mercoledì 5 gennaio 2011

Islam ed integrazione: la constatazione del fallimento franco-tedesco (Le Monde)

Ricollegandoci alle segnalazioni di Alberto leggiamo la traduzione di due articoli de "Le Monde":

Islam ed integrazione: la constatazione del fallimento franco-tedesco (Le Monde)

In Germania, la tematica anti-islam è politicamente redditizia (Le Monde)

Siamo alla constatazione del completo fallimento del politicamente corretto ed alla spaccatura sempre piu' evidente fra opinione pubblica ed opinione pubblicata.
Finalmente ci si sta rendendo conto di dove sia finita l'Europa che per anni ha cercato di eliminare o di ignorare le proprie radici cristiane. I cittadini (olandesi, francesi, tedeschi, svizzeri e anche italiani) reagiscono al buonismo dei loro governanti (si veda il discorso del presidente tedesco) o al loro profondo laicismo votando partiti estremisti alla prima occasione.
Rifletta questa derelitta Europa, agglomerato economico senza radici e anima, sul disastro fatto in questi anni. Si continui a stampare agende senza le Festivita' cristiane ma poi non si pianga sul latte versato
.
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

raffaella verrà un giorno in cui i popoli di europa si solleveranno, ma non scorrerà sangua ma calci nel sedere. per certa nomenkaltura la soluzione é solo l'esilio, altrimenti riseminerebbero ancora errore e tradimenti dei popoli. la sceltà per loro sarà ampia:dai paesi della religione dell'amore e della pace, ai paesi dl grande spiritualismo come india e pakistan oppure in quel paese che sarà il futuro del mondo e con cui non possiamo non metterci a 90° e sacrificare migliaia di posti di lavoro, in più lì non devono neanche preoccuparsi della chiesa retrograda o delle radici cristiane. Li invidio proprio finalemnte potranno mettere in pratica quello che ci hannpo proprinato per decenni. Penso saranno contentissimi di andarci, adesso conoscono anche le festività tipiche grazie all'agenda.


Max


Max

Anonimo ha detto...

Caro Max,
speriamo che la sollevazione della base, con relativi calci nel sedere, contro le insipienze della classe dirigente europea riguardo al problema islamico, si materializzi presto. Per £cristiana corretta di giudizio e di comportamento, dovrei aggiungere che la "normale" deontologia "dismessa" del lessico ecclesiastico(che dice e non dice, secondo il politicamente corretto e gli amletici dubbi della Chiesa), a ragione di logica, dovrebbe indurre pur noi cattolici, se non vogliamo, sindacare in forma strabica le omissioni di tutti quanti (governi e istituzioni) qualche calcio nel deretano, sulla specifica questione islamica, dovremmo affibiarlo a qualche eminenza od eccellenza facilona, che ama dialogare anche con quelli che obbligano tali gerarchie a scavarsi la fossa, perché gli islamici facciano prima a seppellirli. L'autolesionismo masochista di certe gerarchie cattoliche non conosce limiti. E' inutile che poi noi, poveri fedeli ci lamentiamo, delle persecuzioni e dei martirii: oggi almeno il 65% dei vertici della Chiesa pensa che dobbiamo dialogare con l'Islam, anche se l'Islam, in maniera talmente evidente che un qualsiasi minorato mentale lo capirebbe, ci sta scavando la fossa.
Come cattolici dobbiamo essere sinceri con noi stessi e la nostra coscienza, che "sta di fronte a Dio"; le colpe non sono solo degli altri, ma anche nostre, che non facciamo sufficientemente sentire la nostra voce alle gerarchie, che sono sorde perché non vogliono sentire, ed accusano hanno troppi "gravi, evidenti, difetti uditivi". Eppure ogni giorno la pubblicità promuove la vendita di apparecchi acustici di varie società. In Vaticano ed alla CEI la dotazione di un certo numero di questo strumenti acustici non guasterebbe proprio.