martedì 21 dicembre 2010

Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede: il commento di Salvatore Izzo

PAPA: EX S. UFFIZIO, STRUMENTALIZZATE PAROLE SU CONDOM

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 dic.

Sul tema del condom il Papa e' stato "strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole".
Lo afferma la Congregazione per la Dottrina della Fede, che sottolinea come il senso della risposta del Papa al giornalista tedesco Peter Seewald "risulta evidente qualora si leggano interamente i capitoli dove si accenna alla sessualita' umana".
"L'interesse del Santo Padre - spiega la nota - appare chiaro: ritrovare la grandezza del progetto di Dio sulla sessualita', evitandone la banalizzazione oggi diffusa".
L'ex Sant'Uffizio lamenta in particolare che taluni abbiano presentato le parole del Papa "come affermazioni in contraddizione con la tradizione morale della Chiesa, ipotesi che taluni hanno salutato come una positiva svolta e altri hanno appreso con preoccupazione, come se si trattasse di una rottura con la dottrina sulla contraccezione e con l’atteggiamento ecclesiale nella lotta contro l’Aids". In realta', chiarisce il dicastero vaticano, "le parole del Papa, che accennano in particolare ad un comportamento gravemente disordinato quale e' la prostituzione non sono una modifica della dottrina morale ne' della prassi pastorale della Chiesa".
Nel libro-intervista "Luce del mondo", Benedetto XVI, infatti, non parla della morale
coniugale e nemmeno della norma morale sulla contraccezione".
In merito l'ex Sant'Uffizio afferma che rimane quindi valida la norma dettata da Paolo VI nel n. 14 dell'enciclica Humanae vitae, per la quale "e' esclusa ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione".
L'idea che dalle parole di Benedetto XVI si possa dedurre che in alcuni casi sia lecito ricorrere all'uso del profilattico per evitare gravidanze indesiderate, quindi, "e' del tutto arbitraria e non risponde ne' alle sue parole ne' al suo pensiero".
"Il Papa - chiarisce la nota diffusa oggi - propone invece vie umanamente e eticamente percorribili, per le quali i pastori sono chiamati a fare di piu' e meglio quelle cioe' che rispettano integralmente il nesso inscindibile di significato unitivo e procreativo in ogni atto coniugale, mediante l'eventuale ricorso ai metodi di regolazione naturale della fecondita' in vista di una procreazione responsabile".
Benedetto XVI, infatti, "si riferiva al caso completamente diverso della prostituzione, comportamento che la morale cristiana da sempre ha considerato gravemente
immorale " e che "va combattuta" adoperandosi "per liberare le persone coinvolte". Da parte sua, dunque, Benedetto XVI ha ben presente che la diffusione dell'Aids in molte aree del mondo "ha reso il problema della prostituzione ancora piu' drammatico" e dunque ha semplicemente sottolineato che "chi sa di essere infetto dall’Hiv e quindi di poter trasmettere l'infezione, oltre al peccato grave contro il sesto comandamento ne commette anche uno contro il quinto, perche' consapevolmente mette a serio rischio la vita di un’altra persona, con ripercussioni anche sulla salute pubblica".
In proposito, "il Santo Padre afferma chiaramente che i profilattici non costituiscono la soluzione autentica e morale del problema dell’Aids e anche che concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualita', perche' non si vuole affrontare lo smarrimento umano che sta alla base della trasmissione della pandemia".
Resta tuttavia "innegabile - ammette la nota della Congregazione della Fede - che chi ricorre al profilattico per diminuire il rischio per la vita di un’altra persona intende ridurre il male connesso al suo agire sbagliato".
"In questo senso il Santo Padre - dunque - rileva che il ricorso al profilattico nell'intenzione di diminuire il pericolo di contagio, puo' rappresentare tuttavia un primo passo sulla strada che porta ad una sessualita' diversamente vissuta, piu' umana".
Il Pontefice, cioe', "non ha detto che la prostituzione col ricorso al profilattico possa essere lecitamente scelta come male minore, come qualcuno ha sostenuto" ma solo che "se qualcuno infetto dall’Hiv, si adopera per diminuire il pericolo di contagio anche mediante il ricorso al profilattico, cio' puo' costituire un primo passo nel rispetto della vita degli altri, anche se la malizia della prostituzione rimane in tutta la sua gravita'".
Valutazioni, conclude la nota, "in linea con quanto la tradizione teologico-morale della Chiesa ha sostenuto anche in passato".

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