PAPA:DITTATURE PROMISERO PARADISO IN TERRA MA SOFFOCARONO LUCE
Salvatore Izzo
(AGI) - Friburgo, 24 set.
"Quelli che nella storia si sono ritenuti 'portatori di luce', senza pero' essere stati illuminati da Cristo, l'unica vera luce, non hanno realmente creato alcun paradiso terrestre, bensi' hanno instaurato dittature e sistemi totalitari, in cui anche la piu' piccola scintilla di umanesimo e' stata soffocata".
Benedetto XVI lo ha ricordato questa sera ai circa 40 mila ragazzi che hanno partecipato alla veglia di preghiera nell'area della Fiera di Friburgo.
Il Papa ha detto anche che "gli uomini di oggi sperimentiamo sempre di nuovo il fallimento dei loro sforzi e l'errore personale nonostante le migliori intenzioni". "A quanto appare - ha osservato - il mondo in cui viviamo, nonostante il progresso tecnico, in ultima analisi non diventa piu' buono. Esistono tuttora guerre, terrore, fame e malattia, poverta' estrema e repressione senza pieta'".
"Non dobbiamo tacere - ha spiegato ai ragazzi - che il male esiste. Lo vediamo, in tanti luoghi di questo mondo; ma lo vediamo anche, e questo ci spaventa, nella nostra stessa vita. Si', nel nostro stesso cuore esistono l'inclinazione al male, l'egoismo, l'invidia, l'aggressivita'". "Con una certa autodisciplina - li ha avvertiti - cio' forse e', in qualche misura, controllabile. E' piu' difficile, invece, con forme di male piuttosto nascosto, che possono avvolgerci come una nebbia indistinta, e sono la pigrizia, la lentezza nel volere e nel fare il bene".
L'incontro di questa sera, ha seguito il programma tipico delle veglie di preghiera delle Gmg, in particolare con il rituale, preso dalla liturgia pasquale, dell'accensione da un unico cero, del fuoco di tanti bracieri che poi hanno a loro volta acceso le fiaccole e candele che ogni ragazzo teneva in mano.
"Intorno a noi - ha commentato Joseph Ratzinger - puo' esserci il buio e l'oscurita', e tuttavia vediamo una luce: una piccola fiamma, minuscola, che e' piu' forte del buio apparentemente tanto potente ed insuperabile. Cristo, che e' risorto dai morti, brilla in questo mondo, e lo fa nel modo piu' chiaro proprio la' dove secondo il giudizio umano tutto sembra cupo e privo di speranza. Egli ha vinto la morte, vive, e la fede in Lui penetra come una piccola luce tutto cio' che e' buio e minaccioso".
Ai giovani il Pontefice ha ricordato che "non sono i nostri sforzi umani o il progresso tecnico del nostro tempo a portare luce in questo mondo. Sempre di nuovo dobbiamo fare l'esperienza che il nostro impegno per un ordine migliore e piu' giusto incontra i suoi limiti. La sofferenza degli innocenti e, infine, la morte di ogni uomo costituiscono un buio impenetrabile che puo' forse essere rischiarato per un momento da nuove esperienze, come da un fulmine nella notte. Alla fine, pero', rimane un'oscurita' angosciante".
Invece, "chi crede in Gesu' - ha aggiunto - certamente non vede sempre soltanto il sole nella vita, quasi che gli possano essere risparmiate sofferenze e difficolta', ma c'e' sempre una luce chiara che gli indica una via che conduce alla vita in abbondanza.
Gli occhi di chi crede in Cristo scorgono anche nella notte piu' buia una luce e vedono gia' il chiarore di un nuovo giorno. La luce non rimane sola. Tutt'intorno si accendono altre luci. Sotto i loro raggi si delineano i contorni dell'ambiente cosi' che ci si puo' orientare. Non viviamo da soli nel mondo".
Ai ragazzi il Pontefice teologo ha poi ricordato che "proprio nelle cose importanti della vita abbiamo bisogno di altre persone". E, in modo particolare, "nella fede non siamo soli, siamo anelli nella grande catena dei credenti". "Nessuno - ha concluso - arriva a credere se non e' sostenuto dalla fede degli altri e, d'altra parte, con la mia fede contribuisco a confermare gli altri nella loro fede. Ci aiutiamo a vicenda ad essere esempi gli uni per gli altri, condividiamo con gli altri cio' che e' nostro, i nostri pensieri, le nostre azioni, il nostro affetto. E ci aiutiamo a vicenda ad orientarci, ad individuare il nostro posto nella societa'".
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PAPA: IL MAGGIOR DANNO PER LA CHIESA VIENE DAI CRISTIANI TIEPIDI
Salvatore Izzo
(AGI) - Friburgo, 24 set.
"Il maggior danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi". Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso ai 40 mila ragazzi cattolici riuniti questa sera alla Fiera di Friburgo per una sorta di Gmg locale. "Nel Battesimo - ha ricordato il Papa ai giovani - il Signore accende, per cosi' dire, una luce nella nostra vita, una luce che il catechismo chiama la grazia santificante. Chi conserva tale luce, chi vive nella grazia e' effettivamente santo". "Permettete - li ha esortati - che Cristo arda in voi, anche se questo puo' a volte significare sacrificio e rinuncia. Non temete di poter perdere qualcosa e restare, per cosi' dire, alla fine a mani vuote.
Abbiate il coraggio di impegnare i vostri talenti e le vostre doti per il Regno di Dio e di donare voi stessi - come la cera della candela - affinche' per vostro mezzo il Signore illumini il buio. Sappiate osare di essere santi ardenti, nei cui occhi e cuori brilla l'amore di Cristo e che, in questo modo, portano luce al mondo. Io confido che voi e tanti altri giovani qui in Germania siate fiaccole di speranza, che non restano nascoste". "Voi - ha concluso - siete la luce del mondo".
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PAPA: NON SI SCHERZA CON I SANTI, LI SI IMITA PERCHE' COME NOI
Salvatore Izzo
(AGI) - Friburgo, 24 set.
Ai 40 mila ragazzi riuniti alla Fiera di Friburgo, Benedetto XVI ha spiegato - pur senza citarla - il significato di quella raccomandazione che un tempo ci si sentiva ripetere: "scherza con i fanti e lascia stare i santi".
Nella cultura di oggi, ha denunciato, "l'immagine dei santi e' sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realta', ingenui e senza gioia".
Da parte dei cattolici impegnati, ha aggiunto, invece "non di rado si pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che percio' certamente si puo' venerare, ma mai imitare nella propria vita". "Quanto e' errata e scoraggiante - ha commentato il Pontefice teologo - questa opinione. Non esiste alcun santo, fuorche' la beata Vergine Maria, che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto". "Cari amici - ha esortato i giovani - Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacillate e cadete, bensi' a quante volte vi rialzate. Non esige azioni straordinarie, ma vuole che la sua luce splenda in voi. Non vi chiama perche' siete buoni e perfetti, ma perche' Egli e' buono e vuole rendervi suoi amici. Si', voi siete la luce del mondo, perche' Gesu' e' la vostra luce". "Voi siete cristiani - ha concluso - non perche' realizzate cose particolari e straordinarie - bensi' perche' Egli, Cristo, e' la vostra vita. Siete santi perche' la sua grazia opera in voi".
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