venerdì 9 settembre 2011

Congresso Eucaristico: torna la Tradizione, i timori di Mons. Bettazzi (Izzo)

CONGRESSO EUCARISTICO: TORNA LA TRADIZIONE, I TIMORI DI MONSIGNOR BETTAZZI

(AGI) - Ancona, 8 ott.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

"Come a cana di Galilea, riempi le nostre anfore vuote, Signore. Dona la tua misericordia a chi pensa che Tu non esisti, fai capire loro che hanno bisogno di Te, che non si puo' vivere senza la fede che rende bella e generosa la vita. Benedici i bambini che soffrono, le famiglie lacerate, quelli che portano la croce come hai fatto Tu. E accogli nel tuo cuore tutte le persone che sono qui e si rivolgono a Te".
Questa preghiera improvvisata dall'arcivescovo di Ancona, monsignor Edoardo Menichelli, ha concluso la processione eucaristica nelle vie della citta', momento particolarmente intenso che ha visto oltre 100 confraternite e 10 mila fedeli seguire il suggestivo passaggio del Santissimo - portato dal capo del dicastero vaticano per i Congressi Eucaristici, monsignor Piero Marini e preceduto dal legato pontificio, cardinale Giovanni Battista Re - nel cuore di Ancona, dall'area della Fincantieri nel porto al Passetto, il monumento imponente che rappresenta la testa di un'aquila da cui si dispiegano le ali con un'artistica scalinata che scende fino al mare. In tutto, il percorso della processione era di 3 chilometri e mezzo. A piazza IV Novembre era stata preparata un'Infiorata sul modello della tradizione laziale.
Il rito era stato preceduto da un'intera giornata di approfondimento e dibattito sul tema della Tradizione nelle cinque citta' che ospitano il Congresso Eucaristico: Ancona, Osimo, Loreto, Senigallia, Fabriano e Jesi dove la relazione di base e' stata tenuta dal teologo salesiano don Giuseppe Ruta, direttore dell'istituto San Tommaso d'Aquino di Messina. "Nell'atmosfera culturale odierna che oscilla continuamente tra modernita' e postmodernita', la parola 'Tradizione' - ha osservato - e' certamente tra le piu' bollate e messe sotto accusa", ha osservato nella relazione di base tenuta a Jesi. In questa ottica - ha notato - le Confraternite potrebbero essere liquidate come delle entita' datate, da archiviare, che hanno fatto il loro tempo e completato il loro corso". Ma "rimuovere il termine 'Tradizione' e i suoi derivati" ci farebbe "perdere qualcosa di essenziale che tocca l'identita' e la missione della Chiesa, nelle sue varie e molteplici manifestazioni".
Il problema dell'abbandono della Tradizione e' stato colto in modo piu' drammatico pero' da una biblista, la professoressa Donatella Scaiola, che nella "lectio" tenuta nella splendida cittadina di Senigallia, ha evocato la "Dominum Iesus", contestato documento della Congregazione della Dottrina della fede firmato nel 2000 dall'allora cardinale Joseph Ratzinger (e dal suo numero due di sempre, Tarcisio Bertone) ma esplicitamente e pubblicamente approvato in un memorabile Angelus da Papa Wojtyla che volle metterlo al riparo dalle bordate polemiche di chi all'interno e all'esterno della Chiesa lo criticava con terribile veemenza. "Ancora oggi l'esclusivita' di Gesu' viene messa in discussione", mentre nel Vangelo "viene presentata come unica via di salvezza, d'incontro con Dio", ha denunciato la Scaiola.
"La vita di Gesu' e' uno stile di vita che attraverso l'Eucaristia ciascuno e' chiamato ad assumere", ha spiegato la relatrice commentando il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, cosi' come viene narrato da Giovanni.
"Il punto d'arrivo, il frutto dell'Eucaristia e' l'unione con Dio", ha proseguito la biblista, esortando i convegnisti, i catechisti, gli insegnanti e gli studenti presenti - che affollavano il Teatro La Fenice, gremito in ogni ordine di posti - a chiedersi "come viviamo l'Eucaristia, se come compimento della vita di Gesu' o in modo formale, come adempimento di un precetto". Quella di Gesu' nel brano evangelico citato, per la professoressa Scaiola, e' "una rivelazione che ha bisogno di un'intelligenza", a cui "la gente reagisce chiudendosi", segno che "neanche i segni bastano, al di la' di una logica di adesione alla fede".
