lunedì 10 gennaio 2011

Nomi cristiani e giornalisti creativi (Accattoli)

Clicca qui per leggere il commento di Luigi Accattoli segnalatoci da Alessia ed Alice.

2 commenti:

Salvatore Izzo ha detto...

Caro Luigi, come sai ho grande considerazione delle tue opinioni e la citazione del teologo Ratzinger sul nome di Cristo e' affascinante. Tuttavia il Catechismo della Chiesa Cattolica, frutto di un lavoro coordinato dal card. Ratzinger, dedica a "Il nome cristiano" un intero capitolo che va invece nella direzione dell'interpretazione data dall'Agi al discorso di ieri. E in questa direzione va anche il fatto che la Sala Stampa ha pubblicato il discorso mettendo in corsivo l'espressione 'nome cristiano' e questo significa che si riferisce ad un concetto codificato, cosi' come lo e' questo tema nel Catehismo. Se mi sono sbagliato (e spero che non sia cosi') l'ho fatto in buona fede, e tuttavia anche in questo caso non mi dispiacerebbe aver sollevato un problema molto importante perche' nella scelta del nome c'e' gia' espresso in qualche modo, magari inconsapevolmente, il progetto educativo che i genitori hanno in animo di seguire. E non ti nascondo che un richiamo su questo tema mi sembra piu' importante per il nostro futuro di tutti i dibattiti sul preservativo, nei quali le posizioni del Papa sono state alterate spesso in cattiva fede. Un abbraccio. Salvatore

luigi accattoli ha detto...

Caro Salvatore, l’espressione usata dal Papa si presta a una doppia interpretazione. E il corsivo nel testo sta a dire che egli intende rimandare – come tu dici – a un uso codificato: ma sta il fatto che ambedue gli usi sono codificati. Sia quello teologico del “nome cristiano” nel senso dell’appartenenza a Cristo, sia quello pastorale della scelta di un nome caro alla tradizione ecclesiale. Lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica al paragrafo 2156 allude sia all’uno sia all’altro significato: al primo quando dice “il cristiano riceve il proprio nome nella Chiesa”, il secondo quando specifica che esso “può essere il nome di un santo”. Dunque può “anche” non esserlo ma pur sempre sarà un nome “ricevuto nella Chiesa”. Essendo duplice il significato dell’espressione, va stabilito quale fosse inteso dal Papa nel testo di ieri. Affermando egli che “ogni battezzato acquista il carattere di figlio a partire dal nome cristiano”, non vi è dubbio che l’intenzione sia quella teologica, altrimenti verrebbe a dire che chi non riceve un nome della tradizione ecclesiale non acquista il “carattere di figlio” e ciò non può essere. Sull’opportunità della scelta di nomi biblici o di santi, condivido la tua opinione.