“Abbiamo riscoperto la spiritualità”
Edoardo Danieli
Ancona I bilanci poco si addicono a un evento religioso che pianta semi i cui frutti sono destinati a maturare nel tempo. Parte da questa premessa, monsignor Edoardo Menichelli, vescovo di Ancona e Osimo, che, tuttavia, acconsente a ripercorrere la settimana del congresso eucaristico, culminata con la visita del Papa ad Ancona.
Monsignore, quale è stato il momento più emozionante?
Un gesto di grande paternità del Santo Padre. Quando siamo arrivati a Colle Ameno, lo ho accompagnato nella camera in cui si sarebbe brevemente riposato e dove avevamo messo un crocifisso e un inginocchiatoio. Gli ho chiesto di fare insieme una preghiera per la città e la diocesi. Quella preghiera, accanto al Santo Padre, sullo stesso inginocchiatoio, è stato un momento che non potrò mai dimenticare.
Non parliamo di bilanci, però c’è qualche risultato da evidenziare di questa settimana?
Certamente. Partirei dalla coralità di partecipazione che abbiamo visto. Coralità di istituzioni, forze dell’ordine, aziende, privati cittadini e associazioni. Ringrazio tutti quelli che si sono impegnati e sottolineo che si è messo in moto un meccanismo importante. Oltre a questo, mi preme sottolineare la gioiosità che hanno manifestato le tante persone che si sono viste in giro nella diocesi.
Altro aspetto?
La gente, in generale, ha sperimentato una meraviglia sopita: la spiritualità. Vedere persone che si sono inginocchiate, in mezzo alla strada, quando passava il Santissimo Sacramento, mi ha commosso.
C’erano preoccupazioni per la sicurezza. Invece, tutto è andato bene.
Un popolo così numeroso non ha creato problemi, si è sempre mostrato molto rispettoso degli altri, diventando un esempio per tutta la comunità. Per esempio, mostrando che ci si può arricchire con tante cose belle e semplici come sono stati molti degli appuntamenti che il Congresso ha proposto, oltre ai momenti ufficiali. In particolare, gli incontri culturali e spettacolari, che hanno visto un’attenta partecipazione.
Una sintesi dei vari momenti?
Voglio sottolineare la comunione, e non mi riferisco all’aspetto religioso, dei vari appuntamenti, in tutta la provincia. A Senigallia non è bastato l’auditorium per contenere tutte le persone che volevano ascoltare e parlare di scuola ed educazione.
Ancona si è mostrata all’altezza di questo appuntamento.
La città ha acquistato sicuramente un volto molto bello, da ammirare. Sono grato all’Amministrazione e al Commissario governativo per lo sforzo che hanno sostenuto.
Il lavoro è stato uno degli aspetti più notiziati di questa settimana, ma non è stato l’unico.
La Chiesa non ha potere risolutivo, la Chiesa è una sentinella che richiama, educa e insegna. C’è la crisi. Crisi è una parola severa, che indica giudizio. La domanda che ci dobbiamo porre: è possibile che sia così solo per motivi economici?
La risposta è facile perché l’ha data il Papa: no, serve un radicale cambiamento di modello.
L’invito che viene dalla riflessione svolta ad Ancona nel Congresso eucaristico è che occorre rimettere in circolazione parole e atteggiamenti diversi, ispirati dall’Eucaristia.
Come si fa concretamente?
Servono comportamenti più sobri, perché il mercato non può mettere in vendita la dignità dell’anima. Occorrono solidarietà, che non deve essere una parola vuota, e fraternità, che non è un concetto solo evangelico
La centralità dell’uomo è stata più volte ribadita.
Dio è il Signore, e questo primato va riconosciuto, altrimenti ognuno si fa Dio. L’uomo ha, per così dire, la delega di direttore d’orchestra del creato, che deve governare riconducendo tutto al rispetto di Dio e al bene di Dio. Ora, alcuni aspetti che l’uomo ha creato, rischia di non governarli più.
Da qui i rischi che l’uomo corre in questo momento?
Sono tre. L’uomo non governa il mercato e così nascono esclusioni. L’uomo è sottoposto alla velocità, perché ha paura di arrivare secondo e così non pensa più. L’uomo è schiavo della tecnologia che così perde ogni utilità.
© Copyright Corriere Adriatico, 13 settembre 2011
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1 commento:
"abbiamo riscoperto la spiritualità"...
mammamia, detta da un vescovo, che frase infelice!! :-(
se il Papa di 83 anni non gli ci andava che cosa vivevano? cosa predicavano?
ma una volta come facevano le comunità diocesane quando il Papa non si muoveva?
Volendo prendere la frase come laude, speriamo allora che APPLICHINO ALLE LETTERA ANCHE IL SUMMORUM PONTIFICUM...che non riguarda solo la Messa nella forma antica, ma soprattutto la Messa moderna COME LA CELEBRA IL PAPA: RIMETTETE GLI INGINOCCHIATOI affinchè il fedele torni a piegare le ginocchia davanti a Gesù EUCARESTIA....come ha chiesto il Papa...
altrimenti qui rischiamo l'ennesimo SENTIMENTALISMO e andato via il Papa, TORNA TUTTO COME PRIMA e peggio di prima...
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