Diversa ovviamente l'impostazione offerta, intervenendo alla Fiera di Ancona, da monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e storico presdiente di Pax Christi: "il Congresso Eucaristico Nazionele sia un rilanco del Concilio che rischia di essere dimenticato un po'. Sia un grande incoraggiamento a non dimenticare il Concilio", ha chiesto l'anziano presule ricordando che "c'e' stato il Concilio, e che prima - ha detto testualmente - la messa era 'la macchina per la presenza reale', tanto che mentre il prete celebrava in chiesa si diceva il rosario, non si capiva che la messa era preghiera e la preghiera e' vita". In proposito, Bettazzi ha citato pero' anche lui Benedetto XVI: 'ite missa est', non vuol dire che la messa e' finita, ma che per andare in pace dobbiamo caricarci della missione di portare Gesu' agli altri".
"Con fede e coraggio" i sacerdoti italiani debbono testimoniare "la loro identita' di ministri del pane spezzato per la salvezza del mondo", ha detto l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, esortando i preti del nostro Paese a "scendere dall'altare portando il pane per distribuirlo ai nostri fratelli e a quanti attendono un pezzo di pane che dia vita e dignita', o un sorso di acqua che appaghi la loro sete di eternita'". Parole rivolte questa mattina alle centinaia di sacerdoti presenti al Congresso Eucaristico Nazionale il cardinale Crescenzio Sepe, nella celebrazione che ha pronunciato nella Cattedrale di San Ciriaco l'invocazione "allo Spirito del Signore" affinche' faccia "germogliare anche nella nostra Italia e nel mondo intero il seme della speranza e della rinascita civile e spirituale".
L'annuncio comincia quando usciamo dalla chiesa", perche' il primo ambito della missione dei credenti "e' il luogo dove andiamo a vivere, dove viviamo i valori ricevuti e li trasmettiamo e li comunichiamo agli altri", ha affermato anche monsignor Giuseppe Verucchi, arcivescovo di Ravenna-Cervia, nella cattedrale di Senigallia. "Il corpo di Cristo e' uno solo, non pensate ce ne siano 27, come se ognuno celebrasse una diversa Eucaristia, ma esso -ha ammonito da parte sua l'arcivescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, principale relatore alla Fiera di Ancona - e' tutto quello che porta nel mondo una forza di amore e solidarieta', in modo che il Risorto sia concretamente presente e operante nel mondo di oggi". E se questo riguarda i sacerdoti, non esclude affatto i laici: "anche il politico - ha spiegato l'arcivescovo di Brescia - porta il corpo di Cristo se edifica nel mondo delle strutture ispirate al mistero di Dio come ci e' stato rivelato in Gesu' Cristo, cioe' all'amore oblativo e al perdono".
L'arcivescovo Menichelli, impprovvisando anche stavolta con grande efficacia, ha sottolineato "il verbo fare" utilizzato da Gesu' nell'ultima cena quando "ci ha chiesto 'fate quello che sto facendo io'". Questo, ha spiegato, "ci da' una grande consapevolezza: l'Eucaristia si e' affidata a me. Per essere contemporaneo a ogni stagione della storia, si affidato a me, si fa obbediente a me".
Da segnalare che la Libreria Editrice Vaticana partecipa al Congresso Eucaristico Nazionale con uno stand nel quale sono esposte le opere di Benedetto XVI attualmente in distribuzione nelle librerie italiane ed una mostra dedicata all'Eucaristia che al termine del Congresso Eucaristico Nazionale andra' in giro per le diocesi italiane e poi al Congresso Eucaristico Internazionale del 2012 a Dublino: si tratta di circa 80 pannelli che costituiscono un vero e prorio percorso artistico e catechistico. In questi giorni sono visitati - nella sontuosa Mole Vanvitelliana del capoluogo marchigiano - da una cospicua parte dei 300 mila pellegrini che in totale partecipano all'uno o all'altro degli appuntamenti questa straordinaria kermesse promossa dalla Chiesa Italiana che sara' conclusa domenica da Papa Ratzinger.

