martedì 4 gennaio 2011

Stupore e Vicenza: un sacerdote lascia la parrocchia per aderire alla Fraternità San Pio X (Filosofo). Grave errore nell'articolo

Clicca qui per leggere la notizia.
Colgo l'occasione per denunciare l'ennesima scorrettezza (o inesattezza) mediatica: Mons. Lefebvre non fu scomunicato perche' non accettava il Concilio, ma perche' ordino' quattro vescovi senza il permesso del Papa. Quante volte dobbiamo ripeterlo? Si legga almeno il libro intervista del Santo Padre! Non entro nel merito della notizia perche' il parroco avrebbe dovuto cercare altre soluzioni prima di lasciare la Chiesa Cattolica. Tuttavia, forse, e' il caso di domandarsi perche' negli ultimi due anni molti giovani preti hanno preso la decisione di seguire i Lefebvriani.

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Lasciare la Chiesa Cattolica è cosa brutta e per un prete è occasione di scandalo per i più piccoli.
Soprattutto che da ora in poi, salvo in casi di morte imminente, il suo "sacramento" della penitenza sarà invalido come pure lo saranno i matrimoni che benedirà.

Ma poniamoci anche qualche domanda: perchè ha questo prete commesso questo gesto? Come lo hanno aiutato il suo vescovo e di suoi confratelli? Cos'è che ha mal funzionato così che lui sia stato sensibile alle gradevoli sirene della disobbedienza e dell'indisciplina?

SdC

Raffaella ha detto...

Ecco il punto!
Il sacerdote ha sicuramente sbagliato ma che cosa lo ha spinto a prendere una tale decisione?
R.

Aloysius ha detto...

La fraternità di San Pio X è sicuramente cattolica anche se ci sono irregolarità burocratiche-canoniche.
Ma penso occorrerà interrogarsi sulla situazione della chiesa cattolica "conciliare" dove ci sono ormai troppi abusi e quindi se uno "in coscenza" decide di approdare alla fraternità penso che vada rispettato......

SERAPHICUS ha detto...

Vale la pena rileggere questa frase per capire come oggi stanno le cose:

"Marcel Lefebvre, fondatore della stessa Fraternità, sospeso "a divinis" e successivamente scomunicato per aver professato la salvaguardia del sacerdozio con un ritorno alla tradizione pre-conciliare, col recupero della messa in latino, cancellando l'ecumenismo che riconosce par dignità alle diverse religioni, e non il primato del solo Cattolicesimo."

Pari dignità? E' questo che è passato nella testa della gente?

Recupero della messa in latino: Lefebvre non voleva recuperare alcunché ma salvare, salvaguardare, opporsi a coloro che nel nome di uno spirito del concilio produssero solo fratture.

Comunque sia: questa piccola citazione dimostra quanto grande sia il danno.

Raffaella ha detto...

Ecco!
R.

Aloysius ha detto...

Per me questo sacerdote è paragonabile a Newman che da anglicano si fece cattolico.
Penso che ce ne saranno degli altri se il cattolicesimo non ritorna alla sua vera identità, eliminando alcuni errori penetrati col Concilio e post concilio....

Anonimo ha detto...

Probabilmente, come spero, non c'entra nulla. Ma l'ultimo Vescovo di Vicenza (sede oggi vacante) è l'attuale Arcivescovo di Torino, che secondo i vaticanisti sarebbe stato caldeggiato dalla Cei contro l'opinione di Bertone.

Alberto

Anonimo ha detto...

Siete certi che quel sacerdote passato alla FSSPX abbia commesso un grave errore e che tale decisione sia uno scandalo per i più piccoli? Alcuni vescovi francesi, trovandosi davanti alla richiesta di sacerdoti della FSSPX di poter celebrare messa nel loro territorio ecclesiastico, hanno chiesto a Roma riguardo la validità di detta celebrazione. La risposta: si tratta di sacerdoti ordinati validamente e validi sono tutti i sacramenti da loro amministrati, ugualmente la Messa da loro celebrata con il Messale del 1962 e il Sacramento della riconciliazione. La FSSPX è in attesa di riconoscimento canonico ma ciò non vuol dire affatto che i propri membri siano "fuori dalla Chiesa" o ancor peggio scismatici. Il passaggio o l'ingresso in un Istituto o fraternità clericale di un sacerdote diocesano è da rispettare come si rispetta il passaggio di altri sacerdoti diocesani in Ordini monastici o Congragazioni missionarie.
Tanto per rassicurare glli inquieti: ogni sacerdote della FSSPX che celebra in una cappella presso una determinata diocesi, ne chiede sempre il consenso all'Ordinario del luogo, il quale solitamente acconsente.
Scusate: dov'è il problema?
Sono sicuro che questo mio intervento non verrà pubblicato, così come altri miei su questo blog.
p.Giovanni

Anonimo ha detto...

