mercoledì 5 gennaio 2011

Visita di Benedetto XVI ai bambini del Gemelli. Il prof. Romagnoli: evento importante per rilanciare la cura della spina bifida (Radio Vaticana)

Visita di Benedetto XVI ai bambini del Gemelli. Il prof. Romagnoli: evento importante per rilanciare la cura della spina bifida

Lo chiamano il “Gemelli dei Bambini”: è il reparto Pediatria del Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma, tappa della speciale visita del Santo Padre, questo pomeriggio, in occasione della festa dell’Epifania. Cuore della visita è la benedizione del Centro per la cura della spina bifida, grave malformazione congenita della colonna vertebrale e del midollo spinale. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Costantino Romagnoli, direttore del reparto Pediatria.

D. - Prof. Romagnoli, l’incontro con il Papa sarà un’occasione preziosa per portare alla luce l’impegno di questo meritevole Centro a servizio dell’infanzia…

R. – E’ chiaro che l’emozione è grande: è la prima volta che il Santo Padre viene a visitare la Pediatria del Policlinico Gemelli. Le prestazioni del Centro sono di tipo sanitario, di tipo educazionale, di tipo riabilitativo, che coinvolgono una équipe multidisciplinare: tra i quali il pediatra, il neurologo, il neuropsichiatra, lo psicologo. C’è soprattutto un’attenzione particolare verso la famiglia, perché questa terapia viene applicata non solo ai bambini, ma anche alle famiglie. Per questa patologia, nel nostro Centro, da ormai oltre 20 anni, vengono fatti circa mille accessi di day hospital all’anno e seguiamo più di 700 soggetti: li chiamo soggetti e non bambini, perché facciamo fatica a non seguire anche gli adolescenti e anche gli adulti che continuano a tornare nel nostro Centro.

D. - Professore, a che punto siamo nella ricerca e nella cura di questa patologia?

R. – La cura di questa patologia è fondamentalmente legata alla prevenzione con l’acido folico. Si tratta, però, di una prevenzione molto difficile, perché dovrebbe cominciare – teoricamente – due o tre mesi prima del concepimento. E’ facile fare una prevenzione in soggetti che hanno già avuto una esperienza negativa in questo, mentre la prevenzione primaria – quella cioè su tutta la popolazione – passa attraverso una diffusione abbastanza capillare delle problematiche. Questo Centro si sta facendo carico, con un finanziamento dato anche dalla Regione Lazio e con l’Associazione delle famiglie di questi bambini, di realizzare un depliant da distribuire nelle scuole: così da riuscire a fare una diffusione capillare informativa sulla patologia e la possibilità preventiva. Sulla terapia, quello che si può fare – una volta che nasce un bambino con questa problematica – è intervenire chirurgicamente nelle prime 24 ore dopo la nascita, non creare lesioni aggiuntive di questo midollo spinale anomalo che è esposto all’esterno, e poi seguire il decorso dal momento neonatale fin quando questi soggetti non saranno adulti.

D. – Quindi sarà molto importante questa visita per dare più luce a questa malattia che, appunto, con un'adeguata prevenzione può attenuare di molto i danni?

R. – Questo senz’altro. Pensiamo che nei Paesi dove l’aborto terapeutico è la realtà operativa principale, ormai bambini con questa patologia non nascono quasi più, perché alla diagnosi prenatale segue immancabilmente l’interruzione volontaria di gravidanza. In molti Paesi, comunque, le diagnosi sono anche misconosciute e quindi i bambini nascono perché la diagnosi non viene fatta prima della nascita. Spesso il bambino con la spina bifida è stato considerato come un bambino destinato ad un handicap tanto grave per il quale non valesse la pena investire denari e risorse umane. Io penso che chi oggi verrà o si troverà a vedere i servizi sul Centro che verrano mandati in onda dalle varie televisioni, vedrà questi ragazzi sulla sedia a rotelle, autonomi, capaci di andare a scuola, di fare attività sportive, e – forse - cambierà un po' idea su questa patologia. (mg)

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto per la veneranda età, questo povero fossile della teologia della liberazione, ha sbroccato di brutto
http://www.periodistadigital.com/religion/america/2011/01/05/jose-comblin-iglesia-clases-populares-iglesia-religion-america-teologo-liberacion-papa-opus.shtml
Alessia

Raffaella ha detto...

Questa si' che e' bella, cara Alessia :-))

mariateresa ha detto...

ormai , invece di intervistarli, i teologi della liberazione li evocano con le sedute spiritiche.

euge ha detto...

grande mariateresa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!