In Vaticano, prossimo incontro dei volontari cattolici europei. Mons. Dal Toso: il Papa grato a questi testimoni di carità
Le immagini dei giovani volontari tra gli alluvionati di Genova sono un “segno della comunione e della solidarietà nel dolore”: è quanto affermato dal cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, durante il briefing sull’incontro in Vaticano dei volontari cattolici europei, in programma il 10 e 11 novembre prossimi. All’evento, promosso dal dicastero vaticano, prenderanno parte 160 tra vescovi e rappresentanti di organizzazioni caritative di 25 Paesi. I partecipanti all’incontro saranno ricevuti dal Papa venerdì 11 novembre. Alessandro Gisotti ha chiesto a mons. Giovanni Pietro Dal Toso, segretario di Cor Unum, di soffermarsi sulle motivazioni di questa iniziativa:
R. – La cornice è l’Anno europeo del volontariato, per cui è sembrato opportuno anche dare un segno di attenzione al grande mondo del volontariato cattolico in Europa. Per questo motivo, il Santo Padre ha ritenuto opportuno invitare i responsabili e i vescovi delegati per questo settore a livello europeo per dare prima di tutto una parola di incoraggiamento, e poi di ringraziamento, per il grande lavoro che si sta facendo.
D. – Il tema dell'incontro, per l'appunto, è “Il Papa e i volontari europei”. Sappiamo quanto il Pontefice, in particolare con la “Deus caritas est”, abbia indicato – delineato, anche – quale sia l’identità del volontariato cattolico: c’è anche questo contributo particolare del Papa …
R. – Effettivamente, il Santo Padre nel suo Pontificato ha manifestato fin dall’inizio, con l’enciclica Deus caritas est, una forte attenzione al mondo della carità, cioè la testimonianza che la Chiesa offre attraverso la carità vissuta di tanti cristiani. Il nostro incontro si colloca in questo grande solco e vorrei ribadire questo concetto della testimonianza: il nostro lavoro, il lavoro di tanti volontari, è anche un rimando alle motivazioni profonde che li animano. Queste motivazioni profonde sono date dalla fede. Di fatto, anche storicamente, il volontariato è un fenomeno che nasce dal cristianesimo come espressione, nella carità, della fede che abbiamo. Ed è questa grande chance che dobbiamo tenere viva e promuovere.
D. – In questo senso, il volontariato, le manifestazioni della carità, possono dare un grande contributo nei confronti di quella sfida indicata dal Papa, della nuova evangelizzazione …
R. – Io penso anche questo: il nostro settore si colloca in questa grande missione della Chiesa – oggi, ma in fondo sempre – di annunciare la fede in Gesù Cristo e di viverla. Per questo, io credo che proprio in questo ambito della nuova evangelizzazione la pastorale della carità abbia un grande significato. Gesù stesso ha voluto così e nel Vangelo si dice esplicitamente: “Da questo riconosceranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. Quindi, è da questi segni della carità che possiamo, ancora oggi, dare una testimonianza di ciò in cui crediamo.
D. – L’incontro, l’udienza con il Papa dei volontari europei cattolici, avverrà l’11 novembre: non una data a caso, è la festa di San Martino di Tours, un esempio universale di carità…
R. – Sì: abbiamo voluto questo incontro nel giorno di San Martino perché è un Santo europeo ed è un Santo della carità. E’ famosissimo il racconto del suo condividere il mantello con chi è nel bisogno. In lui, peraltro, si manifesta il "cuore" della questione che noi siamo chiamati ad affrontare: il Santo che vive profondamente abbandonato a Dio è, nello stesso tempo, profondamente abbandonato al prossimo. La fedeltà a Dio comporta sempre anche una fedeltà all’uomo e viceversa. (gf)
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