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13 commenti:

Anonimo ha detto...

Un congresso eucaristico con card. Re, al quale dobbiamo tanti tanti vescovi eccezionali (ironia off) e mons. Piero Marini, il pagliaccificatore di Papi e cerimonie papali (http://4.bp.blogspot.com/_TluBe0EO0z0/S0pckPPvcTI/AAAAAAAACAc/YB58msP9w24/s1600-h/papa+à+la+piero+marini+4.jpg) ...

La Cei è uno spreco di soldi per tutti i cattolici che devotamente offrono l´8x1000 per amore della Sua Chiesa!

Jacu

Anonimo ha detto...

Vorrei aggiungere: ma tutti questi clerici anti-tradizione ci vanno mai a messa? ma loro le chiese vuote non le vedono? non si rendono conto che la media di una messa serale infrasettimanale è 60 anni con appena un paio di non over 40? non si domandano come mai i giovani dopo la cresima, quando va bene, non ritornano più in chiesa se non per funerale, degli altri e il proprio, matrimoni, degli altri e il proprio?
Non sarebbe forse necessario un momento di riflessione per capire in quale punto dell´applicazione del Vaticano II si è sbagliata strada?
No, alcuni continuano con il solito mantra, cieci guide di ciechi!
jacu

gemma ha detto...

caro jacu, generalmente rispondono che l'allontanamento è dovuto al fatto che la Chiesa e troppo distante dal mondo, che i parroci non sanno catturare i giovani (vedi condivisione dei loro interessi), ma forse in realtà col tempo, passata la ribellione adolescenziale, in tanti si cerca un pò di distacco dalle modalità e dalle giustificazioni terrene. E forse anche dall'attualità della stampa e dei talk show politici, ma pare che anche il congresso eucaristico sia centrato su quello, almeno finora. A volte pare di essere in ambiente sindacale. Il pane è importante, ma non di solo pane vive l'uomo, anche perchè le vie per arrivare al pane terreno possono essere tante, ma quando manca l'altro pane spesso non si sa dove andare

Miserere ha detto...

Sì, evidentemente alcuni vescovi non vanno più a Messa. Meglio recitare il Rosario anziché dover sopportare nelle Messe Novus Ordo come c'è gente che approfitta per chiacchierare, parlare al telefonino, raschiarsi la testa o girarsi da una parte e dall'altra o sbadigliare vistosamente in assoluta mancanza di rispetto per la funzione sacra! Ma forse Bettazzi preferisce questo...

DANTE PASTORELLI ha detto...

La Messa preconciliare era, dunque, una macchina per la presenza reale.
Il disprezzo per la S. Messa, che è il Sacrificio di Cristo che si rinnova in modo sacramentale sull'altare attraverso il sacerdote alter Christus, è vergognoso: senza la Presenza Reale che senso ha la S. Messa? Il venerando rito romano antico, solo una "macchina"? E perché non affermar questo anche per i riti orientali?
Cena protestante, banchetto socializzante, assemblea vociante, questo reclama da sempre il nefasto Bettazzi.
Ed un erroneo concetto di partecipazione al Sacrificio è da rimarcare e per questo rinvio alla Mediator Dei di Pio XII. Unirsi al sacerdote in silenziosa preghiera nell'offerta della Santa Vittima non è meno meritorio dell'andar e venir dal presbiterio per legger brani che non si comprendon neppure.
Mi auguro che Nostro Signore salvi l'anima del vecchio Bettazzi ascoltando le silenziose preghiere di chi, in adorazione, partecipi con animo puro alla S. Messa, anche se non comprenda il significato anche simbolico di tante parole e gesti.

Anonimo ha detto...

Si, la Tradizione torna per essere contestata da Mons.Bettazzi che, evidentemente, si strugge a veder contraddette dalla realtà reale le pseudo-verità del suo Concilio immaginario.

don Luigi ha detto...

