lunedì 3 gennaio 2011

Santa Sede: nessuna ingerenza del Papa (Agi). Perché tanta accondiscendenza?

Leggiamo e commentiamo:

SANTA SEDE, NESSUNA INGERENZA SE IL PAPA PARLA DI LIBERTA'

(AGI) - Roma, 2 gen.

Il portavoce della Santa Sede, padre Lombardi, e' intervenuto questa sera sull'accusa di ingerenza rivolta dall'imam di al-Azhar, l'istituzione musulmana piu' prestigiosa del mondo arabo, al Papa in riferito al sanguinoso attentato in Egitto. In alcune anticipazioni di un'intervista al Giornale Radio Rai che andra' in onda integralmente nelle edizioni del mattino di domani di Gr1, Gr2, Gr3, padre Lombardi ha affermato che "il punto essenziale e' la condanna che l'imam ha fatto dell'attentato, invitando al dialogo e alla pacifica convivenza di cristiani e musulmani in Egitto. Per quanto riguarda, invece, l'accusa di ingerenza relativa alla condanna dell'attentato contro la chiesa copta ad Alessandria d'Egitto che il Papa ha fatto oggi all'Angelus, bisogna vedere che cosa ha inteso dire e che tipo di informazioni egli ha avuto. Nel senso che il Papa, sia nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace - dove ha fondato il diritto alla liberta' religiosa sulla dignita' di ogni persona umana e quindi senza disciminazioni per l'una o l'altra religione - sia nel post-Angelus di oggi, ha parlato naturalmente della solidarieta' per la comunita' copta cosi' duramente colpita, ma poi ha manifestato preoccupazione e interesse anche per le conseguenze delle violenze su tutta la popolazione, sia cristiana che musulmana". Quindi - aggiunge il portavoce della Santa Sede - "non si vede come questo atto di partecipazione del Papa, cosi' desideroso di ispirare non violenza in tutti, possa essere considerato una ingerenza. Credo che ci siano stati dei malintesi nella comunicazione, ma non credo proprio che ci sia da insistere su queste dichiarazioni dell'imam. Il Papa, come ogni persona ragionevole, e' contro la violenza insensata e omicida nei confronti di qualunque persona. Adesso ci siamo riferiti a un attacco contro una chiesa cristiana e quindi ci si preoccupa delle minoranze cristiane che sono sottoposte a violenza - e questo e' del tutto lecito - ma questo non vuol dire che si intenda giustificare o minimizzare la violenza nei confronti dei fedeli di altre religioni".

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Francamente non comprendo la ragione di questa dichiarazione.
Il Santo Padre e' stato chiarissimo e se l'imam ha capito male e' un problema suo.
Non va bene questa accondiscendenza. Il buonismo non porta da nessuna parte. Si pensa forse di aiutare i Cristiani con queste dichiarazioni distensive? I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Io avrei, semmai, risposto elencando tutte le volte in cui il Papa ha condannato gli attentati contro i musulmani
.
R.

9 commenti:

mariateresa ha detto...

credo che il tono così educato nasca da precise indicazioni da chi sta là, in primis il nunzio.Si cerca di non peggiorare le cose, lo capisco, anche se in effetti sono già peggiorate.
Non vorrei essere da quelle parti.

Raffaella ha detto...

Ciao carissima :-)
Il nunzio in Egitto...gia'!
Forse l'imam se l'e' presa perche' i Copti hanno cercato di assaltare la sua auto ma prendersela con il Papa non ha proprio senso.
R.

sonny ha detto...

Buongiorno carissima e buon anno ancora a te e a tutti gli amici del blog. Capisco le tue perplessità, però cerco di mettermi nei panni di Padre Lombardi, che non sta maneggiando dell'acqua di rose. Il nostro istinto sarebbe quello di rispondere a brutto grugno. Comunque è un copione già visto. Il Papa parla forte e chiarissimo, ma evidentemente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire!

Raffaella ha detto...

Ciao Sonny e buon anno :-)
Padre Lombardi in effetti non c'entra nulla perche' non parlava a livello personale.
Speriamo che la situazione non precipiti ma la tensione e' altissima.
R.

stefania db ha detto...

La risposta farneticante all'appello del Papa dimostra proprio la realtà delle cose denunciate dal Papa, la gravità della situazione.
Paura o accondiscendenza che sia la situazione è gravissima. Dobbiamo pregare e sperare che anche l'Europa intervenga con determinazione.

