mercoledì 12 gennaio 2011

"Spirito di Assisi" ed appello degli intellettuali cattolici: la risposta di Andrea Tornielli

I prof che spiegano la teologia al Papa

di Andrea Tornielli

Ci vuole un certo coraggio per scrivere un appello a Benedetto XVI, Papa teologo e per oltre un ventennio già Prefetto dell’ex San­t’uffizio, spiegandogli le motivazio­ni dottrinali per cui dovrebbe can­cellare un’iniziativa da lui stesso già ufficialmente annunciata: la convocazione di una riunione ad Assisi delle religioni mondiali per invocare la pace.
È quanto hanno messo in pagina sul Foglio di ieri nove tra storici e giornalisti di area tradizionalista (tra di loro il profes­sor Roberto de Mattei, Francesco Agnoli e Mario Palmaro), che do­po essersi definiti «cattolici gratissi­mi dell’opera da lei compiuta » han­no spiegato al Papa perché dovreb­be starsene alla larga dal meeting interreligioso che Benedetto XVI stesso ha convocato.
E hanno volu­to spiegarglielo non soltanto snoc­ciolando una sfilza di citazioni del magistero - che si presume peral­tro non del tutto ignote a uno come Ratzinger - ma anche ricordando al Pontefice i rischi che lui stesso in passato aveva evidenziato in que­sto genere di incontri. I firmatari dell’appello, criticano pesantemente la riunione di Assisi presieduta da Giovanni Paolo II nell’ottobre 1986. Sostengono che quell’evento rilanciò nel mondo cattolico l’indifferentismo e il rela­tivismo religioso.
Ricordano alcu­ni abusi che allora avvennero (per colpa degli organizzatori, non del Papa) e perciò invitano Benedetto XVI a tornare sui suoi passi perché qualunque cosa dirà, non sarà ca­pita e l’effetto dell’incontro sarà quello di far sembrare tutte le reli­gioni uguali e interscambiabili. Ciò che colpisce dell’appello è il silenzio totale sulla seconda riunio­ne mondiale delle religioni di Assi­si, avvenuta nel gennaio 2002, do­po gli attentati alle Torri Gemelle, e ugualmente voluta da Wojtyla. As­sisi II, infatti, evitò le sbavature del­la prima riunione. E a fianco del Pa­pa, nel treno partito dalla Città del Vaticano e diretto verso la città di san Francesco, c’era proprio il car­dinale Ratzinger. Il quale, al suo ri­torno, scrisse una bella meditazio­ne­sull’evento pubblicata dal men­sile 30Giorni : «Non si è trattato - os­servò - di un’autorappresentazio­ne di religioni che sarebbero inter­cambiabili tra di loro. Non si è trat­tato di affermare una uguaglianza delle religioni, che non esiste. Assi­si è stata piuttosto l’espressione di un cammino, di una ricerca, del pellegrinaggio per la pace che è ta­le solo se unita alla giustizia». «Con la loro testimonianza per la pace, con il loro impegno per la pace nella giustizia - continuava Ratzinger - i rappresentanti delle religioni hanno intrapreso, nel li­mite delle loro possibilità, un cam­mino che deve essere per tutti un cammino di purificazione».
Nel li­bro Fede Verità e Tolleranza , sem­pre Ratzinger ha spiegato che pur esistendo «pericoli innegabili» di fraintendimenti, «sarebbe però al­trettanto sbagliato rifiutare in bloc­co e incondizionatamente la pre­ghiera multireligiosa », che va lega­ta a determinate condizioni e deve rimanere un «segno in situazioni straordinarie, in cui, per così dire, si leva un comune grido d’ango­scia che dovrebbe riscuotere i cuo­ri degli uomini e al tempo stesso scuotere il cuore di Dio».
Ancora, appena due giorni fa, nel discorso al Corpo diplomatico dedicato alla difesa della libertà re­ligiosa, Benedetto XVI ha ricorda­to che non si può negare «il contri­buto delle grandi religioni del mon­do allo sviluppo della civiltà». Rat­zinger, ripetendo i gesti di Wojtyla nel 1986 e nel 2002 - la prima volta sotto la minaccia della guerra ato­mica, la seconda dopo gli attentati di Al Qaeda - vuole questo evento eccezionale per togliere ogni giusti­ficazione a chi stru­mentalizza il no­me di Dio con la violenza e il terrori­smo. E per smentire l’idea che le religioni siano un elemento di con­­flitto e di scontro di civiltà.

© Copyright Il Giornale, 12 gennaio 2011

5 commenti:

Tabità ha detto...

Prima vita di San Francesco, cap CAPITOLO XXIX [82]

Avendogli una volta un confratello domandato perché raccogliesse con tanta premura perfino gli scritti dei pagani o quelli che certamente non contenevano il nome di Dio, rispose: «Figlio mio, perché tutte le lettere possono comporre quel nome santissimo; d'altronde, ogni bene che si trova negli uomini, pagani o no, va riferito a Dio, fonte di qualsiasi bene!».

Basta questo passo scritto dal Celano tra il 1228 e l'inizio del 1229 per chiudere la bocca a certi individui ... e far comprendere cosa sia veramente lo Spirito di Assisi?

Anonimo ha detto...

Mi sia permesso avere delle perplessità sulla esigenza, anche se saltuaria, espressa dall'allora card. Ratzinger riguardo alla "preghiera multireligiosa".

Altra perplessità: tale "preghiera multireligiosa" quindi non fatta a nome di Cristo, come potrebbe "smuovere" il cuore di Dio?

Perplessità, espresse con profondo rispetto per le opinioni di un cardinale che oggi è papa.
Ma pur sempre perplessità.

Speriamo comunque bene. Certamente il rischio che molti (i quali non vanno tanto per il sottile) possano trarre l'idea che ogni religione conduca a Dio o sia via di salvezza, è altissimo.

Speriamo bene. Il Papa credo terrà bene in considerazione questo appello di questi intellettuali, anche se, evidentemente, non lo accoglierà. Lo terrà a mente perchè da grande uomo du cultura qualìè, sa che è più ciò che ignora, che ciò che conosce, ed è attentissimo a riflettere sulle opinioni altrui.
Se è un grande uomo di cultura, vuol dire che sa molto ascoltare.

un passante ha detto...

mi pare che ciò che il cardinale Ratzinger criticava allora non fosse l'incontro in sè , quanto la mescolanza dei simboli di culto e l'uso dell'altare per altre celebrazioni non cristiane. Ed è quello che può generare confusione, non il fatto che i leader religiosi si incontrino e parlino, in prospettiva di pace tra i loro fedeli. Mica possiamo vivere in guerra di religione perpetua

Gonzalo ha detto...

Lucido e chiaro Tornielli, come non essere d'accordo?

Anonimo ha detto...

Non dimentichiamo, a proposito dell'episodio sulla vita di San Francesco, che anche Tommaso D'Aquino diceva che la verità, quando è tale, da qualunque parte provenga è opera dello Spirito Santo.