lunedì 17 gennaio 2011

In quei giorni si mette­rà in moto la macchina per la designazione del succes­sore di Tettamanzi (Tornielli)

Su segnalazione di Eufemia e Fabiola leggiamo:

Grandi manovre per la successione di Tettamanzi

di Andrea Tornielli

Il prossimo 14 marzo il cardinale compirà 77 anni e lascerà la diocesi più importante d’Europa e la più grande del mondo. Ed è già iniziata la corsa dei possibili eredi. Tra i nomi più probabili c’è il patriarca di Venezia, Angelo Scola

Fra qualche settimana, il prossimo 14 marzo, il cardi­nale Dionigi Tettamanzi compirà 77 anni e conclude­rà il biennio di proroga che la Santa Sede gli ha concesso al­la guida della diocesi ambro­siana. In quei giorni si mette­rà in moto la macchina per la designazione del suo succes­sore. Un procedimento non facile: si tratta infatti di indivi­duare il vescovo della diocesi che se si incrociano i dati sul numero di battezzati e sul­l’estensione del suo territo­rio può considerarsi la più grande del mondo e di certo la più importante d’Europa. Non è inusuale che un car­dinale residenziale venga la­sciato al suo posto per un cer­to tempo dopo il compimen­to del 75˚ anno d’età e la pre­sentazione delle dimissioni obbligate a norma di diritto canonico. Se gode di buona salute e non ha chiesto di la­sciare subito l’incarico (co­me ad esempio fecero a suo tempo i cardinali Carlo Ma­ria Martini e Giacomo Biffi), uno o due anni di proroga so­no la norma. Del tutto straor­dinaria è stata invece la deci­sione vaticana di comunica­re, su richiesta degli interes­sati, l’esatto periodo di que­sta proroga: è accaduto una prima volta con il cardinale Severino Poletto, arcivesco­vo di Torino. Si è ripetuto con Tettamanzi. E così come il meccanismo della successio­ne si è velocemente attivato lo scorso giugno subito dopo lo scadere del biennio con­cesso a Poletto al quale è suc­ceduto l’arcivescovo Cesare Nosiglia, tutto fa ritenere che questo avverrà anche con Tettamanzi, nonostante qualcuno ipotizzasse per lui un’ulteriore proroga per per­mettergli di ricevere a Mila­no Benedetto XVI a fine mag­gio 2012 per il raduno mon­diale delle famiglie, e persino una conferma fino al 2013, an­no in cui si celebreranno i 1700 anni dall’Editto di Mila­no. Il nunzio apostolico in Ita­lia, l’arcivescovo Giuseppe Bertello, il prossimo marzo, inizierà dunque la sua inchie­sta tra il clero ma anche tra i laici della diocesi ambrosia­na. Trattandosi della più im­portante sede cardinalizia del nostro Paese, saranno consultati anche i porporati delle altre sedi italiane. Poi tutto arriverà a Roma, nelle mani del Prefetto della Con­gregazione dei vescovi, il car­dinale canadese Marc Ouel­let. Al momento la partita è apertissima. Tra i candidati ci sono innanzitutto due car­dinali di origine ambrosiana. Il primo è il «ministro della cultura» vaticano, il biblista Gianfranco Ravasi (68 anni). Per lui, che non ha mai guida­to una diocesi, Milano signifi­cherebbe il viatico per un’eventuale candidatura in caso di conclave: l’autorevo­le vaticanista americano John Allen già da tre anni in­fatti lo indica tra i più accredi­tati «papabili» italiani. Al mo­mento le probabilità della sua nomina appaiono al­quanto remote. L’altro possi­bile candidato cardinale è An­gelo Scola (69 anni), patriar­ca di Venezia dal 2002: stima­to da Papa Ratzinger, del qua­le è stato collaboratore all’ex Sant’Uffizio, nelle diocesi che ha retto ha mostrato di non farsi condizionare dalle sue origini cielline e in questi anni nella città lagunare è sta­to protagonista di iniziative di dialogo con l’Oriente.Iltra­sferimento da una sede cardi­nalizia italiana a un’altra è del tutto inusuale, anche se il primo precedente è stato rap­presentato proprio da Tetta­manzi, trasferito sessantot­tenne da Genova a Milano. Il candidato considerato più vicino al Segretario di Sta­to Bertone è l’attuale vescovo di Piacenza, Gianni Ambro­sio ( 67 anni), di origini vercel­­lesi, già assistente ecclesiasti­co dell’Università cattolica a Milano. Ci sono poi tre nomi di vescovi della Lombardia su cui potrebbero puntare i sostenitori della continuità con Tettamanzi: Luciano Mo­nari ( 69 anni a marzo), vesco­vo di Brescia; Diego Coletti (69 anni), vescovo di Como e il neo-vescovo di Bergamo, Francesco Beschi (60 anni il prossimo agosto). Mentre tra gli attuali vescovi ausiliari di Tettamanzi, l’unico nome che si fa è quello di Franco Giulio Brambilla (61 anni). Più defilata appare la candi­datura del vescovo di San Ma­rino, Luigi Negri (69 anni), di origini cielline, a lungo do­cente alla Cattolica. Ricordando che proprio la sede ambrosiana il secolo scorso ha avuto tre pastori che vi sono arrivati senza pre­cedenti esperienze episcopa­li – Alfredo Ildefonso Schu­ster (beato), Giovanni Batti­sta Montini (Papa e candida­to agli altari), Carlo Maria Martini – c’è chi auspica l’ar­rivo di un giovane outsider come l’attuale Custode di Terra Santa, il francescano bergamasco Pierbattista Piz­zaballa (47 anni). Tettamanzi è un arcivesco­vo amato dai fedeli, con i qua­li s’intrattiene con semplicità al termine di ogni cerimonia e che il settimanale Famiglia Cristiana ha eletto «italiano dell’anno 2010», in quanto simbolo di «una Chiesa che non si arrocca nei sacri palaz­zi, nella cura di propri “orti­celli”. Ma dialoga con tutti. Premurosa verso gli ultimi della società». Lascia al suo successore alcuni problemi aperti,tra i quali l’introduzio­ne delle unità pastorali e l’ac­corpamento delle parroc­chie, che una parte non inin­fluente del clero ha mal dige­rito considerandola una scel­ta calata dall’alto; la discus­sione sul nuovo Lezionario; le rigidità di alcuni collabora­tori che rivendicando l’auto­nomia liturgica del rito am­brosiano hanno prontamen­te respinto al mittente come inapplicabile il motu proprio di Benedetto XVI che ha rida­to cittadinanza nella Chiesa alla messa preconciliare.

