domenica 16 gennaio 2011

Lo storico Étienne Fouilloux: Giovanni Paolo II beatificato: “Una forma di autogiustificazione del Papato" (Le Monde)

Clicca qui per leggere la traduzione dell'intervista.
Benedetto XVI non avrebbe mai beatificato due Papi insieme solo per fare il "furbo" ed eliminare le contraddizioni. Non e' il suo stile. Quanto all'autogiustificazione del Papato (qualcuno parla addirittura di autoassoluzione), so che in tanti, all'estero naturalmente, hanno questa opinione e personalmente non mi sento di insistere troppo su questo punto anche perche' la mia ragione non comprende fino in fondo come si possa separare la santita' personale di un uomo dal suo Pontificato.

13 commenti:

Andrea ha detto...

Intervista vergognosa, che esprime, fra l'altro, disprezzo assoluto per il lavoro di indagine sulla vita del Candidato e per Dio che dà il suo sigillo tramite il miracolo scientificamente costatabile.
L'obiettivo rimane "il Pontificato Romano", cioè la Presenza di Cristo oggi e sempre, tramite il suo Vicario.
Già Napoleone voleva fare del Papa il "Vescovo di Roma" (sede territoriale certamente meno importante di Parigi... o di Milano e Torino, potremmo dire noi).

Fabio ha detto...

Questi francesi massoni, non si smentiscono mai...!

Anonimo ha detto...

Comprensibile visione laicista di uno storico materialista (probabilmente di estrazione marxista): tutto è interpretabile per mezzo di categorie mondane!
Come possa essere anche storico della Chiesa uno che prescinde a priori della dimensione teandrica della Chiesa... questo sì mi preoccupa.
Mi preoccupa per lui: infatti non avendo la attrezzatura minima per comprendere la Chiesa come potrà studiarla, comprenderla, interpretarla? Ma tant'è!!! la superficialità regna sovrana in questo scorcio di 'fine-impero'! bassiano perini

Anonimo ha detto...

A me, invece, pare un'analisi abbastanza obiettiva e realistica. Anch'io non vedo la necessità di questa smania di santificare quasi tutti i papi di questo secolo, soprattutto coloro che si sono pericolosamente distanziati dalla linea tradizionale della Chiesa di sempre (come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II) e proprio per questo eccezionalmente acclamati e osannati dalle folle, talvolta perfino dai non cattolici. Queste canonizzani a furor di popolo, a mio avviso, hanno iniziato un pericoloso culto della personalità verso dei papi che vengono sempre più considerati semplicemente come dei leaders carismatici anzichè custodi della Fede e della dottrina cattolica come dovrebbe essere.
Forse sembrerò cattivo, ma i pianti e le acclamazioni di massa ai funerali di Giovanni Paolo II mi sono sembrati molto simili a quelli di lady Diana pochi anni prima...

Anonimo ha detto...

L'ultimo anonimo ha ragione da vendere circa la pericolosità di un culto della personalità dei vari pontefici; come pure è certamente vero che parte, mi si conceda però minore, dell'emozione per la morte di Giovanni Paolo II aveva degli accenti un pò troppo "mondani", per così dire; tuttavia quando si afferma che il Beato Giovanni XXIII o il Venerabile GPII sono distanti dalla linea tradizionale della Chiesa allora innanzitutto si dimostra di non conoscerne l'inseganmento e, parimenti, si fa il gioco di quegli stessi ambienti che hanno interesse a far sì che si affermi nella pubblica opinione l'idea di un alternanaza fra papi buoni e papi cattivi.

Antonio

Anonimo ha detto...

