Su segnalazione di Alice leggiamo:
DOPO I DISCORSI DEL PAPA ARRIVA IL RICHIAMO PER «CONSULTAZIONI SULLA SITUAZIONE DEI COPTI»
Strage chiesa, l'Egitto richiama la propria ambasciatrice in Vaticano
Su un treno nel sud del Paese nuovo agguato: ucciso un cristiano e altri tre feriti
A meno di due settimane dall'attentato contro una chiesa rivelatosi il più sanguinoso attacco interconfessionale in Egitto negli ultimi anni, ecco una nuova giornata di sangue e polemiche nel paese africano. Fonti sanitarie e della sicurezza hanno confermato la morte di un cristiano ucciso con colpi d'arma da fuoco su un treno nell'Egitto meridionale. Nella sparatoria almeno altri tre sono rimasti feriti. Le notizie sono ancora confuse e non è chiaro se si tratti di un nuovo attacco politico-religioso contro i copti, dopo il sanguinoso attentato alla Chiesa dei Santi ad Alessandria la notte di Capodanno, o di una sparatoria per altri motivi. Cinque cristiani feriti a colpi di arma da fuoco sono attualmente ricoverati in un ospedale nel sud dell'Egitto, secondo quanto riferito da una fonte medica, la dottoressa Mariam Salah. Una fonte della sicurezza ha detto che un sesto cristiano è stato ucciso.
DIPLOMAZIE - In precedenza il ministero degli Esteri egiziano ha richiamato per consultazioni il proprio ambasciatore presso la Santa Sede, signora Aly Hamada Mekhemar per consultazioni sulla situazione dei cristiani copti. Nei giorni scorsi al clero sunnita di al Azhar e alle autorità egiziane non sono piaciuti gli appelli di Papa Benedetto XVI per la difesa dei copti egiziani lanciati in seguito alla strage di Alessandria, interpretati come un'ingerenza nelle questioni interne del Paese. In particolare sono state criticate le parole del papa durante l'Angelus: «Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l'umanità intera».
INGERENZE - Il Cairo, ha spiegato un portavoce del governo senza citare mai esplicitamente Benedetto XVI, si è preoccupato di mettersi in contatto col Vaticano dopo le dichiarazioni in seguito all'attentato terroristico di Alessandria e il ministro degli Esteri Ahmed Abul Gheit ha inviato una lettera al suo omologo vaticano nella quale «ha smentito parecchi punti tra le dichiarazioni emesse dal Vaticano». «Questi punti - ha continuato Zaki - riguardano la posizione dei copti in Egitto e la relazione fra musulmani e copti. Abul Gheit ha respinto tutti i tentativi di fare propaganda su quello che viene chiamata la protezione dei cristiani in Medio Oriente, partendo dal crimine di Alessandria». Zaki ha aggiunto che nella lettera il ministro si concentrava sulla «preoccupazione dell'Egitto di evitare l'escalation dello scontro e delle tensioni per motivazioni religiose». Il ministro ha anche parlato della volontà dell'Egitto di puntare al dialogo, incitando «i responsabili del Vaticano ad evitare di evocare gli affari interni egiziani nelle loro dichiarazioni e nei loro contatti con certi paesi europei».
L'IMAM - Nel frattempo l'imam di Al Azhar, Ahmed al-Tayyeb, secondo quanto ha riferito il portavoce del più grande centro teologico sunnita, Mohammed Refaa al-Tahtawi, riferendosi alle dichiarazioni di Benedetto XVI - in particolare il discorso di lunedì al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede - nelle quali il Papa ha sollecitato i governi mediorientali a proteggere le minoranze cristiane ha ribadito il no a ingerenze esterne negli affari interni dei paesi arabi musulmani «sotto qualsiasi pretesto». «Ogni paese ha il diritto di approvare leggi a protezione della sua sicurezza nazionale e sociale», ha affermato l'imam. «Col dovuto rispetto per le dichiarazioni di Benedetto XVI, affermiamo - ha proseguito l'imam - che la protezione dei cristiani è un affare interno garantito dallo Stato perchè sono cittadini che hanno diritti come tutti gli altri concittadini».
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10 commenti:
Benissimo, allora per i morti di oggi ( ma non solo per quelli) sappiamo con chi protestare... Ops, ma l'abbiamo già fatto!
scusate ..ma il capo dei copti cosa dice? Forse è meglio davvero, che se la sbrighi da solo. E se sceglie l'appoggio del più forte, l'Imam, gli conviene. Come messaggio morale non fa una piega in questi tempi: il più forte e il più minaccioso hanno sempre ragione. E poi si discute di educazione ai giovani
Poi, mi chiedo, a cosa servono gli ambasciatori se non si può dir nulla? Solo a richiamarli per ritorsione?
Una voce coraggiosa dal Pakistan
http://www.lunico.eu/2011011135300/cronaca/pakistan-ministro-minoranze-legge-su-blasfemia-va-emendata.html
Alessia
Il "papa" copto tace sempre purtroppo e non mi stupirei se desse ragione all'imam.
R.
Strano, quando si tratta di "proteggere" le minoranze islamiche i Europa i governi arabi e gli imam non si astengono dalle ingerenze.
jacu
Del resto cosa fece il papa copto all'epoca di Ratisbona? Accusò il Papa di mettere in pericolo la sua comunità.
Alessia
un bel si arrangi non gli fu mai detto al papa copto? Scusate, ma sostenere quelli che si riparano all'ombra dei famosi mulini a vento, mi pare ingenuo quanto controproducente
bene ha fatto il patriarca russo a farsi i fatti russi suoi
Pero', caro Passante, se io fossi un marziano caduto dalla base lunare alfa, osservando le varie reazioni, direi che il Papa e' un leone e gli altri piccole pecorelle che hanno smarrito la via (ed anche il Messaggio di Cristo).
Se Gesu' si fosse astenuto dal denunciare le ingiustizie, non sarebbe morto sulla Croce. Dove starebbe allora lo scandalo per l'umanita'?
Dove starebbe la Salvezza che ha portato nel mondo?
Io parlo da credente, ovviamente.
Ma, in fondo, non e' cosi' anche per i veri laici, quelli che guardano oltre l'orticello del loro quieto vivere?
Quando guardiamo al passato ricordiamo con ammirazione chi ha avuto il coraggio delle sue scelte piuttosto che i tanti "pacifici e serafici" che si sono fatti gli arrosti propri :-)
R.
ma il mio commento era ironico raffaella :)
se anche san Pietro è stato crocifisso a testa in giù un motivo ci sarà. Se si fosse adeguato allo spirito dei tempi forse gli sarebbe andata meglio, non solo a lui, ma anche ai suoi seguaci. Oggi gli si direbbe che è un irresponsabile a non voler dialogare esponendo i suoi al martirio nel nome di Cristo.
Allora abbiamo detto la stessa cosa :-))
R.
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