A Bettazzi direi umilmente: "E' ora di pensare a salvarsi l'anima!..." Silenzio e preghiera.
All'arcivescovo partenopeo...che il sacerdozio cattolico è ben altra cosa.
Ai restanti: che bella chiesa che fa acqua da tutte le parti! Strutture senz'anima.
Non è questa la Chiesa, come l'avete ridotta!
Signore pietà!

Anonimo ha detto...

cara gemma,

esatto: il solito mantra della Chiesa lontana dai giovani, dalla società, la Chiesa retrograda non al passo coi tempi! Poi vai in Germania, dove i protestanti hanno ceduto su tutta la linea e le loro chiese sono deserte; vai in Olanda, Belgio, Francia dove hanno governato cattolici assai modernisti (senza che il Vaticano battesse ciglio!) e sappiamo in che condizioni versano quei moribondi ambulanti. Ma il nostro episcopato continua su quella strada, e mi viene il dubbio che siano dei settantenni fuori dal mondo e non siano capaci di informarsi su che cosa stia accadendo a quelle latitudini o che, pur sapendolo, preferiscono trascinare la Chiesa nel baratro piuttosto che abiurare la loro idea di Chiesa.

I giovani non tornano in Chiesa perché non imparano l´importanza di andarci, ragazzi che non conosco i 10 comandamenti, i sacramenti dopo la cresima.
Jacu

Areki ha detto...

Povero Mons. Bettazzi......
mi somiglia tanto ad un vecchio disco rotto che gracchia solo una parola nella sala da ballo vuota: concilio...concilio...concilio...
Poveretto non si è ancora accorto che la sala si è svuotata.
Chi vuole danzare vuole tutta un'altra musica: la Sancta Traditio.....

Il Concilio e il post concilio soprattutto, è stato un esperimento.... fallito purtroppo. Prima ne prendiamo atto e meglio è.

don Bernardo

Anonimo ha detto...

E i tradizionalisti caro Jacu ci vanno in parrocchia si danno da fare per organizzare i canti, le catechesi, per rianimare la vita parrocchiale o stanno a sindacare sui blog e a dare i voti alle messe?????
Se diceste una preghiera per ogni parola che scrivete contro i fratelli nella fede il regno dei cieli si riempirebbe.

Alessandra Mirabella ha detto...

All'ultimo anonimo rispondo che ho 30 anni, una messa nel Vetus ordo non l'ho mai vista e che mi impegno in parrocchia in tutti i modi che posso MA SONO PERFETTAMENTE D'ACCORDO con quello espresso da Jacu.

Sono stufa di queste frasi fatte sul "rilancio del Concilio" (ammesso che si sia capito veramente quello che è stato) e sul fatto che "prima non si capiva e si diceva il Rosario durante la Messa") e poi magari sono queste vecchine ignoranti che in parrocchia fanno più di quelli catechizzati dal Concilio (sempre ammesso che si sia capito cosa è) che magari scompaiono dopo la cresima.

Le chiacchere stanno a zero. Se abbiamo ancora bisogno di tirare fuori "il Rosario durante la messa" vuol dire che di argomenti non ne hai neanche uno. E questo vuol dire che non ti guardi neanche intorno.

Mi spiace dirlo, ma è così..

? ha detto...

miss perfezione anonima colpisce ancora e se la prende sempre con i blog.
ma che cosa le hanno mai fatto i blog?

DANTE PASTORELLI ha detto...

L'anonimo delle 17.29 crede davvero che nelle parrocchie ci sia posto per noi? Che si possa far catechismo insegnando le verità della fede, le preghiere, i vizi capitali, i precetti della Chiesa, i sacramenti ecc.? Crede davvero che se io andassi nella mia parrocchia il signor parroco che mai ha indossato la talare e non sa una parole di latino, e poche di italiano benché toscano, mi permetterebbe di organizzar un coro che canti la Missa de Angelis?
Se ci fosse stato dato spazio nelle parrocchie ci saremmo forse ritirati negli oratori o in chiesette sperdute?
La malafede regna sovrana in questi anonimi progressisti protestantizzati.