Benedetto XVI all’Angelus: sarà una gioia per me proclamare Beato Giovanni Paolo II. Appello ad accogliere e proteggere i migranti
All’Angelus, in Piazza San Pietro, Benedetto XVI parla della prossima Beatificazione del suo amato predecessore Giovanni Paolo II. Esprime la sua gioia per questo evento tanto atteso e, salutando i fedeli polacchi, li invita ad “una profonda preparazione spirituale” a tale avvenimento. Nella Giornata Mondiale del Migrante della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Papa ha dunque sottolineato che la Chiesa da sempre vive al suo interno l’esperienza della migrazione ed ha chiesto la protezione dei migranti e di coloro che si impegnano a loro favore. Il Pontefice non ha poi mancato di rivolgere un particolare pensiero a quanti, in diverse aree del mondo, sono stati colpiti da devastanti inondazioni. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Splende il sole su Piazza San Pietro, gremita di fedeli. Un clima di gioia festosa che sembra quasi anticipare l’evento che già viene definito memorabile: la Beatificazione di Karol Wojtyla. Evento di cui, all’Angelus, Benedetto XVI parla per la prima volta pubblicamente. Il Papa confida ai fedeli la sua emozione per questo avvenimento annunciato venerdì scorso:
“Cari fratelli e sorelle, come sapete, il primo maggio prossimo avrò la gioia di proclamare Beato il Venerabile Giovanni Paolo II (applausi), mio amato predecessore. La data scelta è molto significativa: sarà infatti la II Domenica di Pasqua, che egli stesso intitolò alla Divina Misericordia, e nella cui vigilia terminò la sua vita terrena. Quanti lo hanno conosciuto, quanti lo hanno stimato e amato, non potranno non gioire con la Chiesa per questo evento. Siamo felici!”.
E della Beatificazione di Papa Wojtyla, Benedetto XVI torna a parlare salutando i fedeli polacchi:
“Ta wiadomość była bardzo oczekiwana przez…”
“Questa notizia - ha affermato - era molto attesa da tutti e, in modo particolare, da voi, per i quali il Venerabile mio Predecessore è stato la guida nella fede, nella verità e nella libertà”. Vi auguro, ha concluso, “una profonda preparazione spirituale a questo evento”. Prima delle parole sulla Beatificazione di Papa Wojtyla, Benedetto XVI si era soffermato sull’odierna ricorrenza della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Spesso, ha constatato, la migrazione “è forzata da guerre o persecuzioni” e avviene “in condizioni drammatiche”. Poi, ha rammentato che anche i genitori di Gesù dovettero fuggire in Egitto per salvare la vita del loro bambino:
“Il Messia, il Figlio di Dio è stato un rifugiato. La Chiesa, da sempre, vive al proprio interno l’esperienza della migrazione. Talvolta, purtroppo, i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo così i Paesi in cui sono vissuti i loro avi”.
D’altra parte, ha proseguito, “gli spostamenti volontari dei cristiani” sono “occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno sì che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti”. Ha così offerto una riflessione sul tema scelto per la Giornata: “Una sola Famiglia umana”:
“Un tema che indica il fine, la meta del grande viaggio dell’umanità attraverso i secoli: formare un’unica famiglia, naturalmente con tutte le differenze che la arricchiscono, ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli”.
Ed ha ripreso il Concilio Vaticano II per sottolineare che la Chiesa “è segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”:
“Per questo è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore. E’ questo lo scopo della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che avrà luogo nei prossimi giorni”.
Una settimana, ha osservato che viene preceduta dalla Giornata del Dialogo ebraico-cristiano, che “richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani”. Il Papa, rivolgendosi alla Vergine, ha quindi affidato alla sua protezione “tutti i migranti e quanti si impegnano in un lavoro pastorale in mezzo a loro”, con un pensiero speciale ai rappresentanti delle Comunità Migrantes della diocesi di Roma. Il Santo Padre non ha infine mancato di esprimere particolare vicinanza alle popolazioni di Australia, Brasile, Filippine e Sri Lanka, recentemente colpite da devastanti inondazioni:
“Il Signore accolga le anime dei defunti, dia forza agli sfollati e sostenga l’impegno di quanti si stanno prodigando per alleviare sofferenze e disagi”.
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3 commenti:
Almeno uno contento per la beatificazione c'è!! :-)))
sì, è contento sul serio. Quando ha detto "Siamo felici" diceva sul serio e si vedeva. Ha un volto molto espressivo, altro che gelido sguardo...
Alice e Mariateresa hanno ragione, specie per il riferimento al sorriso. ed è appunto quello che volevo far capire a molti ieri sul blog.
Antonio :-)
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