Mah... andarsene cosi' alla chetichella lascia perplessi.
Quanto segue anche:

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/215008__il_prete_con_la_passione_per_i_serpenti/

Anonimo ha detto...

Non credo che abbia fatto male. Ha avuto il coraggio che, per ora, non ho avuto io. E' solo la speranza in un cambiamento nel senso indicato da BXVI che mi trattiene (e un po' - anzi, tanta - pigrizia).

Gianpaolo1951 ha detto...

Macché chetichella e chetichella…
Per me è solo un sacerdote che, grazie al Summorum Pontificum del Santo Padre, ha scoperto la bellezza della Santa Messa Tridentina e - con certi “superiori” che ti ritrovi - magari ha pensato bene di entrare nella Fraternità S. Pio X, l’unica che ha preservato e difeso il Vetus Ordo fino all’estremo…, diversamente tutto sarebbe andato perso per sempre e questo, il nostro Papa Benedetto XVI, lo sa molto bene!!!
Chi scrive e fa certe allusioni…, dovrebbe semplicemente “arrossire” per non dire altro!!!

Anonimo ha detto...

Giampaolo,
a rigor di logica se il suddetto voleva celebrare col Vetus Ordo non aveva bisogno di passare alla Fraternita'.
Quindi qualche altra ragione ci deve essere.

Gianpaolo1951 ha detto...

Sì, caro Anonimo…
A rigor di logica, qualche altra ragione c’è:
Quella di “POTER” seguire l’esempio del Santo Padre!!!

DANTE PASTORELLI ha detto...

La ragione sta nel fatto che il motu proprio non ha aperto le porte del ghetto. E se il vescovo è ostile non c'è prete che possa celebrar l'antico rito. E religiosi che conosco si son visti negar il permesso dei superiori.

Gianpaolo1951 ha detto...

Magari non fosse così, caro Prof. Pastorelli…
Magari non fosse così…, purtroppo!!!

Anonimo ha detto...

Grazie Dante per la tua risposta, da quella di Giampaolo si sarebbe potuto concludere che anche il Papa non si e' presentato alla S. Messa. :)

Come ricordava qualcun'altro, la mancanza attuale di vescovo a Vicenza ha forse psicologicmente favorito la partenza.

SERAPHICUS ha detto...

Non trovo nulla di scandaloso se un sacerdote decide di "passare" alla Fsspx. Vorrei ricordare che rimane incardinato - per il momento -nella sua diocesi. Non ha commesso nessun "delitto", non è sospeso a divinis, nulla di nulla. Non ha lasciato la comunione della chiesa cattolica, è pienamente in communione con il Papa, insomma... Certo, può darsi che le modalitá scelte -non sono state le più belle, ma neanche questo lo sappiamo. Dunque: a questo sacerdote è da augurare solo ogni bene, e che porti tante anime verso il Regno di Dio.

Andrea ha detto...

Un commento a Seraphicus 14:31 e al sentimento che vedo affiorare in molti:
è molto grave ritenere che "siamo in debito" verso mons.Lefebvre, che "se egli non si fosse sacrificato, oggi le cose andrebbero molto peggio" e simili. Ciò significa entrare in pieno in una mentalità di tipo politico: "io" (il Governo) faccio una cosa - "tu" (l'opposizione) dici il contrario - alla fine ci accordiamo per una via di mezzo.