Non mi sento di condividere il giudizio di Andrea: "Intervista vergognosa". L'autore, che non conosco e non so se sia "massone" esprime un "punto di vista totalmente laico" che a noi cattolici piace poco o punto, ma che va, comunque, rispettato. Noi cattolici cadiamo spesso in una contraddizione logica: "siamo autolesionisti sistematici e "comprensivi e sopportanti verso i nemici della fede" quando gli adepti di altre religioni ed in particolare quella mussulmana ci massacrano in vari modi; diventiamo "intolleranti" quando qualche laico europeo, forse in mala fede, forse in buona fede, o forse parzialmente in entrambe le situazioni, afferma cose non gradite. Credo, per il bene della Chiesa, che dovremmo essere più tolleranti verso la cultura laica quando essa non sia pregiudizialmente e fanaticamente avversa ai nostri convincimenti. Come non escludere, paradossalmente, che esista anche in questo contradditorio dialettico, tra fedeli ed atei una sorta di "disegno di Dio" per "far maturare la fede dei fedeli e per ricondurre, attraverso "l'autointerrogatorio della propria coscienza" anche gli atei alla fede? I disegni di Dio, Essere Onnipotente ed Onniscente, sono largamente insondabili a noi comuni mortali.
Noi cattolici, a mio avviso, dovremmo essere più cauti, a stigmatizzare o condannare tutto quello che afferma il mondo ateo.
Qualche volta anche i non credenti possono avere delle buone ragioni per esternare.

Anonimo ha detto...

Io sottoscrivo le considerazioni di Raffaella, in particolare rifletterei sulle qualità e l'esercizio delle virtà di un pontefice. Son queste, a mio sommesso avviso, che dovrebbero essere analizzate per vagliarne la santità. Son state esercitate in modo "eroico"?...che frutti hanno portato alla Chiesa tutta? E, soprattutto, possono essere valutate con distacco e serenità a soli 5 anni dalla morte?
Si discute ancora sulla beatificazione di PIO XII a cinquant'anni dalla morte e lo stesso dicasi per altri pontefici...

Luis ha detto...

Magistrale commento fatto da un laico...i papi sono servi dei servi di Dio...aver infranto ogni legge per giungere volenti o nolenti alla beatificazione getta un sospetto su quest'atto in se legittimo.Atto che non doveva avvenire fuori delle norme e della giustizia ed è vero che c'è una sorta di papalatria glorificatrice dei pontefici...
Ci si dimentica che Cristo e solo lui è il centro dell'uomo di ieri di oggi e di domani.
E papa Benedetto non ha usatola stessa solerzia con Pio XII,con Benedetto XIII,con Giovanni Paolo I...
Voleva aprire il cortile ai Gentili e si ritrova solo nel cortile di San Damaso.

euge ha detto...

Forse sembrerò cattivo, ma i pianti e le acclamazioni di massa ai funerali di Giovanni Paolo II mi sono sembrati molto simili a quelli di lady Diana pochi anni prima...

Mi riallaccio a queste tue parole anonimo per confermare che condivido il tuo post. Vorrei inoltre ricordare che a parte chi è stato sempre fedele a Giovanni Paolo II e per questo va rispettato, la maggior parte che ha inscenato le sceneggiate di disperazione in occasione della sua morte, erano persone che fino a qualche tempo prima lo avevano sonoramente criticato se non addirittura sbeffeggiato; lo dico a ragion veduta visto che di gente che si è comportata in questo modo, ne conosco parecchia. Insisto col dire che anche secondo il mio modesto parere, che conta meno di zero, si è andati troppo di fretta ma, evidentemente la pressione statva diventando talmente forte che alla fine si è scelto per la beatificazione e ribadisco che prima si fà e meglio sarà. Benedetto XVI, si toglierà un problema che è peggio di dente del giudizio cariato!

Anonimo ha detto...