© Copyright Il Giornale, 16 gennaio 2011

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah! Ravasi!?!? Dalla lista dei candidati mi sa tanto che andiamo da un disastro all'altro, checchè ne dica Tornielli, il quale ha sempre avuto un debole per Tettamanzi. Ma che ha fatto Milano di male? Dopo Martini si sperava qualcosina di meglio!! Negri pare l'unico di qualche spessore intellettuale e di sicura fede cattolica. Anche Pizzaballa è bravo, e anche Ambrosio sarebbe un gran passo avanti. Speriamo bene...

Ben ha detto...

Non capisco che significa "di origini cielline"? Che vuol dire, che sono ex-ciellini? Se uno è gesuita rimane gesuita, anche se diventa cardinale, perchè un ciellino no?

Anonimo ha detto...

A mio avviso la diocesi più importante non solo d´ Europa ma del mondo è quella di Roma, come sede del Successore di Pietro: Ubi Petrus ibi ecclesia.

Che poi Tornielli ragioni in termini di numeri e di sghei è un´altra faccenda.

Jacz

Anonimo ha detto...

Preghiamo il Signore affinchè il Papa invii a Milano mons. Negri, un santo Vescovo di sana dottrina e sicura ortodossia, l'unico che potrebbe far resuscitare Milano dal letargo martiniano-tettamanziano. Non è vero cattolico chi esalta i musulmani e mortifica i cattolici che amano la Messa il latino liberalizzata dal Papa. Tettamanzi, questo ha fatto a Milano...

Anonimo ha detto...

Sono un po' stupito e imbarazzato da questi commenti.
Dopo Martini si sperava qualcosina di meglio?? Il card. Martini è assai stimato ancora oggi da moltissimi credenti e anche da non credenti. Pur essendo di uomo di grande spiritualità e intelligenza è riuscito a farsi amare soprattutto per la sua "pastoralità": quante visite pastorali, quanti incontri con preti e comunità!! Tettamanzi, diverso da Martini, ha proseguito in questo solco e non sono così ottuso da non riconoscere alcuni problemi evidenti come l'accorpamento di parrocchie in comunità pastorali. Un giorno potrà diventare una risorsa, in parte lo è già, ma certo è un processo complesso.
Mi spiace di come venga trattato Tornielli, che nel definire MIlano la diocesi più importante d'Europa e grande del mondo di certo non toglie valore alla diocesi di Roma, ma fornisce elementi di verità difficilmente discutibili: numeri di fedeli, estensione del territorio.
Infine, nei messaggi si parla di "sicura fede cattolica" e tante altre belle parole, compresa una preghiera, certamente rispettabie.
Dov'è la fiducia nella Provvidenza del Signore? La chiesa, come dice Benedetto XVI, non è una società di affari dove si spartiscono posti.
Proprio durante l'ultimo concistoro con cui sono stati fatti nuovi Cardinali il papa ha ricordato come nella Chiesa si deve servire, come fede Gesù.
Nell'ultimo commento mi è sembrato invece vedere una ricerca di "gossip" e ragionamenti lontani dall'interesse della Chiesa.
Certo uno può sperare, a simpatia, che venga un pastore piuttosto che altri. Ma la preghiera è perchè venga un vescovo che sia fedele e successore autentico degli apostoli.