha detto...

Dopo il 31 AC sono successe un sacco di cose

Raffaella ha detto...

Tipo?

un passante ha detto...

la sensazione per chi guarda dal di fuori, è che spesso i dissidi e le rivalità tra cristiani (e relativo praticello di pascolo) siano più grandi e prevalenti rispetto a quelli con gli islamici. Tra la mano porta dal Papa e il consenso dell'Imam, il copto sceglie di andare a braccetto con l'Imam sull' onda dell'accusa di ingerenza nei confronti di un semplice gesto di solidarietà, che non posso pensare avrebbe negato per farsi i fatti suoi se fosse accaduto ad altri, fuori dall'Egitto.
O forse mi sbaglio, visto che dopo Ratisbona mancò ogni solidarietà da parte sua di fronte alle fatwe e ai fantocci bruciati. Andare a braccetto col più forte può certamente portare utilità nell'immediato, visto che si evitano ritorsioni e si ottiene magari qualcosa, ma alla lunga non paga

Anonimo ha detto...

Attenzione a prendere per buono l’articolo di “lacroix”. Mounir Makar non è un religioso copto, ma il tesoriere della Camera di Commercio francese in Egitto.
http://www.ccfe.org.eg/presentation-de-la-ccfe/historique-de-la-ccfe.html
Non so che ne pensi Shenouda ma il vescovo copto d’Austria ritiene responsabile il governo egiziano, sottolineando che in 40 anni nessun delinquente che ha commesso attentati contro i Copti è stato condannato.

http://www.kath.net/detail.php?id=29565

Alberto

Anonimo ha detto...

I cosiddetti decreti teodosiani, emessi dall'imperatore Teodosio tra il 391[56] e il 392,[57] avevano sancito la proibizione di ogni genere di culto pagano ed equiparato il sacrificare nei templi al delitto di lesa maestà punibile con la morte.

Socrate Scolastico sottolinea la particolare insistenza del vescovo Teofilo per ottenere dall'imperatore decreti che mettessero fine ad Alessandria ai culti dell'antica religione: «per sollecitudine di Teofilo, l'imperatore ordinò di distruggere i templi degli elleni in Alessandria e questo avvenne per l'impegno dello stesso Teofilo».[58] Fu risparmiato il tempio di Dioniso, che il vescovo ottenne in dono dall'imperatore, per essere trasformato in chiesa: già da anni un altro storico edificio, il Cesareo, il tempio di Augusto, era stato trasformato in cattedrale cristiana e costituiva il luogo di celebrazione più importante della comunità cristiana.

Una particolare resistenza opposero gli elleni alla distruzione del Serapeo, il tempio più antico e prestigioso della città, «così adorno di atri con amplissimi colonnati, di statue che sembrano vive e d'opere d'arte di ogni genere, che nulla vi è sulla terra di più fastoso all'infuori del Campidoglio».[59] Oltre al culto di Giove Serapide, vi erano celebrati i culti di Iside e delle divinità egizie e vi erano custoditi i loro «misteri».

Teofilo «fece tutto quello che era in suo potere per recare offesa ai misteri degli elleni»,[60] esponendo pubblicamente per dileggio gli oggetti di culto dei templi distrutti. Il gesto provocò l'ultima resistenza degli elleni: «sconvolti dall'insolito e insospettato evento, non poterono starsene tranquilli e tramarono tra loro una cospirazione ai danni dei cristiani; dopo aver ucciso e ferito molti di loro, occuparono il tempio di Serapide».[61] L'imperatore stesso, da Costantinopoli, appoggiò la comunità cristiana, sollecitando gli elleni a convertirsi: questi abbandonarono il tempio, che fu occupato dai cristiani. Il giorno prima della sua distruzione Olimpio, l'ultimo sacerdote del Serapeo, fuggì in Italia.

Fabiola ha detto...

Per l'anonimo delle 20.31. Un po' in ritardo. Tre giorni fa è iniziato l'anno Domini 2011.
Anche lui è lievemente attardato. Ma è sempre possibile pretendere che Benedetto XVI si scusi con i neopagani per l'esecrabile intolleranza di Teodosio e del vescovo Teofilo di Alessandria, in un'epoca di universale tolleranza religiosa, alla quale facevano eccezione, come sempre, solo i cristiani.

Anonimo ha detto...

Io facevo una piccola critica a Socci. Il Papa era proprio fuori dai miei pensieri.