Non amo utilizzare sempre la "dietrologia" per interpretare i fatti. Quindi penso che la ragione principale - tralascio dall'analisi le ragioni secondarie già esplicitate da vari interventi - per la beatificazione di GPXII sia un'altra. Naturalmente la mia è una pura ipotesi. Usando un linguaggio "terra terra" penso che Benedetto XVI si sia convinto che "la beatificazione" avrebbe finito per provocare un'enorme ondata di entusiasmo cattolico, richiamando a Roma milioni di persone, attirando l'attenzione mondiale sull'evento da parte degli organi di comunicazioni di massa, favorendo la ripresa di prestigio e di immagine internazionale del cattolicesimo romano. Semplificando grossolanamente, e dando ai Cesari (nello specifico al Beato, ed anche a Benedetto) quanto si meritano), la beatificazione servirebbe soprattutto a restituire la considerazione appannata da alcuni scandali scandali (agli occhi della gente e dei non credenti) della Chiesa Cattolica.

Raffaella ha detto...

Affermare quanto ha scritto Anonimo significa non avere la minima idea dello stile e della personalita' di Benedetto XVI.
R.

Andrea ha detto...

Per l'annonimo delle 13:33 : grazie per la critica, cercherò di rispondere.
A parte la "classica" collocazione di "Le Monde" (certamente massonica), mi sono posto non nella posizione del giudizio sulla persona intervistata, che non conosco, ma sulle sue dichiarazioni.
Siamo "noi cattolici" accondiscendenti verso i Musulmani che ci massacrano e intolleranti verso i laicisti/ateisti massonizzanti? Direi che piuttosto si verifica il contrario: si tende a temere un'aggressione islamica e a considerare "intellettualmente stimolanti" i laicisti.
Un sottoprodotto di questa situazione è che i Musulmani vengono aiutati da molti ambienti di Chiesa a inserirsi nei Paesi cristiani, negando l'evidenza: il pericolo non è tanto il massacro, quanto il "ricoprimento" dei nostri Paesi da parte dell'ondata (demografica e culturale) islamica. E perché lo fanno? perché si sottomettono al diktat laicista, che dice che un ambiente "multireligioso" è senz'altro migliore di uno "organico" (solo cristiano).

Detto questo, cosa rende "vergognosa" l'intervista? Il fatto che, come dice l'anonimo delle 12:15, chi la rilascia fa lo "storico del Cristianesimo" senza avere l'attrezzatura minima. Ma ciò è intrinseco all'impostazione laicista: da sempre, essa non spinge a operare "laicamente", bensì "laicisticamente". In altre parole, uno storico "laico" potrebbe snocciolare dati e tendenze nella vita della Chiesa, mentre uno storico "laicista" si occupa della Chiesa con "ira et studio" (secondo il motto classico), per trasmettere al lettore un solo messaggio: "NON E' COME SEMBRA; si tratta di una MASCHERATURA DI SCONTRI TRA FORZE E INTERESSI".
Mi permetto di rimandare al mio commento di stamane: posto il disprezzo per il lavoro di indagine sul Servo di Dio, dato per impossibile, contro l'evidenza, qualsivoglia miracolo, cosa resta se non l'attacco al Pontificato in quanto tale? Ecco allora che il cosiddetto "storico", e tutto il suo ambiente, si rivela per ciò che è : un ripetitore della propaganda della Révolution. Ecco che, noi sì, possiamo dire: NON E' COME SEMBRA; si tratta di una MASCHERATURA DI UNA GUERRA SANGUINOSA, che, come tutte le guerre moderne, inizia con la denigrazione della verità.

Anonimo ha detto...

Fouilloux rappresenta benissimo quella chiesa francese che intitolò i lavori annuali della conf episcopale francese degli anni 70: "la chiesa di francia verso il Socialismo." Un cattolico che non va mai a messa, che non crede in nessuno dei dogmi della nostra fede, ma chei vuole tenersi il titolo di cattolico solo per poter criticare la chiesa stesssa. Il risultato di questi signori in francia é sotto gli occhi di tutti. Non manca certo un po' di sano gallicanesimo, luoghi comuni su Pio XII, pioXI fascista poi mi mancava.
Rappresenta benissimo quella cultura francese fatta ormai solo di stereotipi e luoghi comuni, politically correct fino al midollo. Sono su un titanic che affonda ma continuano a suonare nell'orchestra.

Max