Papa: tutti i precetti di Gesù si riassumono nel comandamento della carità
Una società più cristiana avrebbe potuto evitare episodi dolorosi come quello che la scorsa settimana è costato, a Roma, la vita a quattro bambini rom. Portando la nuova legge Gesù non abolisce la legge “dei nostri fratelli ebrei”, ma “‘riempie’ i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l’amore divino”.
Città del Vaticano (AsiaNews)
Ogni precetto datoci da Gesù “diventa vero come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso”. E’ la lettura che Benedetto XVI ha evidenziato oggi all’Angelus, tornando a parlare alle 30mila persone presenti in piazza san Pietro del Discorso della montagna e in particolare del fatto che “dopo le ‘Beatitudini’, che sono il suo programma di vita, Gesù proclama la nuova Legge, la sua Torah, come la chiamano i nostri fratelli ebrei”.
E’ una legge, ha detto ancora il Papa, per la quale san Paolo scrive “Pienezza della Legge è la carità” (Rm 13,10). “Davanti a questa esigenza, ad esempio, il pietoso caso dei quattro bambini Rom, morti la scorsa settimana alla periferia di questa città, nella loro baracca bruciata, impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto. E questa domanda vale per tanti altri avvenimenti dolorosi, più o meno noti, che avvengono quotidianamente nelle nostre città e nei nostri paesi”.
E’ una nuova legge che Gesù “spiega mediante una serie di antitesi tra i comandamenti antichi e il suo modo di riproporli. Ogni volta inizia: ‘Avete inteso che fu detto agli antichi…’, e poi afferma: ‘Ma io vi dico…’. Ad esempio: ‘Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio (Mt 5,21-22). E così per sei volte. Questo modo di parlare suscitava grande impressione nella gente, che rimaneva spaventata, perché quell’’io vi dico’ equivaleva a rivendicare per sé la stessa autorità di Dio, fonte della Legge. La novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che Lui stesso ‘riempie’ i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l’amore divino. Perciò ogni precetto diventa vero come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso”.
“Forse - ha detto ancora il Papa - non è un caso che la prima grande predicazione di Gesù si chiami ‘Discorso della montagna’! Mosè salì sul monte Sinai per ricevere la Legge di Dio e portarla al Popolo eletto. Gesù è il Figlio stesso di Dio che è disceso dal Cielo per portarci al Cielo, all’altezza di Dio, sulla via dell’amore. Anzi, Lui stesso è questa via: non dobbiamo far altro che seguire Lui, per mettere in pratica la volontà di Dio ed entrare nel suo Regno, nella vita eterna. Una sola creatura è già arrivata alla cima della montagna: la Vergine Maria. Grazie all’unione con Gesù, la sua giustizia è stata perfetta: per questo la invochiamo Speculum iustitiae. Affidiamoci a lei, perché guidi anche i nostri passi nella fedeltà alla Legge di Cristo”.
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