Fabiola ha detto...

Di solito controllo molto le mie reazioni. Mi conosco e so di avere la polemica nel sangue.
Ma, sarà perchè mi sto sottoponendo alla penitenza di ascoltare don Luigi Ciotti su Radio Tre (a tratti un vero e proprio contro magistero), ho deciso di dire quel che penso.
Di fronte a dichiarazioni di questo tipo da parte della Santa Sede, mi viene di pensare all'impotenza dei conigli.
Sembra che non si capisca che si tratta del modo migliore per perdere qualsiasi stima da parte dei musulmani, che leggono tutto ciò come una dichiarazione ripetuta di resa. E siccome la realtà è ostinata nessuno si è ancora accorto che questo approccio "arrendevole" alla questione islamica che dura da più di un ventennio non ha risolto nulla? Piuttosto la situazione si è, costantemente, aggravata. So che si tratta di un groviglio quasi inestricabile di motivazioni e che la Chiesa è davvero "senza divisioni" ma è così patente la falsità delle accuse al Papa da parte dell'Imam che forse almeno tacere non sarebbe stato imprudente. Certo un sostegno al Papa da parte del mondo occidentale non guasterebbe ma, come Raffaella ha già notato, i titoli, almeno, dei nostri giornali sembrano suggerire una sorta di equidistanza tra le ragioni del Papa e quelle dell'Imam. Per finire don Ciotti ha appena dichiarato che il termine martirio è parola eccessiva ed abusata e che la Chiesa dovrebbe interrogarsi seriamente sui motivi della repulsione che suscita in occidente come in oriente. Ecco: questo ci conferma che il problema, forse, ce l'abbiamo in casa.

Raffaella ha detto...

Concordo con Fabiola.
Il problema e' a casa dei Cristiani ed in particolare a casa di certi sacerdoti che dovrebbero ripassare il significato del termine martirio.
Finche' la Chiesa Cattolica manterra' nel suo seno certi politicanti, non andremo da nessuna parte.
R.

Anonimo ha detto...

Cara Fabiola, è inutile che si danni l'anima, rovinandosi la salute fisica e spirituale, per le scemenze di Don Ciotti. E' una vita che si muove a "ruota libera"; la sua "attività" di presbitero sembra a molti "marginale" rispetto al suo coinvolgimento politico; Don Ciotti fa il tribuno per convenienza (anche economica) e poi, giusto per salvare la faccia, il presbitero (senza segni contraddistintivi) per darsi una "patente morale" (di uomo retto e di chiesa) nelle sue strambate.
Soggetti come lui, non rarissimi nella devastata Chiesa del XXI secolo,algebricamente recano molti più danni alla Chiesa dei benefici che riescono ad assicurare, prevalentemente con pubblico denaro, ai disadattati ed ai problematici italiani. Ma oggi, la Chiesa, a corto di uomini e con una certa confusione pratica sulle linee sociali da perseguire,fa "buono tutto o quasi", anche i Don Ciotti, Don Mazzi, don Gallo, ecc. E' proprio il caso di dire "che questo è quello che passa il convento". A molti cattolici, me compreso, questa variante conventuale non piace; ma a certi Vescovoni (senza allusione né lessicale né politica al linguaggio bossiano)i preti barricadieri, che vogliono rivoltare il mondo con le loro sparate lunari, che flirteggiano con i nemici della fede (nella fattispecie gli islamici), piacciono e come, anzi gli fanno ponti d'oro, dato che questi soggetti "intraprendenti", in materia di "argent" non disdegnano le seduzioni di Mammona.

Anonimo ha detto...

Bisognerebbe ricordare che l'iman in generale non è una vera autorità nel mondo mussulmano. Egli è al massimo la guida durante la preghiera con più persone e risponde a chi lo ha nominato, il quale è il capo. Non c'è distintizione in quel mondo tra autorità politica e quella religiosa, C'è l'autorità (gli esempi del Marocco e quelle dell'arabia saudita parlano chiaro, ma anche il rettore dell'universita islammica del Cairo è nominato dal Presidente della Repubblica d'Egitto).
Inoltre i mussulmani non egiziani non riconoscono l'università cairota come l'autorità suprema dell'islam sunnita. E' sbagliato quindi presentare il rettore della medesima, come pure il suo portavoce, come espresione dell'Islam, ma come una voce tra le tante del medesimo