venerdì 9 settembre 2011

Irlanda: contro gli abusi, è necessaria la cooperazione tra Chiesa e Stato

Irlanda: contro gli abusi, è necessaria la cooperazione tra Chiesa e Stato

Dialogo costruttivo, cooperazione, piena collaborazione: sono le tre linee di convergenza che appaiono emergere nel dibattito sul tema degli abusi sessuali contro i minori che ha coinvolto in Irlanda la società, la Chiesa ed il governo nei tempi recenti. Continua, infatti, il dibattito mediatico dopo la "Risposta" inviata il 3 settembre dalla Santa Sede al governo di Dublino in merito ai contenuti del “Rapporto Cloyne” - che fa il punto su casi di abuso sessuale contro minori, commessi nel passato dal clero della diocesi irlandese di Cloyne – e ad altre questioni poste al Vaticano.
Nel documento di replica, la Santa Sede ribadisce la propria posizione di massima solidarietà verso le vittime e i loro familiari, nonché la piena disponibilità a collaborare con le autorità civili, ma rigetta come infondate le accuse di aver condizionato lo sviluppo delle indagini. Una risposta che la Conferenza episcopale irlandese (Icbc) ha accolto subito con favore: in due note distinte, a firma del presidente e del vicepresidente dei vescovi, rispettivamente il cardinale Séan Brady e mons. Diarmuid Martin, l’Icbc afferma come la risposta vaticana sia stata “preparata con cura e presentata con rispetto” e ciò dimostra l’impegno della Santa Sede di affrontare il problema “seriamente, lealmente e con sensibilità”. “La leale collaborazione fra Stato e Chiesa in materia di tutela minorile – scrive, in particolare, mons. Martin – è particolarmente importante in Irlanda, in cui la Chiesa gioca un ruolo significativo nella comunità”. Poi, ribadendo che “il ruolo primario e la responsabilità dello Stato nel garantire la protezione dei bambini devono essere riconosciuti in modo inequivocabile da tutti”, i vescovi irlandesi sottolineano l’importanza della cooperazione tra Chiesa e Stato e la necessità di rispettare le leggi nazionali sulla segnalazione dei casi di abuso. Due, inoltre, i punti che la Icbc ricorda: la Chiesa cattolica irlandese è dotata del Consiglio nazionale per la tutela dei minori, con il compito di monitorare l’applicazione delle norme, e l’attuale governo irlandese è il primo, nella storia del Paese, a dedicare un ministero al tema dell’infanzia. Il che è “un buon auspicio per il futuro”, da inquadrare “in un clima di collaborazione su tutti i fronti”. Sulla necessità di cooperare insiste anche il governo irlandese, in una nota pubblicata ieri sera a proposito della “Risposta” vaticana: l’esecutivo sottolinea che le osservazioni formulate dai leader politici “riflettono la rabbia pubblica della maggioranza del popolo irlandese” e afferma che rimangono differenze di valutazione sulle responsabilità per quanto avvenuto; ma il governo di Dublino si rallegra con la Santa Sede per l’impegno in favore di “un dialogo costruttivo e di una cooperazione con l’esecutivo”, auspicando che la piena collaborazione tra Vaticano, Chiesa irlandese e tutti gli organismi competenti, aiuti a costruire in Irlanda “una società completamente sicura per i bambini”. (A cura di Isabella Piro)

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