A proposito della "pari dignità delle diverse religioni", affermata dal giornalista: non andremo da nessuna parte finché non riconosceremo l'evidenza, cioè che Cristo non è un santone che abbia inteso "fondare una religione", ma è un Uomo("Figlio dell'uomo") che ha voluto e vuole salvare ogni uomo dalla morte e farne un figlio di Dio.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Io sapevo che Cristo è Dio Incarnato, pertanto vero Dio e vero Uomo; che ha fondato l'unica Chiesa, suo Corpo Mistico, su Pietro; che il Cattolicesimo da Cristo nasce e Cristo confessa insieme a tutte le verità ch'egli ha rivelato o perfezionato e che ha ordinato agli Apostoli di diffondere su tutta la terra; che le altre confessioni cristiane sono eretiche e/o scismatiche e per questo contengono solo alcuni elementi della Verità ed in esse la salvezza è incerta; che le religioni create dagli uomini sono false religioni e non portano alla salvezza. E se qualche barlume di verità in esse ancora possa esistere, per quanto soffocato da una montagna di errori, esso deriva dalla Rivelazione a cui hanno rinunciato e dalla morale divino-naturale che è insita in ogni uomo, ma che in quell'ambito è soverchiata dal male.

Andrea ha detto...

Esatto, caro Dante, con tre eccezioni:

1- è importante sottolineare che la Chiesa(fondata da Cristo) non è "una religione", ma una realtà divino-umana che contempla anche "la" vera religione.
2- che non è appropriato parlare di "false religioni", bensì di "religioni naturali" (non rivelate). Esse sono irte di errori e non possono portare alla salvezza perché sono inficiate dalla vigenza dello stato di Peccato Originale, oltre al fatto che la "salvezza" apportata e rivelata da Cristo va del tutto oltre la riparazione delle conseguenze del peccato.
E' giusto, invece, parlare di "falsi dèi".
3- che non è vero che le religioni naturali abbiano rinunciato alla Rivelazione: non ne sono state raggiunte.
Esiste poi, certamente, l'ostinazione nella via errata e manchevole anche dopo aver sentito l'annuncio cristiano, come esiste la deviazione ereticale dei Battezzati.

Cordialmente

DANTE PASTORELLI ha detto...

La religione generalmente intesa è un vincolo morale tra Dio e l'uomo.
Soggettivamente è un'aspirazione, una disposizione dell'anima a riconoscere Dio come Ente Supremo e a rendergli il debito culto.
Oggettivamente è il complesso di verità e norme per cui la nostra vita è ordinata a Dio.
Ora una religione che riconosce una falsa divinità e le rende un indebito culto è una falsa religione.
"Giudicata nel suo insieme (come sistema di dottrine e di riti) è falsa ogni religione non cristiana; almeno in quanto non è la religione che Dio ha rivelato e vuole praticata. Anzi, è falsa anche ogni setta cristiana non cattolica, in quanto non accetta ed attua tutto il contenuto della rivelazione" (Roberti-Palazzini, Dizionario di teologia morale s.v.).
Quanto alla Rivelazione, v'è una rivelazione naturale che è l'atto con cui Dio si rivela soprattutto nella creazione dell'universo, in cui si riflettono gli attributi divini (S. Paolo, Rom.1,19).
V'è poi la Rivelazione soprannaturale o per l'oggetto stesso della rivelazione (mistero)= o per il modo in cui si manifesta, ad. es. insegnamento orale fatto gratuitamente da Dio in ordine alla santificazione.
La rinuncia alla Verità non è solo quella di coloro che l'hanno conosciuta e la rigettano, ma anche di coloro che rifiutano di ascoltar la legge morale divino-naturale insita in loro e non seguono l'impulso naturale che li porterebbe a Dio, come li potrebbe portare la riflessione sull'
universo: Dio che si può raggiungere anche con l'ausilio della ragione, sia pure in modo non perfetto.
Ma qui si entra in problemi troppo delicati e lunghi da trattare per cui mi fermo.

Andrea ha detto...

Ottimo: "..La medesima Santa Madre Chiesa professa ed insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere CONOSCIUTO CON CERTEZZA al lume naturale della ragione umana attraverso le COSE CREATE; infatti, le cose invisibili di Lui vengono conosciute dall'intelligenza della creatura umana attraverso le cose che furono fatte (Rm 1,20). Tuttavia piacque alla Sua bontà e alla Sua sapienza rivelare se stesso e i decreti della Sua volontà al genere umano attraverso un'altra via, la soprannaturale..."
(B. Pio IX / Concilio Vaticano Primo, "Dei Filius").

Mi permetto solo di invitare, come mio solito, a focalizzare di più il Cristo/Persona/Verità incarnata ("Caro salutis est cardo", ripeteva oggi il S.Padre) e di meno "il complesso di verità e di norme".

Auguri per la Santa Epifania !

DANTE PASTORELLI ha detto...

Il complesso di verità e norme hanno al centro Cristo: da Lui provengono ed a Lui portano.