Cristiani, muoviti Europa
Gianni Pittella
L’Unione europea usi tutti i mezzi di pressione, diplomatica e economica, a sua disposizione per spingere i governi di tutti quei paesi dove la persecuzione delle minoranze religiose è diventata un tragico strumento politico e propagandistico in mano alle fazioni più oltranziste, a difendere i diritti umani e politici di comunità generalmente inermi e pacifiche. È questa la richiesta che ho rivolto, insieme al capogruppo del Pdl al Parlamento europeo, Mario Mauro, alle istituzioni europee per spezzare quel drammatico filo di morte che unisce le stragi in Nigeria e ad Alessandria d’Egitto ai tanti altri episodi di violenza che ormai scandiscono e minacciano la sopravvivenza di milioni di persone nella loro stessa terra, solo perché hanno aderito con il cuore e la coscienza a una religione diversa da quella della maggioranza e al quale sono spesso legate strettamente potere politico e economico.
La nostra campagna è diretta a ottenere che l’Unione europea e la comunità internazionale escano dalla colpevole acquiescenza che ha contraddistinto finora i comportamenti dei singoli paesi, per perseguire interessi particolari ben piccoli davanti alla universalità della questione della difesa dei diritti umani e della democrazia.
Gli strumenti ci sono.
Si cominci a subordinare i progetti di cooperazione e la concessione dei finanziamenti comunitari al rispetto dei diritti fondamentali, delle donne, dei bambini, delle minoranze, a cominciare da quella che li sintetizza tutte: la libertà religiosa.
Ieri (per chi legge ndr) abbiamo inviato un’istanza all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, con l’intento di sollecitare le istituzioni europee ed in particolare il neonato Servizio di azione esterna dell’Unione europea a prendere con fermezza posizione su un tema dai contorni inquietanti che sta caratterizzando i rapporti tra numerosi paesi del mondo e le minoranze religiose, in particolar modo quelle cristiane.
Egitto, Pakistan, Palestina, Iraq, Iran, Nigeria sono solo alcuni dei paesi che in questi giorni hanno visto reiterare attacchi contro i cristiani.
Certo ognuna di queste vicende è ancorata a contesti politici e sociali differenti, «ma non le sarà sfuggito – si legge – che a più riprese è stata propagandata in questi giorni da precisi gruppi terroristici una strategia comune che tende a ridurre la presenza dei cristiani a simbolo dell’occidente col fine di alimentare tensioni fondamentaliste».
«Se da un lato anche pezzi dell’opinione pubblica europea hanno ceduto alla tentazione di giudicare quanto accade con toni da crociata, dall’altro ci lascia sconcertati il fatto che lei si sottragga al dovere morale e politico di dare un giudizio su quanto accade – prosegue il messaggio – sopratutto allo scopo di contribuire a prevenire le tensioni che potrebbero caratterizzare la celebrazione del Natale ortodosso a cavallo tra il 6 e il 7 gennaio non solo in Egitto, ma anche nei paesi dell’Unione europea come si evince dagli annunci deliranti proposti da molti siti legati al terrorismo islamico». Abbiamo ricordato alla Ashton che il Parlamento europeo si è ripetutamente pronunciato su questi episodi di violenza e ricordato che già lo scorso anno nella ricorrenza del Natale ortodosso si era consumata un’efferata strage, proprio in Egitto, stigmatizzata dalle autorità di quel paese come fatto casuale.
La stessa Osce per il tramite dei rappresentanti della presidenza di turno contro le discriminazioni a sfondo religioso, ha ribadito che il problema della persecuzione dei cristiani e più in generale della libertà religiosa, esiste e rappresenta una delle sfide chiave del nostro tempo. «Riteniamo in questo senso imprescindibile un suo intervento, nell’arco delle prossime ventiquattro ore – conclude la lettera – teso a ribadire non solo l’importanza della libertà religiosa per tutti, ma soprattutto l’impegno delle istituzioni europee al fianco di quei governi del mondo che sono chiamati a tutelare dall´intolleranza qualsivoglia minoranza religiosa».
© Copyright Europa, 6 gennaio 2011 consultabile online anche qui.
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2 commenti:
I Cristiani sono in letargo da anni!!!!!!!! ed ora sarà difficile se non impossibile far ricomprendere loro l'importanza di saper difendere non solo a parole ma, con fatti concreti, l'importanza e la necessità di difendere non solo gli insegnamenti, i principi della religione cristiana ma, anche i suoi simboli. In questi anni fino all'attualità, si continua e bistrattare la religione soprattutto quella cristiana che viene erroneamente compresa come una serie di divieti interminabile. Della religione Cristiana e dei suoi valori, l'unico a parlarne correttamente è Benedetto XVI gli altri, ecclesiali compresi, molto spesso ne danno personale interpretazione quando addirittura non arrivano a sparlarne, ovviamente, per ingraziarsi i media magari per vedere le proprie parole riportate sui giornali e perchè no in pieno contrasto con lo stesso Pontefice. Per molto, troppo tempo, si è scambiato il dialogo interreligioso per sottomissione tanto per mantere come si dice " il quieto vivere" ma, un dialogo ipotetico con queste basi, non poteva che portare ad un sonno profondo delle coscenze unito alla totale mancanza di reciprocità e rispetto delle diversità con le altre religioni appunto; e siamo arrivati al limite che il Papa stesso non può neanche condannare un episodio di violenza religiosa come quello verificatosi in Egitto che non solo viene accusato di ingerenza ma, a setire certi TG minacciato personalmente. Questo è il frutto deleterio nutrito da anni ed anni di " dialogo" irresponsabile fatto solo di fumo da gettare negli occhi, di parate colorate, di marce della pace guarnite di simboli politici. A cosa è servito tutto questo? E' servito soltanto a favorire gli episodi drammatici a cui oggi, una Europa ed una Italia cristianamente addormentate e del tutto inifferenti, assistono senza avere ne la voglia e ne la forza di reagire!
Chiedo scusa per qualche parola scritta erroneamente ma, la mia tastiera ha qualche problema!
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